Si conclude con una sonora sconfitta per 94-75 la missione pesarese della Openjobmetis Varese che fa così un grandissimo passo indietro rispetto all’ultimo mese di gare, perdendo malamente il primo scontro diretto contro una delle principali avversarie per la lotta salvezza.

I biancorossi sbagliano completamente l’approccio alla gara, sia da un punto di vista mentale che fisico e di intensità, perdendo ogni tipo di confronto con Pesaro. La OJM non mostra nulla di quella solidità difensiva e voglia di sacrificarsi che stavano costituendo l’identità di questa squadra nelle ultime gare, coincise con due vittorie di seguito contro avversari ben più quotati di questa Carpegna Prosciutto.

Il pensiero di coach Vertemati a fine gara è quello di un gruppo, il suo, che ha perso la partita non tanto su una questione tattica difensiva, quanto sulla voglia di lottare e sudare su ogni pallone, soprattutto nella lotta a rimbalzo, concedendo ben 28 punti da secondi tiri ai marchigiani: “Complimenti a Pesaro che ha meritato di vincere. Sui 40 minuti il loro livello di attività è stato superiore al nostro. Abbiamo perso la gara nel primo tempo, con quel brutto parziale nel secondo quarto. Arrivavano prima di noi su ogni palla, facendo 28 punti da seconde opportunità che sono un’enormità. Abbiamo creato spesso buoni tiri, segnando però poco da tre stasera. Non mi spiego questa poca energia messa in campo. Arrivavamo a questa gara nelle migliori condizioni psicofisiche, poi sul parquet succede qualcosa, gli avversari ne hanno di più e subentra un problema di testa. L’unica motivazione che posso dare è che non siamo stati forti mentalmente come nelle ultime uscite. Inconsciamente penso che il fatto di ruotare in sette ci agevolasse da un punto di vista dell’attenzione, mentre oggi ruotando in nove, inconsciamente ci siamo adagiati ed abbiamo abbassato il livello di concentrazione. In difesa siamo stati poco bravi a concludere il lavoro. I 28 punti subiti da seconde palle erano punti che potevamo togliere. Il dato sulle palle recuperate e sui rimbalzi, che nelle ultime partite era stato a nostro favore, oggi ha sorriso a Pesaro. Non è stata una questione di difesa a uomo o a zona quanto di desiderio di fare fatica che oggi è venuto meno in maniera ingiustificabile. La zona l’ho utilizzata 25 minuti su 40 e il parziale decisivo del secondo quarto lo abbiamo subito con la difesa a zona, quindi non penso proprio sia quello il problema”.

Alessandro Burin

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