E’ un day after la vittoria per 89 a 74 contro la Dinamo Sassari finalmente dolcissimo quello della Openjobmetis e di tutti i suoi tifosi che si risvegliano dopo aver portato a casa due punti che definire pesantissimi nell’economia della lotta salvezza forse è riduttivo. Un successo enorme non solo per il risultato con il quale si è realizzato, +15 alla terza forza del campionato che arrivava alla sfida di Masnago con un bagaglio di 8 vittorie consecutive in campionato, ma soprattutto per il messaggio lanciato da questa Varese alle dirette rivali: la squadra ha mostrato una faccia totalmente nuova rispetta anche a solo una settimana fa.

I ragazzi di Bulleri costruiscono il trionfo nella metà campo difensiva, dove tengono a 74 punti il miglior attacco della Serie A, riportando alla mente quelle vittorie degli ultimi anni dove il parquet dell’Enerxenia Arena diventava terreno durissimo per qualsiasi avversaria. Una difesa fatta di intensità, voglia, cattiveria, ma anche e soprattutto di un’organizzazione studiata e preparata a tavolino, fatta di molti recuperi, di tanta aggressività sulla prima palla di Sassari, con la possibilità di correre in contropiede e tenere sempre alti i ritmi della gara.
Il piano partita riesce alla perfezione, con Varese che riesce a colpire il nervo scoperto di Sassari, ovvero la mancanza dell’equilibratore dei sardi, Bendzius, capace di fare da perfetto trait d’union tra gli esterni ed i lunghi della Dinamo, che trovano più di un problema contro una Varese solidissima nella sua metà campo.

Proprio sotto il ferro i biancorossi riescono a far valere il fisico e con Scola, Egbunu, in continua crescita atletica e tattica, e Morse capaci di limitare il fortissimo Bilan e creare superiorità atletica e fisica nella lotta sotto il ferro. Bulleri vince la partita impostando buona parte della gara con i tre piccoli in campo per dare velocità e rapidità nella doppia fase di gioco, ottenendo la miglior prestazione di coppia del duo Ruzzier-De Nicolao, entrambi concreti, determinati e che riescono a dare idee e soluzioni all’attacco varesino.
Il play triestino in particolare, forse stimolato dalla presenza di due grandissimi ex del ruolo sulle panchine, si dimostra ispiratissimo in attacco segnando a referto 17 punti e soprattutto in fase di regia e difesa, mostrandosi punta nel fianco di Sassari ed essendo sempre pronto a rubare palla e ribaltare l’azione in transizione.

L’attacco vive della vena realizzativa di un grandissimo Douglas, 22 punti, in una di quelle serate da NBA, un po’ come era successo a Trento o a Bologna contro la Fortitudo, ma soprattutto una fase offensiva che non è più solo tiro da tre ma tanto gioco in area, buona circolazione di palla e corsa in contropiede. Soluzioni nuove che sparigliano il piano partita tipico offerto da Varese fino ad oggi e che dimostra quante capacità e possibilità abbia questa squadra per giocarsi senza paura tutte le sue carte nella lotta salvezza.

I due punti sono figli della capacità dei biancorossi di non staccare mai la spina, evitando quei blackout che fino ad oggi avevano caratterizzato le partite della squadra di Bulleri. La squadra è rimasta sempre sul pezzo ed è riuscita ad approfittare delle incertezze di Sassari in maniera cinica e spietata, tipica caratteristica di chi sa che non può più sbagliare nessuna partita.
Ora Varese deve cercare di dare continuità a questa versione della sua pallacanestro già contro Pesaro settimana prossima, per non dare respiro a Trento e Cantù e rilanciarsi definitivamente verso l’obiettivo salvezza che dopo questa vittoria assume un contorno decisamente diverso.

Alessandro Burin

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