Stessa storia, stesso posto, stesso bar, iniziava così la famosissima canzone Gli Anni degli 883, icona di una generazione che è durata nel tempo e che continua tutt’ora e non potrebbero esserci strofe più azzeccate per descrivere il finale della Supercoppa Discovery+, in quel discorso a due che sa di nuova epopea del basket italiano, tra l’AX Milano e la Virtus Bologna, terminato esattamente come pochi mesi fa nelle finali scudetto.

Le V nere, campioni d’Italia, replicano il successo contro Milano, vincendo per 84-90, in una gara dominata nella quale i ragazzi di coach Scariolo riescono anche a toccare il picco di +17, rispedendo prontamente al mittente ogni tentativo, dimostratosi poi velleitario, di rimonta, puntando ancora in maniera efficace su quella fisicità straripante già lo scorso anno e resa ancora maggiore in questo mercato estivo.

Fa impressione poi come Bologna sia riuscita a sopperire quasi senza sentire il colpo all’infortunio del totem della nuova era Scariolo, ovvero Ekpe Udoh, trovando in Jaiteh più che un degno sostituto, dominatore di semifinale e finale di Supercoppa contro Venezia e Milano, sfidando a viso aperto gente come Mitchell Watt prima e Kyle Hines dopo, a dimostrazione di quanto profonda e qualitativa possa essere la panchina delle V nere.

E’ proprio la panchina virtussina a fare la differenza, perchè con Jaiteh salgono in cattedra Alibegovic e Abass che rendono vana la verve offensiva di una Milano relegata alle giocate da campione senza tempo del Chacho Rodriguez, che prova a suonare la carica nella ripresa ma senza mai riuscire nell’impresa di riportare i suoi davanti.

La Virtus si mostra solida e concreta in entrambe le fasi di gioco, guidata da uno straripante Pajola che comanda la ribalta bianconera nel terzo quarto, decisivo per l’allungo finale con il picco del 49-66 che è èietra miliare sull’incontro nonostante poi il rientro di Milano fino a -7. Il play/guardia azzurro, che sarà nominato MVP è un fiume in piena, capace tanto di gestire i giochi in attacco, in una squadra dove devi prenderti la scena davanti ad un certo Milos Teodosic, quanto a guidare i suoi in difesa con intensità e pressione.

Se da una parte Bologna è già squadra che va all’unisono, nonostante il cambio in panchina, Milano appare smarrita, slegata, molto indietro rispetto ai diretti avversari in termini di coesione di squadra. Vive di sole triple in una finale nella quale non riesce mai a mettere in mostra tutto il potenziale di cui è dotata, lasciando un vuoto enorme ancora sul più bello, dopo le Finali Scudetto di un anno fa, replicando con la sconfitta in questa Supercoppa, che suona come campanello d’allarme, per il primo trofeo sfumato in stagione.

IL TABELLINO
AX MILANOVIRTUS BOLOGNA 84-90 (20-23, 35-44, 55-67)
A|X Armani Exchage Milano: Delaney 8, Shields 19, Datome, Melli 10, Hines 4; Rodriguez 17, Ricci 3, Biligha ne, Moraschini, Hall 13, Mitoglu 8, Alviti 2. All. Messina.
Segafredo Bologna: Pajola 14, Belinelli 9, Weems 10, Hervey 4, Jaiteh 18, Tessitori, Abass 6, Alexander 7, Alibegovic 13, Teodosic 9, Ruzzier ne, Barbieri ne. All. Scariolo.

Alessandro Burin
(foto FB Virtus Bologna)

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