Nemmeno il tempo di riprendersi da una stagione tanto corta quanto intensa che in casa BasketBall Gallaratese è già tempo di nuovi inizi ed arrivi. Uno di questi, il più importante per la ripartenza della squadra e per la programmazione di un progetto ambizioso volto alla ricerca di una promozione in Serie B sfuggita di un possesso nelle ultime due stagioni, è quello del nuovo allenatore dei biancoblu Stefano Gambaro.
Il giovane ma vincente allenatore arriva a Gallarate dopo le ottime cose fatte vedere con Trecate e la particolarissima non-esperienza con Busto Arsizio, dove non ha potuto allenare a causa del covid-19 che ha portato la società a decidere di non iscriversi allo scorso campionato. Un coach molto motivato e voglioso di lavorare in palestra e che racconta cosa si aspetta da questa nuova esperienza.

Prima di parlare dei Gallarate, vorrei fare con lei un passo indietro su Busto, un’esperienza strana per molti versi conclusasi quando sembrava tutto fatto per la sua permanenza.
“Non mi piace parlare troppo del passato, per quel che riguarda Busto posso dire che la risoluzione consensuale a cui siamo arrivati è stata la scelta migliore per tutte le parti in causa”.

Andando su Gallarate, si aspettava questa chiamata? Cosa l’ha spinta ad accettare la proposta del Presidente Valentino?
“Sinceramente non me l’aspettavo. Fino a poco tempo fa, essendo a Busto, non ero sul mercato allenatori, ma dal momento in cui mi sono liberato Gallarate si è subito mostrata molto vogliosa ed intenzionata a prendermi, facendomi capire quanto fossero interessati a me in maniera seria. Quando ho sentito le ambizioni del Presidente e della società tutta, che sono uguali alle mie, non ho esitato un attimo ad accettare, ed infatti abbiamo fatto tutto abbastanza velocemente in termini di accordo”.

Un accordo che, per voce del Presidente Valentino, arriva per cercare di dare a Gallarate una maggior solidità e quadratura. Queste sono due delle caratteristiche che la sua Gallarate avrà e quali altre le piacerebbe vedere in campo?
“Mi piace poter pensare di costruire ed allenare una squadra quadrata. Quando uso questo termine intendo solida difensivamente, aggressiva, che sappia dove andare e da chi andare nei diversi momenti delle partite. Mi piace portare la squadra a capire come muoversi, dettando i ritmi e le scelte offensive degli avversari grazie al lavoro difensivo. Per quanto riguarda invece la fase offensiva mi piace avere una squadra che sappia condividere le responsabilità ma che sia conscia di sapere da quale giocatore andare a seconda del momento della gara, andando a punire gli avversari con un gioco corale, fatto di corsa ed aggressività, con un’idea e delle gerarchie in campo ben definite”.

Gallarate arriva da due anni e mezzo, mettendoci dentro anche quello di pandemia, in cui si è giocata l’accesso alle finali del campionato di C Gold fino all’ultimo. Dopo il primo incontro con la squadra, con l’arrivo di Passerini, cosa manca ad oggi per fare il definitivo salto di qualità?
“Gallarate sta lavorando molto bene negli ultimi anni ed il campo lo dimostra. Questo per me è fondamentale, non sono uno che ama parlare molto o fare proclami, ma preferisco far parlare il campo con il lavoro ed i risultati ed è una cosa che dirò in maniera chiara ai giocatori. Per quello che riguarda gli anni scorsi non posso dire cosa mancasse o meno, so però che hanno lavorato davvero bene visto che sono arrivati sempre ad un tiro o un possesso dalle finali. Tanto di cappello alle gestioni di Gallarate degli ultimi anni. Giovedì ho avuto il primo contatto con la squadra, con gran parte del roster dello scorso anno ed alcuni giovani da fuori per farmi un’idea su come poter costruire e migliorare il gruppo e nei prossimi giorni valuteremo il da farsi. Scuramente l’arrivo di Passerini ci dà tanto nel reparto guardie, è un giocatore esperto, che ha punti nelle mani, che sa quando fare la giocata e ci darà una grossa mano. Sarà importante poter contare anche su un giocatore di esperienza in regia, quindi a livello di playmaking, che sappia prendersi la squadra sulle spalle quando serve e la guidi nei momenti cruciali della gara. Valuteremo il resto della squadra anche in base a come si svilupperà il mercato”.

Nonostante la giovane età si è già tolto tante soddisfazioni, qual è stato il segreto di questa ascesa così rapida?
“Credo che nell’esperienza vincente che ho avuto a Trecate molto abbia fatto la chimica e l’alchimica sviluppatasi con tutte le componenti, dalla squadra alla società. Io credo molto nell’unione, mi piace prendermi cura dei giocatori, capire i loro bisogni, aiutare a soddisfarli. So di chiedere molto ma mi piace e penso di riuscire a restituire e dare molto a giocatori e collaboratori in palestra. Mi auguro e spero riuscire a fare questo anche a Gallarate e che ciò venga apprezzato”.

Alessandro Burin

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