Giornata di presentazioni in casa Openjobemtis Varese con le prime parole del nuovo coach Adriano Vertemati alla stampa.
Sul parquet dell’Enerxenia Arena, teatro di questa prima presentazione stagionale, a prendere la parola, come di consueto in apertura, è il GM biancorosso Andrea Conti che mostra tutta la propria soddisfazione ed orgoglio per la scelta fatta: “Sono felice ed onorato di presentare Adriano con noi oggi. Penso sia un allenatore in grado di trasmettere grande senso di appartenenza nonché un ottimo lavoro a livello di crescita per tanti giocatori e giovani prospetti. Sono veramente soddisfatto e penso che per Varese inizi un nuovo percorso, che speriamo sia il più lungo possibile. Penso che Adriano sia sempre stato un grande primo allenatore. Non è facile stare 9 anni in un solo posto come ha fatto lui a Treviglio, a maggior ragione in A2, dove allenare è molto più complicato che in A1 e quindi sono felicissimo che sia qui”.

Le prime parole del coach di Cornaredo sono di grande emozione, per un uomo cresciuto nel mito delle società lombarde e della Pallacanestro Varese: “Per me è una grandissima emozione ed un onore essere qui. Ringrazio Conti e Bulgheroni per avermi contattato e avermi fatto sentire la persona giusta per questo incarico. Sono nato a Milano ed ho iniziato ad allenare con il mito delle società lombarde. Sognavo di allenare una di queste grandi società e mi fa tremare i polsi, oggi, essere qui. Ero a Monaco e pensavo di rimanerci per tanto tempo poi è arrivata questa telefonata e non dico sia stato facile, ma non potevo dire di no”.

Vertemati è il terzo allenatore più giovane della storia di Pallacanestro Varese, per un coach che ha come imprinting la capacità di far crescere al meglio tanti giovani: ”Non ero a conoscenza di questo dato, ormai a 40 anni si è allenatori giovani mentre prima non era così e sono onorato di essere considerato un allenatore giovane e di essere qui. Un allenatore deve avere la capacità di stare in palestra, avere un rapporto, saper parlare con qualsiasi tipo di giocatore, giovane o vecchio che sia. Ho avuto la fortuna di lavorare nel settore giovanile della Benetton Treviso, che si proponeva come obiettivo di far crescere i giocatori e non di vincere. Poi a Treviglio il credo era quello di far crescere i ragazzi dal settore giovanile e che si affacciavano al mondo senior. Per me non c’è differenza tra giovani e senior. Devi trovare una chiave comunicativa con loro. Farti accettare, non dare per scontato che l’allenatore sia come l’insegnante, ti deve guadagnare il rispetto e la loro fiducia. Far sì che loro si fidino”.

Un gruppo italiano già folto qui in Openjobmetis e da cui ripartire dopo le ottime cose fatte dagli azzurri lo scorso anno: ”Abbiamo dei giocatori sotto contratto e tutti godono del mio apprezzamento. La società ha deciso di investire su di loro e io vedo un gruppo idoneo al livello del campionato e con il quale mi piacerebbe lavorare. La società ha avuto la lungimiranza di metterli sotto contratto anche per la prossima stagione”.
Un gruppo che poi dovrà esprimere le caratteristiche del suo allenatore sul campo, basandosi sull’assunto principale dell’etica lavorativa come fulcro di tutto: ”Prima di vedere come si giocherà bisogna riempire tutte le caselle del roster. Spesso l’idea di gioco iniziale non è l’idea giusta. Voglio mettere tutti i miei giocatori nella condizione di fare il meglio che possono. Al di fuori di quello che è poi l’aspetto puramente tattico o tecnico, ci sono poi valori come l’etica lavorativa sulla quale non c’è spazio di trattativa. Io non ho la presunzione di un credo cestistico da imporre. Penso che la bravura oggi di un allenatore sia la flessibilità”.

Vertemati sarà quindi al timone del nuovo progetto triennale di Openjobmetis per riportare in alto il brand biancorosso, in una collaborazione ottimale con la società, sulla scorta di quanto vissuto a Treviglio: ”Non sono una persona che ha un piano in testa, che ha l’idea di usare le società dove lavora per arrivare da un’altra parte o perché è in cerca di qualcosa perché non è mai contento. A Treviglio ho trovato persone serie che non hanno mai messo in discussione il mio ruolo. Io potevo lavorare al 100% sapendo quando e dove fermarmi ma avevo nel mio lavoro la totale autonomia. Abbiamo sempre condiviso i rischi, facendo il meglio con le risorse limitate. Ciò che abbiamo fatto d’estate non lo abbiamo mai rinnegato nella stagione, questo è fondamentale. Mai rinnegare le scommesse o le scelte fatte. Condivisione dei piani e nel caso di errori assunzione di responsabilità e pronti a sistemare”.

Vertemeir, come lo chiamavano a Monaco di Baviera, arriva a Varese proprio dopo l’esperienza in Germania, che è stata più formante che mai, in una pallacanestro diversa a livello di extra campo rispetto all’Italia, anche se non più di tanto: ”L’esperienza in Germania è stata formativa sotto tutti i punti di vista. L’organizzazione della Lega tedesca è secondo me di buon livello, il prodotto televisivo è un prodotto ottimo. Credo che in Italia non siamo da buttare via. Palazzi completamente nuovi, livello arbitrale superiore è il nostro. In Germania c’è l’idea di gestire il club come un’azienda e si dà grande importanza al marketing ed al merchandising. Io non credo però che siamo così indietro”.

Una stagione, quella al fianco di Trinchieri, logorante e lunghissima, da cui però Vertemati si porta dietro tanti insegnamenti: ”Quest’annata, vissuta con tutte le norme anti covid-19, giocando 90 partite, è sembrata durare come 5 anni di normale lavoro. Un’esperienza del genere, dove spesso sei sempre con la squadra, aiuta a creare un clima ed un ambiente particolari. La coesione e la solidità diventano fondamentali e saranno fondamentali anche quest’anno. Poi ciò che avrò imparato lo vedrò solo al momento dell’atto pratico”.

Un progetto di giovani qui a Varese dove però i risultati conteranno moltissimo, con l’incognita Scola ancora ben viva: “Nessuno di noi è più forte dei risultati. La chiave sarà l’equilibrio tra scommesse da crescere e la concretezza che dovremo avere per scendere in campo a settembre per vincere le partite. Dovremo condividere una parte di scommessa ed una certa nel roster. Se tra questi ci sarà anche Scola non lo so. Nel confronto telefonico che abbiamo avuto lui mi ha ribadito l’intenzione di non far pesare la sua presenza o meno nella costruzione del roster e che l’idea, ad oggi, è quella di non giocare più. Poi se dovesse cambiare idea non sarò certo io a fermarlo, non sono stupido”.

Alessandro Burin

Foto di Angelo Puricelli, Agenzia Blitz

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