Il mercoledì di campionato, in casa Openjobmetis, riporta paura e preoccupazione per quanto concerne la lotta salvezza. La sconfitta dei ragazzi di Bulleri contro la ben più quotata Reyer Venezia per 75-77, dopo una partita giocata ad armi pari e indirizzata dall’ennesimo episodio in cui la dea bendata decide di girare le spalle a Varese (vedasi il terzo tempo di Egbunu che si incastra tra ferro e tabellone a 01.7 secondi dal termine), ricaccia i biancorossi al penultimo posto in classifica, a sole due lunghezze dai cugini canturini che sbancano il parquet di Brescia.

Una situazione veramente complicata per una Openjobmetis che in una settimana si è trovata dall’entusiasmo post derby con Milano a guardare, giustamente e senza malizia, verso i playoff, pur sempre a due punti, a doversi leccare le ferite e tornare a fare i conti con una lotta salvezza quanto mai agguerrita. Il calendario poi non aiuta, visto che Varese avrà da qui alla fine tre sfide complicatissime, con l’oggettiva possibilità di potersi giocare un solo bonus, la sfida interna con Trieste della prossima settimana, e sperare che Reggio Emilia di Caja le faccia un grandissimo favore nello scontro salvezza di domenica contro Cantù.

Tornando sulla partita di ieri sera con Venezia, è stato un match strano, che ha vissuto di grande equilibrio per i primi due quarti, con Varese che chiude in vantaggio grazie alla serata super di Beane (saranno poi 20 i suoi punti totali, miglior marcatore in maglia biancorossa) e che negli ultimi due quarti vive prima l’affondo della Reyer, che piazza un terrificante parziale di 20-4 nei primi 7 minuti del quarto, e poi il ritorno di Varese che con le unghie e con i denti resta attaccata al match e nei minuti finali dell’ultimo periodo mette a segno un parziale di 13-1 che la porta a pochissimi centimetri dalla vittoria.

Si sa, però, che, in gare così equilibrate, a fare la differenza sono le piccole cose, una palla sbagliata in più o in meno e in questo senso torna alla mente quel passaggio che Beane, migliore della partita, che sbaglia il passaggio più semplice e non riesce a mettere la palla nelle mani di Egbunu che, sul 75-77, avrebbe potuto insaccare e portare in pareggio la gara ben prima della sciagura finale. Oppure si pensi ai 10 tiri liberi che Varese lascia sul ferro, quando ne sarebbe bastata la metà per conquistare i due punti.

Venezia ha il merito di superare una serata nerissima nel tiro dalla lunga distanza e del suo uomo cardine Watt, che vive un incubo nell’accoppiamento con Egbunu, che si dimostra ancora uomo in più di questa Varese in entrambe le fasi, trovando nuove risorse come Chappel che crea il break del terzo quarto quasi da solo e poi con i soliti Tonut e De Nicolao, uomini ovunque dei lagunari.

Da Varese arrivano sicuramente segnali molto positivi a livello mentale, per una squadra che non si dà mai per vinta e quasi riesce nel blitz di battere la quarta forza del campionato, merito anche dell’ottimo momento di forma del cervello della squadra di Bulleri, il duo Ruzzier – De Nicolao, che fa segnare a referto un’altra grande prova.
Il primo continua nella sua crescita costante, fatta di tanta leadership e di una consapevolezza ormai acquisita nel ruolo che lo rendono baluardo indispensabile per questa squadra, il secondo invece, nella sfida personale con il fratello Andrea, persa nettamente all’andata, mantiene le promesse fatte alla vigilia del match ai canali societari vincendo il suo duello personale familiare e sfoderando una prova fatta di energia, tanta grinta, ma soprattutto qualità offensiva.

Purtroppo a Varese in questa sfida manca l’apporto vitale dei due totem, Scola e Douglas, che soffrono molto due partite in 3 giorni e chiudono con miseri 14 punti in due, ma soprattutto abbassando notevolmente rispetto alle ultime uscite il loro livello di efficacia difensiva, riducendo così al lumicino le speranze di trionfo varesino. Con loro buca ancora la prestazione Strautins, ormai in netta parabola discendente da mesi e che non dà segnali di risveglio, un grande problema per l’unica vera ala piccola di ruolo presente in squadra.

La vera nota negativa della serata però sta nel ripresentarsi di quella fragilità difensiva che i ragazzi di Bulleri avevano saputo sistemare nelle ultime settimane, mentre con la Reyer è stato palese ed evidente di come senza Egbunu in campo, l’area varesina fosse completamente sguarnita e vittima dei tagli e delle penetrazioni centrali dei piccoli di Venezia, letali come il coltello nel burro. Un problema da sistemare immediatamente in vista della complicatissima trasferta di domenica a Treviso per tornare a sorridere e non lasciare il proprio destino in mano agli altri in questo finale di campionato.

Alessandro Burin 

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