E’ tutto pronto per la partenza del Camp targato Hub Sempione, votato alla specializzazione dei ragazzi del settore giovanile. Un mese, dal 5 al 30 luglio, in cui verrà messa in campo una diversa modalità di allenamento e sviluppo del singolo rispetto a quanto si vede sovente fare in Europa, ma utilizzatissima in America. Un progetto che si basa sulla crescita fisico-tecnica del giocatore in periodo di off-season, considerato come il periodo stagionale migliore per poter effettuare questo lavoro.

I ragazzi delle età dal 2002 al 2007 che si iscriveranno, lavoreranno in un programma di 5 ore giornaliere con tre diverse figure, Alex Hacker, Paolo Remonti e Stefano Gentile, per affinare ed accrescere al meglio la loro formazione cestistica. Al costo di 75€, l’Hub Sempione mette a disposizione di tantissimi ragazzi la possibilità di passare un’estate all’insegna dello sport e del basket, cercando di recuperare il tempo perduto a causa della pandemia di covid-19 che ha caratterizzato l’ultimo anno.
Tra le diverse stazioni di allenamento ci sarà quello rivolta alla preparazione fisica che vedrà in prima linea il preparatore atletico della squadra di C Gold del BBG Gallaratese, proprio Stefano Gentile, entusiasta del progetto e del lavoro che lo attende durante questo intensissimo mese di luglio.

Come nasce l’idea di questo camp di specializzazione e dove vuole mirare come progetto?
“L’idea di questo camp nasce perché, soprattutto da un punto di vista fisico ma anche tecnico, il periodo di off-season, come dicono gli americani, è probabilmente quello più importante ed indicato per il miglioramento individuale. Questo perché durante l’anno, sia noi preparatori che gli allenatori, abbiamo a che fare con gruppi interi di giocatori e diventa difficile focalizzarsi sulle qualità e sulla crescita unica del singolo. Quindi il camp ha questa finalità, un po’ americana, del miglioramento delle skills individuali”.

Come sarà impostato il percorso di lavoro?
“Dal punto di vista tecnico, abbiamo la possibilità di sfruttare lo shooting team di Paolo Remonti con la macchina spara palloni che è qualcosa di unico e che sfrutteremo perché permette di lavorare sul tiro con una frequenza altissima (anche migliaia di tiri in un singolo allenamento individualmente) che è una cosa altrimenti impossibile da realizzare. Dall’altra parte, si lavorerà con Alex Acker, che ha una formazione americana molto diretta ai fondamentali come il palleggio, al miglioramento delle qualità individuali, cambi di direzione uno contro uno tipici del training NBA. Lui ha anche una scuola a Los Angeles in gestione con il fratello e porterà da noi questa metodologia. Dal punto di vista fisico, il nostro staff di preparatori, di cui ovviamente faccio parte anche io, è composto da altri 5 colleghi, ognuno con una specializzazione diversa: performance, recupero e riequilibrio posturale che verranno reindirizzati tutti su un lavoro di un singolo, in quanto li ritengo tutti fondamentali. La metodologia di lavoro prevede dei test individuali per individuare deficit, carenze o punti di forza a livello fisico del giocatore ed a seconda del quadro studieremo il lavoro specifico”.

In questi ragazzi tra i 14 ed i 19 anni, dopo un anno così particolare, quali deficit si aspetta di riscontrare maggiormente?
“Senza dubbio stiamo riscontrando i deficit principali nella parte dorsale. Ci sono tanti problemi che abbiamo attribuito principalmente agli effetti della DAD, che ha causato delle debolezze scapolari, delle spalle, retrazione dei muscoli pettorali, che sono già deficit tipici della Pallacanestro e che sono stati accentuati dal momento. Abbiamo quindi studiato un protocollo apposito per affrontare queste casistiche di eccessivo atteggiamento cifotico, eccessiva cifosi dorsale, che speriamo possa aiutare i ragazzi. Lo studieremo ancora all’interno del camp, cercando di renderlo il più efficace possibile”.

Al giorno quanto durerà una seduta di allenamento?
“Il camp prevede all’incirca cinque ore di attività. Ci saranno sicuramente un paio di interventi da mezz’ora di pausa, quindi arriveremo a fare qualcosa come due sedute da due ore. Si lavorerà all’incirca un’ora e mezza per ogni stazione quindi: lavoro fisico, lavoro sul tiro e sulle skills individuali”.

Per concludere le volevo chiedere un commento su quello che è stato l’anno della C Gold, con la squadra che alla fine correva moltissimo e aveva una forma eccezionale. Quale strategia ha adottato per ottenere questi ottimi risultati?
“Questa è stata una stagione molto compressa e complessa, che portava con sé una serie di difficoltà in quanto c’era davvero pochissimo tempo per fare arrivare a regime i ragazzi. La strategia messa in campo è stata quella, invece di puntare su lunghi periodi di preparazione come si fa solitamente in una stagione normale, di creare dei piccoli cicli di preparazione. Quindi il preparatore era sempre presente per portare avanti costantemente un discorso di performance fisica, soprattutto a livello di aspetti muscolari. A livello aerobico e di gioco abbiamo dovuto delegare all’allenatore, ed è grande merito suo anche se la squadra aveva ancora gamba e fiato alla fine, però a livello muscolare, per arrivare al top, abbiamo fatto un lavoro molto continuo, su varie sedute di allenamento con una costante parte di lavoro fisico. Devo dire che alla fine questa strategia ha pagato. Abbiamo avuto pochissimi infortuni tolto Ciardiello e per il resto la squadra mi è sembrata super in forma. In ultimo vorrei dedicare un pensiero ed un ringraziamento a Davide Marcon, un nuovo preparatore che abbiamo tesserato a gennaio e che si è occupato del riequilibrio posturale, fisico e muscolare di Alex Acker durante tutta la stagione. Vista la condizione precaria fisica e l’età di Acker, il lavoro di Davide è stato fondamentale per far sì che lui potesse tornare in campo in questa serie playoff. Ci tenevo a citarlo perché mi ha dato una grandissima mano e ha lavorato benissimo”.

Alessandro Burin

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