Dopo aver affrontato dieci giorni di isolamento, settimana scorsa la Vergiatese è tornata in campo nel proprio stadio per il primo dei tre recuperi stagionali contro la Brianza Olginatese, finito 2-0 a favore degli ospiti. Nella serata di mercoledì, sempre al Landoni è andato in scena il match contro il Gavirate, valido per la terza giornata: questa volta sono stati i granata a conquistare la vittoria, che mancava dal debutto contro la Pontelambrese di domenica 11 aprile.
Nelle ultime tre uscite, un elemento importante a disposizione di mister Fiorito è stato Jurgen Pandiani. Arrivato in casa granata prima che iniziasse questo mini-campionato, l’esperto centrocampista classe ‘92 ha alle spalle quattro stagioni tra i professionisti e sette in Serie D. Per lui si tratta della prima avventura in Eccellenza, iniziata in modo un po’ travagliato proprio per le vicissitudini legate al covid. Poco a poco, però, la squadra si sta scrollando di dosso i postumi dello stop forzato e il 2-1 nel derby di pochi giorni fa è una conferma del miglioramento generale della condizione. 

Per voi la prima metà del campionato è stata condizionata pesantemente dagli eventi. Come vedi adesso il gruppo e come valuti queste ultime tre partite?
“A parte il fatto di aver cambiato allenatore a ridosso dell’inizio del campionato, sicuramente rispetto alle altre squadre siamo stati molto penalizzati dalla situazione del covid: io mi sono dovuto fermare poco prima di iniziare, poi è successo ad alcuni dei nostri titolari, quindi siamo stati messi in difficoltà. Per quanto riguarda le prestazioni, con l’Olginatese, se andiamo a guardare gli episodi, non meritavamo di perdere 2-0, e con la Base abbiamo avuto un paio di occasioni clamorose a fine partita con Giacomo (Mammetti, ndr), quindi se fossimo stati più lucidi avremmo potuto portare a casa i tre punti. Loro si sono difesi in maniera ordinata, ma a noi è mancato qualcosa ed è colpa nostra se non siamo riusciti a vincere. Con il Gavirate, invece, abbiamo fatto un’ottima partita a livello mentale, visto il periodo, e non abbiamo concesso quasi nulla. Tolto il gol che è nato da una punizione, per loro c’è stato solo un tiro pericoloso in un uno contro uno”.

Pensi che lo stop abbia lasciato strascichi o che gli ingranaggi siano più o meno ben oliati?
“Sicuramente ci sono ancora strascichi. L’Olginatese, ad esempio, ha saltato due partite, però loro si sono potuti allenare, mentre noi siamo rimasti proprio in stand-by e ripartire non è stato semplice. Adesso che siamo già scesi in campo tre volte, pur essendo stanchi fisicamente, abbiamo ripreso un attimo le nostre trame di gioco. A breve fortunatamente dovrebbero rientrare Scapinello e Parini, quindi le cose teoricamente stanno tornando in regola, ma quei giorni di stop hanno influito negativamente”. 

Per te la partita con il Gavirate è stata la terza di questa mini-stagione: hai iniziato due volte da titolare e una volta dalla panchina. Come stai?
“Ora comincio a stare abbastanza bene. Non sono ancora al top, però rispetto a prima va meglio. Contro il Gavirate ho giocato fino al settantesimo ed è giusto che il mister pensi alla squadra e al fatto che abbiamo tante partite ravvicinate. Personalmente sono contento di com’è andata e di come mi sono sentito per tutti quei 70 minuti. È solo continuando a giocare che si recupera il massimo della condizione”.

Dopo gli anni passati in Serie C e D, che impressione ti sta dando il campionato di Eccellenza?
“Al momento posso dare un giudizio molto relativo perché ci troviamo in una situazione paradossale: la D è sempre andata avanti, mentre noi siamo rimasti fermi da ottobre a marzo, quindi per le squadre di Eccellenza è impossibile stare al massimo. Di sicuro c’è un po’ meno qualità che in D, però questa differenza si nota sostanzialmente nelle squadre di media o bassa classifica, mentre squadre come Olginatese e Varesina hanno un livello molto simile alla D. Comunque per me due partite e mezza sono ancora troppo poche per poter giudicare la categoria e questa è solo una mia considerazione approssimativa”.

Brianza Olginatese – Base 96 Seveso – Gavirate – Castanese – Ardor Lazzate – Varesina: 6 partite concentrate in 19 giorni e per ora siete a metà percorso. È più un tour de force(bicchiere mezzo vuoto) o un modo per stare sempre sul pezzo (bicchiere mezzo pieno)?
“Secondo me con i recuperi che stiamo facendo si può guardare la situazione in maniera positiva. Il bicchiere per me è mezzo pieno perché giocare ci fa bene e infatti con il Gavirate abbiamo mantenuto un buon livello anche dal punto di vista fisico. Per esperienza personale sono dell’idea che fare una buona prestazione diventi anche un fattore mentale: mercoledì abbiamo vinto, quindi andremo ad affrontare la partita di domenica con uno spirito diverso. Se invece avessimo fatto un risultato negativo, paradossalmente anche sotto l’aspetto fisico ne avremmo risentito. E così via per le prossime; se con la Castanese faremo bene, mercoledì andremo a Lazzate molto più liberi. Quindi secondo me affrontare tutte queste partite in poco tempo potrebbe essere un vantaggio, sempre che i risultati siano positivi”.

Possiamo dire che i punti in classifica non rispecchiano l’effettivo valore di questa squadra? Qual è stato il passo falso che vi ha lasciato più insoddisfazione? 
“Penso che 7 punti siano pochi per i giocatori che abbiamo. Non è sicuramente una scusante, però il covid ci ha portato via elementi importantissimi come Scapinello, che per noi è fondamentale per la fase offensiva. Credo che con tutti al completo ora difficilmente avremmo 7 punti, anche se chiaramente è solo un parlare a posteriori. L’unica prestazione realmente deludente è stata quella contro il Milano City,in cui loro ci hanno presi un po’ alla sprovvista a livello fisico: hanno spinto tanto e noi avremmo potuto fare qualcosa in più. È stata la nostra partita peggiore, ma ormai è andata, e delle due sconfitte è quella di cui dobbiamo assumerci tutte le colpe, perché con l’Olginatese il primo tempo è stato molto in equilibrio e abbiamo avuto un paio di occasioni per sbloccarla prima di loro; se le avessimo sfruttate meglio, magari la partita sarebbe andata in modo diverso”.

Cosa ti aspetti dal match di domenica contro la Castanese? In casa sono arrivate due vittorie su tre partite; in trasferta un pareggio e una sconfitta. Il fattore campo aiuta? 
“Non conoscendo queste realtà, quello che posso dire è che tutte sembrano agguerrite, oltre al fatto che senza le retrocessioni si gioca in maniera spensierata. A parte le squadre che vogliono provare a vincere, e in cui speriamo di poter rientrare anche noi, le altre vogliono fare un campionato tranquillo, quindi sono mentalmente libere e non essendoci pressioni ogni partita è sempre difficile ed è il modo in cui la indirizzi a fare la differenza. Per questo mi aspetto bene o male tutte partite simili tra loro; chiaro, con la Varesina o come già è stato per l’Olginatese, l’attesa è un po’ diversa. Per quanto riguarda il fatto di giocare in casa, il nostro campo è il nostro punto di forza: è bellissimo, molto grande, e noi ci troviamo bene, quindi credo che fare due partite consecutive da noi possa essere un vantaggio”. 

Silvia Alabardi

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