Carlo Prelli è nato a Premosello Chiovenda il 21 febbraio 1973 e i suoi ricordi, sia come calciatore che come allenatore, sono legati a doppio filo con il biancorosso del Varese Calcio. Nel recente passato, dopo alcune stagioni come vice allenatore a Bellinzago (vittoria del campionato di Serie D), Gozzano (promozione in Serie C ai playoff), Caratese, Caronnese e Borgosesia, da questa stagione è stato promosso a primo allenatore proprio del Borgosesia che mercoledì sarà avversario del Città di Varese nel turno infrasettimanale.
“Ho fatto tutta la trafila delle giovanili col Varese e il mio sogno da bambino era quello di poter giocare in prima squadra – ci racconta carlo Prelli -. Un sogno realizzato, ho esordito in Serie C1 con Peo Maroso in panchina in un Varese-Como, quel Varese-Como, quello dei disordini sugli spalti e fuori dallo stadio. Alla fine della mia carriera di giocatore mi sono ritrovato ancora una volta al Varese per ripartire da allenatore. Nella Scuola Calcio con mister Caccianiga che mi ha voluto e mi ha spalancato le porte dei biancorossi. Anche in quel caso, ho fatto tutta la trafila della giovanili chiudendo il mio percorso nella stagione 2014/15 guidando la Primavera come vice di mister Antonelli”.
Quando hai capito che eri pronto per il grande salto, per poter guidare una formazione tua e in una categoria importante come la Serie D?
“In realtà è sempre stato il caso a guidarmi, le opportunità che non mi sono mai lasciato scappare. Ho iniziato così come vice mister ed è successo ora col Borgosesia. Il ruolo del vice allenatore è molto particolare e difficile. Devi avere la giusta ambizione e devi anche saper stare al tuo posto perchè fai parte di un progetto dove a capo c’è un mister. Mi sentivo pronto per questa esperienza e quando qui a Borgosesia mi hanno offerto questa grande opportunità ho accettato subito con entusiasmo”.
Una stagione difficile per tutta la Serie D, a Borgosesia come vanno le cose?
“E’ un campionato strano dove il più grosso handicap è rappresentato dalla precarietà della programmazione a causa del Covid. Siamo partiti bene, poi il campionato si è fermato, abbiamo perso un po’ del nostro smalto e una decina dei nostri ragazzi è risultata positiva. Questo ci ha complicato ulteriormente il cammino verso la ripresa. Siamo una squadra giovane, che ha come primo obiettivo quello di valorizzare i nostri ragazzi facendoli giocare. Vogliamo salvarci e lo vogliamo fare giocando a calcio. Questo a volte fa sì che si perdano dei punti preziosi, a volte forse sarebbe meglio giocare male e vincere di più”.
Il Città di Varese in Serie D, un traguardo impensabile fino a giugno dello scorso anno, ottenuto grazie alla lungimiranza e alla caparbietà della dirigenza dei biancorossi. Cosa ne pensi?
“Penso che il Varese non stia ancora occupando il posto che merita nel mondo del calcio. Una piazza come Varese appartiene al professionismo e spero che presto riesca a tornarci. Sono contento che oggi siano già in una categoria come la Serie D, vuol dire che il percorso per tornare ad essere protagonista a buoni livelli è già a buon punto”.
Buon punto ma con una stagione piena di difficoltà ed una classifica molto deficitaria…
“Non è mia abitudine parlare degli altri né tanto meno parlare di casa degli altri. Quello che ti posso dire è che ho visto un paio di partite del Varese e che la squadra mi ha lasciato un’ottima impressione. E’ una formazione molto giovane come noi e che vuole giocare a calcio. Ha in rosa giocatori esperti come Disabato e Scampini che non hanno ancora dato il loro contributo, è un gruppo che mi piace molto. La classifica? Alla mia squadra ho detto di non pensarci, di non guardare, di giocare ogni partita come se fosse una finale e di pensare a un obiettivo alla volta. Così sono certo che riusciremo a raggiungere quello finale che per noi è la salvezza. Anche il Varese ha ancora tutto il tempo per risollevarsi e dire la sua”.
Che partita ti aspetti mercoledì, sarai emozionato?
“Una partita tra due squadre giovani che giocheranno ad armi pari senza guardare la differenza in classifica. A noi servono assolutamente punti e per il Varese sarà fondamentale portare a casa qualcosa di buono. Giocare contro i biancorossi sarà sicuramente emozionante, anche se la vera emozione l’ho provata quando sono tornato da ex al “Franco Ossol”a e con il pubblico sugli spalti”.
C’è ancora il ritorno da giocare: 9 maggio 2021 a Masnago… incrociamo le dita e magari Prelli potrà provare ancora quell’emozione.
Michele Marocco