Lo sport al centro è uno slogan che spesso si sente dire da chi è incaricato di riportare il movimento al centro di una città o di un paese o più semplicemente da chi gestisce, opera e collabora in una qualsiasi associazione sportiva. Troppo spesso, infatti, gli spazi adeguati per lo svolgersi delle attività ludico sportive sono pochi o inadeguati oppure troppo vecchi e richiederebbero una riqualificazione.
Il caso della città di Gallarate è emblematico in questo senso, in quanto un Comune che ha tante realtà sportive al suo interno di buon livello (dal basket, alla ginnastica, al calcio, al tennis, solo per fare degli esempi e senza voler dimenticare nessuno) manca ad oggi di quello che è il simbolo dell’importanza di un movimento che accoglie tantissimi ragazzi e ragazze: un palasport.

L’idea, in voga da anni, non è mai stata realizzata ma oggi torna in maniera quanto mai concreta. Infatti, la costruzione della struttura rientra nel nuovo piano del neo sindaco eletto in città Cassani e della sua giunta, di cui fa parte Thomas Valentino come Consigliere Comunale della lista civica Cassani Sindaco, uomo di spicco dello sport gallaratese, vista la sua carica di presidente del BBG Gallarate e di membro del CDA di Pallacanestro Varese.

In settimana ha pubblicato una foto sui suoi social di quello che potrebbe essere il nuovo palazzetto di Gallarate. Da dove nasce questo progetto?
“Nasce da uno spirito innovativo presente nel nuovo programma politico del sindaco, all’interno del quale trova grande spazio il progetto del palazzetto dello sport in città. Ma non solo, perché ad esso collegata c’è la voglia di costruire una pista di atletica ed un nuovo campo da calcio alle azalee, nell’intento di creare una sorta di Sport City all’americana. Il palazzetto sarebbe un impianto polifunzionale, nel quale rientrerebbe non solo il discorso basket ma anche pallavolo e pista d’atletica per permettere ai ragazzi di allenarsi meglio d’inverno. L’idea che proporrò sarà quella di creare un palazzetto stile PalaBorsani prima che diventasse mono campo, ma con la possibilità che possa essere un campo unico quando serve. Non vogliamo replicare un PalaBorsani 2.0, però ha tanti spunti positivi. Sogniamo in grande vista la vicinanza del sindaco alla pallacanestro. Il progetto si farà e siamo al lavoro per sfruttare al meglio le risorse a nostra disposizione”.

A grandi spanne un progetto come il palazzetto di quante risorse ha bisogno?
“Ad oggi non si è ancora fatto nessun calcolo di budget. Volendo fare una cosa senza spendere troppe risorse, stile Sottocosta moltiplicata per due, potrebbe costare più o meno tra i 600.000 ed i 700.000 euro, ma non ne vale la pena perché rimarrebbe un struttura a metà. Se invece si fa un progetto serio ed a più ampio raggio sicuramente i costi saranno maggiori ma anche i benefici ad esso collegati. Sono discorsi che verranno poi fatti dai tecnici, ci sarà un bando con target da rispettare dopo che l’Assessore allo Sport cittadino ed il dirigente alle Opere pubbliche del Comune approveranno disegno e progetto. Quindi, a quel tempo, si valuterà un budget”.

Il sogno di Thomas Valentino qual è però in relazione alla grandezza dell’impianto?
“Penso che non si debba costruire un’opera che poi debba essere qualcosa su cui un domani intervenire di nuovo in maniera considerevole. Non dobbiamo costruire un’altra palestra, serve di più. Palestre inagibili o obsolete ne abbiamo troppe in città. Penso che Gallarate abbia bisogno di un palazzetto che trovi la sua dimensione ideale per essere riempito al massimo della capienza ed usato con frequenza. Penso che la misura dei 1500-2000 posti sia quella giusta. Immaginate gare come quelle che abbiamo giocato noi del BBG nei playoff negli ultimi anni o i saggi della Virtus Gallarate in un palazzetto così: sicuramente si riuscirebbe a riempire per la stragrande maggioranza della capienza in un ambiente sicuro, a norma, vivibile e soprattutto funzionale per tante attività”.

Andando sul campo, invece, le chiedo come sta vedendo il suo BBG in questo inizio di campionato a punteggio pieno dopo il brivido di Opera di domenica sera?
“La squadra sta affrontando un periodo di crescita particolare. Abbiamo perso un giocatore che passa quasi inosservato ma è vitale come Clerici, il mio miglior acquisto da quando sono Presidente. A Opera penso che abbiamo preso una sbandata, ma nelle difficoltà ci portiamo a casa il fatto positivo di aver vinto nonostante la serata no. Dobbiamo capire che tutte le gare sono importanti e difficili, anche se non sono tutte il derby con Busto. Ci vuole la stessa concentrazione, fame e cattiveria. I ragazzi sono persone professionali e so che hanno recepito al meglio il messaggio che è uscito dall’incontro di lunedì sera. Voglio vedere delle risposte da chi è ancora un po’ nell’ombra come il nostro play Ielmini, che ha grandissime qualità e può e deve fare meglio”.

Visto che abbiamo parlato di playmaker, passando a Pallacanestro Varese, come ha visto il rientro di Kell con Milano ed in generale la squadra in questo inizio di stagione?
“L’esordio di Kell è stato favoloso. Ha dimostrato quanto sia importante per il nostro gioco contro una corazzata come Milano, contro cui siamo rimasti in partita fino all’ultimo. E’ un giocatore di una personalità unica e molto forte. Lui è la base dell’asse portante di Varese e gli altri due sono Alessandro Gentile e John Egbunu. Vedo che la squadra è in crescita, ora arriva un ciclo di gare importanti in cui dovrà essere bravo Vertemati a tirare fuori il meglio per vincere ad esempio a Cremona domenica, un campo storicamente ostico per noi”.

Alessandro Burin

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