16 luglio 2018. Al raduno della Pro Patria scudettata e neopromossa in C partecipano (da aggregati) anche 2 prodotti della Berretti biancoblu. In comune, la militanza nel settore giovanile tigrotto (oltre a un precedente passaggio all’Inter), lo stesso nome di battesimo (Stefano), e (tenetevi forte), la medesima data di nascita (26 agosto 2000). Ok, ruoli opposti: uno è difensore, l’altro attaccante. Ma insomma, questi sono solo dettagli di fronte ad una storia che presenta materiale da romanzo di formazione. Roba che neanche Dickens. Incredibile no? Peccato che chi scrive l’abbia scoperto solo a posteriori. Impedendo alla chiacchierata di cui sotto di assumere altre declinazioni. Già perché i due in questione (per i meno attenti, Stefano Molinari e Stefano Banfi), a distanza di 3 anni praticamente esatti si sono ritrovati nello stesso posto e per lo stesso motivo.
Questa volta però, non da aggregati. Ma a pieno titolo da componenti della prima squadra di Prina. Per il primo non è una novità avendo già maturato alla Pro 22 presenze (17 in campionato con una rete), dopo il transito al Milano City. Per il secondo invece trattasi di primizia (almeno in gare ufficiali), seguita al triennio vissuto in Eccellenza con il Verbania e in D con Castellanzese e Caronnese. Limitandoci a Banfi e rinviando ad altra sede la separazione alla nascita con Molinari, la neopunta biancoblu mostra idee chiare (buon segno), e poche parole (buonissimo). A partire dal cerchio chiuso nel suo ritorno allo “Speroni”: “Sono molto contento. Per me è una grande soddisfazione. Ringrazio la società per l’occasione che mi offre. Credo di essermi costruito questa opportunità”.
A 21 anni non ancora compiuti puoi già vantare una solida esperienza. Dalle 13 presenze con 4 reti al Verbania alle 38 con 11 alla Caronnese. Una crescita robusta…
“La Serie D è fondamentale per farsi le ossa. La C è un salto di categoria importante. Credo che il mio percorso possa giustificare questo ritorno alla Pro Patria. Anche se non posso dire che me lo aspettavo”.
Prima o seconda punta. Modelli superati. Come ti definiresti?
“Penso di avere caratteristiche complete. Sia per svariare che per giocare in posizione più centrale. Probabilmente il gioco in area può essere uno dei miei punti di forza. Anche se devo ancora migliorare tantissimo”.
Tra le sfide da affrontare anche quella del diverso sistema di gioco?
“In parte sì. Alla Caronnese giocavamo con il 4-3-1-2. Qui dovrò imparare molto anche se la base saranno sempre le due punte”.
I tuoi riferimenti nel calcio moderno?
“Beh, qui alla Pro Patria è facile dire Le Noci. Era un privilegio poterlo ammirare in campo. Lo sarà altrettanto ora in allenamento come collaboratore tecnico“.
Giovanni Castiglioni