L’addio di Vito Cera al Legnano subito dopo la vittoria lilla contro il Ponte San Pietro aveva fatto discutere, ma lo stesso direttore sportivo (fresco di laurea a Coverciano lo scorso luglio) si era prontamente espresso sui social specificando le ragioni dietro la sua scelta:

Era con una vittoria che volevo salutarvi, e così è stato. È arrivato il momento di lasciare questa straordinaria Società, per un progetto importante e ambizioso per la mia crescita professionale.
Chi mi conosce sa che sono una persona ambiziosa e per questo mi vedo costretto a lasciare in anticipo l’A.C. Legnano, che rimarrà sempre nel mio cuore e di cui sarò per sempre un suo sostenitore.
Ringrazio infinitamente la Famiglia Munafò che due anni fà mi ha voluto fortemente qui con loro. Ringrazio anche i vice-presidenti e i consiglieri. Li ringrazio per avermi fatto conoscere da dentro il mondo lilla, li ringrazio per avermi sempre sostenuto in ogni mia scelta e di avermi fatto lavorare in serenità sulla costruzione della squadra.
Ringrazio tutti i giocatori che in questi due anni hanno vestito la maglia lilla, onorandola e rispettandola.
Ringrazio tutto il mio staff, da Mister Sgrò passando per i preparatori arrivando fino al magazziniere, ringrazio tutte le persone della società con cui ho collaborato ed infine ma non per ultimi, un ringraziamento ai tifosi, calorosi e devoti alla bandiera lilla, che dopo le incomprensioni iniziali, hanno capito che io volevo fare solo il bene della Società.
Auguro a loro e a tutta la Società di raccogliere le soddisfazione e i successi che meritano, sarò sempre un loro sostenitore.
Forza lilla, Forza Legnano

Il progetto importante e ambizioso risponde al nome di Tritium: la nuova era biancoblù è iniziata lo scorso 28 ottobre con la presentazione ufficiale dell’organigramma societario agli ordini del presidente Marco Foglia, vicepresidente del Legnano la passata stagione. L’obiettivo primario è quello di portare la squadra (attualmente penultima con soli 6 punti in 9 giornate) alla salvezza nel Girone D di Serie D per puntare a qualcosa di più importante dall’anno prossimo. Una sfida alla Vito Cera e il focoso direttore sportivo non ha esitato ad accettare l’offerta proveniente da Trezzo sull’Adda.

Impossibile, però, dimenticare la parentesi Legnano ed è lo stesso Cera a salutare caldamente il mondo lilla: “Ho vissuto un’esperienza indimenticabile e non potrò che restare per sempre un tifoso del Legnano. Dall’esterno è impossibile capire il vero valore di questa maglia, di questa società, di questa piazza… di questa famiglia. Il Legnano meriterebbe palcoscenici ben più alti, mi spiace non esser riuscito a portare la squadra nel professionismo. Un giorno ci riuscirà, ne sono certo, anche se bisogna essere obiettivi: stare in Serie D non è affatto semplice, la famiglia Munafò ha fatto, sta facendo e continuerà a fare sforzi incredibili e vedere il Legnano costantemente a ridosso dei playoff è già un grandissimo risultato”.

Com’è stato il suo rapporto con il presidente Munafò? Siete due persone che vivono il calcio in maniera decisamente passionale…
“Direi proprio di sì (ride, ndr): abbiamo due caratteri istintivi, sanguigni e passionali. In due anni è capitato di non pensarla allo stesso modo in merito a determinate questioni, ma da persone intelligenti quali siamo abbiamo sempre trovato la soluzione giusta per il bene della squadra e non abbiamo mai avuto un problema. Un ringraziamento speciale va proprio a lui”.

Adesso comincia il capitolo Tritium: cosa l’ha spinta ad accettare?
“Vista dall’esterno può sembrare una decisione assurda: lascio Legnano per andare in una squadra penultima. In realtà il progetto va decisamente al di là della categoria: l’aspirazione societaria è importante ed è in linea con la mia ambizione personale. Io ho bisogno di stimoli: piuttosto che disputare un campionato tranquillo prendendo tutto ciò che viene in più, come avrei fatto al Legnano, preferisco lottare per salvarmi e costruire le basi per un cammino da protagonisti l’anno prossimo”.

Come ha anticipato, la Tritium non sta certo vivendo un bel momento. A livello di calciomercato, ci sono i margini per realizzare qualcosa di importante?
“Oggi, martedì 2 novembre, al campo c’erano 12 giocatori: due o tre hanno già comunicato la loro intenzione di andarsene, mentre altri quattro non garantiscono la presenza agli allenamenti pomeridiani. La Tritium ha una tradizione importante in Serie C ed è giusto che il suo passato gli venga riconosciuto: d’ora in poi ci alleneremo al pomeriggio e costruiremo con il sudore giornaliero le basi per risollevarci. A livello di entrare proverò ad inserire dai sei agli otto giocatori entro venerdì prossimo, data di chiusura del calciomercato. So che non sarà facile perché dipendiamo anche dalla disponibilità di altre società nel liberare i calciatori, ma voglio che sia chiara una cosa: arriveranno solo giocatori che hanno fame, voglia di rivincita e determinazione”.

Vista la difficile situazione di classifica e il recente cambio societario non è certamente facile convincere qualcuno a sposare il nuovo progetto. Quale dev’essere il segreto?
“Nessun segreto, basta guardare la solidità della società. Inutile specificare che il presidente mi conosceva già dai tempi del Legnano e mi ha fortemente voluto per il mio appeal sul territorio: posso piacere o non piacere, essere giudicato competente o incompetente, ma ci metto sempre la faccia. I giocatori sono i miei sponsor preferiti e il passaparola positivo certifica il mio lavoro dato che a livello umano ho sempre avuto un ottimo riscontro. Non voglio certo glorificarmi, ma ciò che ho fatto a Legnano sarebbe stato giudicato come fenomenale in qualsiasi altra società a parità di mezzi e risorse. Detto questo, qui alla Tritium c’è un progetto serio, solido e ambizioso che ci porterà in alto”.  

Con mister Tricarico che rapporto c’è?
“C’è un ottimo rapporto e colgo subito l’occasione per essere chiaro: piena fiducia a Danilo Tricarico. Lo conosco ormai da anni, anche da avversari ci siamo regolarmente sentiti, e so che è un mister preparato, all’altezza della situazione e non è minimamente in discussione”.

Per concludere, visto il disappunto che aveva manifestato per il poco appeal del Girone B, cosa può dirci del Girone D?
“Ribadisco quanto dissi allora: il Girone B è un girone difficilissimo in cui non c’è nulla di scontato, ma è un’Eccellenza allargata. Al contrario, avere la possibilità di andare fuori regione in piazze del calibro di Prato, Rimini o Ravenna solo per fare dei nomi, è tutta un’altra cosa. Come già detto sono un sanguigno, mi piace vivere il calcio con garra e passione: non vedo l’ora di cominciare questa nuova avventura perché con la Tritium ci divertiremo!”.

Matteo Carraro

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