E’ tramontato dopo soli due giorni, sotto ai colpi di tifosi, opinione pubblica, istruzioni politiche e delle società di calcio stesse, il sogno della Superlega europea, ossia di un torneo fatto dai migliori e più ricchi club del Vecchio Continente con l’intento in qualche modo di sostituire la Champions League. Fondata da 12 società (Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Milan, Real Madrid e Tottenham), a partecipare alla Superlega sarebbero state 20 squadre divise in 2 gironi da 10 team ciascuno in cui ogni compagine avrebbe giocato 18 partite complessive in una sorta di mini campionato.
Tutto questo non ci sarà perchè, oltre alle prevedibili reazioni dell’UEFA, nelle ultime ore sono arrivati i dietrofront prima delle società inglesi e, via via, di molte altre. Andrea Agnelli, presidente della Juventus e fervido sostenitore della Superlega, ha ammesso alla Reuters che il progetto a questo punto non possa più andare avanti: “Voglio essere franco ed onesto, non penso che il progetto possa continuare con 5 o 6 squadre. Non parlerei tanto di dove è andato quel progetto, piuttosto del fatto che resto convinto della sua bellezza”.
Anche la stessa Juventus ha rilasciato una nota: “Con riferimento… alla creazione della Super League, e al successivo dibattito pubblico, l’Emittente precisa di essere al corrente della richiesta e delle intenzioni altrimenti manifestate di alcuni club di recedere da tale progetto, sebbene le necessarie procedure previste dall’accordo tra i club non siano state completate. In tale contesto, Juventus, pur rimanendo convinta della fondatezza dei presupposti sportivi, commerciali e legali del progetto, ritiene che esso presenti allo stato attuale ridotte possibilità di essere portato a compimento nella forma in cui è stato inizialmente concepito. Juventus rimane impegnata nella ricerca di costruzione di valore a lungo termine per la Società e per l’intero movimento calcistico”.
Il Milan si è sfilato dichiarando: “La voce e le preoccupazioni dei tifosi in tutto il mondo rispetto al progetto di Super League sono state forti e chiare e il nostro club deve rimanere sensibile e attento all’opinione di chi ama questo meraviglioso sport. Abbiamo accettato l’invito con genuina intenzione, per creare migliore competizione possibile e tutelare gli interessi del club. Il cambiamento non è facile ma l’evoluzione è necessaria per progredire”.
Stesso discorso dell’Inter: “FC Internazionale Milano conferma che il Club non fa più parte del progetto Super League. Siamo sempre impegnati a dare ai tifosi la migliore esperienza calcistica; l’innovazione e l’inclusione sono parte del nostro DNA fin dalla nostra fondazione. Il nostro impegno con tutte le parti interessate per migliorare l’industria del calcio non cambierà mai”.
La Superlega, insomma, non si farà, ma forse questa scossa servirà per pensare e concretizzare un cambiamento reale nel mondo del calcio. Sarà davvero così? Questo strappo sarà servito a qualcosa o a creare ulteriore distanza?
L.P.