Giovanni Barbieri è il nuovo presidente del Rugby Varese. Il cambio al vertice è avvanuto in seguito alla scelta dell’ex presidente Stefano Malerba di rassegnare le proprie dimissioni per incompatibilità con il nuovo incarico di Assessore allo Sport e alle Risorse umane nella giunta comunale di Varese. 

Quello di “Giovannone” è un volto molto noto nell’ambiente biancorosso. Barieri è infatti stato per innumerevoli anni un giocatore del club e, una volta appese le scarpe al chiodo, è entrato a far parte del consiglio. La storia di Giovanni nel Varese parte nel 1984 quando iniziò a giocare nelle giovanili, in under 16. Poi le categorie Seniores, dove ha giocato nel durissimo ruolo di pilone fino al 2000, sia in prima che in seconda squadra, di cui è stato anche capitano. Dopo 20 anni nei panni di consigliere, Barbieri è ora presidente dell’Asd Rugby Varese. Un ruolo difficile ma anche emozionante che attende Barbieri, che con i colori del Varese ne ha viste tante. Questa però è una sfida del tutto nuova.

Nelle prime dichiarazioni del neo presidente non mancano sensazione importanti come felicità, determinazione e voglia di fare bene dopo un anno e mezzo molto complicato. 
“Sono davvero onorato e felice di questa novità – esordisce il neo presidente Barbieri -. Per me è un ruolo completamente nuovo. Mi sono sempre occupato degli aspetti gestionali e poco dei rapporti con le persone, era diverso. Sono qui da quasi quarant’anni, ma sono onoratissimo, mi tremano un po’ le gambe dall’emozione. Stefano Malerba non riusciva più a dare tutto, visto il nuovo incarico come assessore allo Sport, ma rimarrà comunque in consiglio e sempre vicino al Rugby Varese. Sono contento di lavorare con questo team che mi ha voluto ed eletto e che ringrazio molto. Bisogna avere polso e sicuramente starò molto di più in campo che in segreteria o dietro una scrivania. Vogliamo fare bene su tutti i fronti. La mia speranza più grande è quella di tornare a come eravamo prima della pandemia. È stato un periodo devastante, dobbiamo far tornare ai ragazzi e ai genitori quella sicurezza che avevano, perchè il gioco e il campo sono la miglior medicina“.

Stefano Sessarego

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