È stato uno degli uomini mercato più corteggiati, ma questo succede solo quando segni a raffica in una stagione difficilissima spingendo i tuoi compagni verso una salvezza (quasi) insperata: Andrea Di Iorio è pronto per la sua nuova avventura. 
L’attaccante classe ’98 che lo scorso anno ha indossato per il settimo campionato di fila i colori della Faloppiese Ronago, questa volta ha ceduto alle lusinghe del Bosto regalandosi nuovi sogni e nuove ambizioni.

“Volevo cambiare – ci spiega Di Iorio -, volevo intraprendere una nuova esperienza e credo che dopo sette anni fosse anche giusto, sono di Faloppio e ringrazierò sempre la Faloppiese Ronago per tutto quello che mi ha dato, ma era giunto il momento di crescere e voltare pagina”.

Un’estate caldissima naturale conseguenza di una stagione da assoluto protagonista: 15 gol e la Faloppiese salva grazie alla vittoria nel doppio confronto playout il Cantello Belfortese. Partiamo da qui.
“Sì, è stata davvero una cavalcata infinita in un campionato molto agguerrito, sono felice di come sia andata e di essere riuscito a collezionare un buon bottino di gol. Era la prima volta che affrontavo questo girone e devo dire che mi ha affascinato molto”.

Ecco perché hai scelto il Bosto…
“Uno dei motivi è proprio questo. Volevo rimanere nel Girone A, penso sia combattuto, avvincente e stimolante. La situazione attuale del Ronago ha agevolato la mia scelta di voler cambiare aria ma io ci tengo a sottolineare che quando lasci una famiglia non è mai facile; sono grato per tutto quello che mi è stato dato in questi anni”.

Al di là della situazione Ronago e del Girone A, perché proprio Bosto?
“Perché alla fine mi sono fidato dell’istinto: è vero che il telefono ha squillato molto e sono andato a parlare con ogni società che mi ha chiamato, ma Bosto è stato un po’ un colpo di fulmine. Mi sono piaciuti fin da subito sia la dirigenza sia i ragazzi che ho visto al campo sia le strutture; la scorsa stagione hanno condotto un campionato di vertice e questo è uno stimolo in più, io credo che sia il posto giusto per fare bene, per aiutarmi a crescere ancora ed anche per togliermi delle soddisfazioni. Sono convinto di aver fatto la scelta giusta”.

Il Bosto lo scorso anno è arrivato secondo ed è uscito al primo turno playoff, ma è a sua volta alle prese con una serie di cambiamenti a partire dall’arrivo di un nuovo mister (Saporiti), passando per l’addio del suo numero dieci, Federico Tasco. Pensi che questo possa influire almeno sull’inizio della stagione?
“Beh per me è tutto nuovo, quindi l’ambientamento sarà un passaggio obbligato, ma in generale un periodo di assestamento ci può stare, nonostante il gruppo si conosca bene e rimarrà quasi in toto. Bisognerà abituarsi ad una metodologia diversa di lavoro, ma ho visto un ambiente sereno, sano, dove si può lavorare bene e sono stra-fiducioso a prescindere dai cambiamenti”. 

Con il tecnico Saporiti hai già parlato?
“Sì, il giorno dopo aver parlato con la società mi sono sentito anche con lui: ci siamo confrontati, mi ha chiesto come preferisco giocare e a sua volta mi ha spiegato la sua programmazione. C’è stato subito un bel feeling ed è stato un altro pesetto che ha fatto pendere la bilancia verso questa scelta”.

A proposito, tu come preferisci giocare?
“Io mi metto a disposizione. Sono un attaccante che aiuta la squadra, che si sacrifica e se devo fare reparto da solo lo faccio, anche se credo di esprimermi al meglio quando ho due esterni ai lati o quando ho una seconda punta che mi gira intorno, un punto di riferimento; poi ovvio che anche il centrocampo fa, se ci sono compagni che ti mandano nello spazio e che ti mettono nelle migliori condizioni possibili tutto diventa più facile”.

Prima hai accennato al girone ribandendo la competitività di questo gruppo, quali pensi possano essere le squadre da battere?
“Ho visto che si sono rinforzate tutte quindi temo che il livello si sia alzato ulteriormente. Non essendo di questa zona non conosco molti ragazzi, ma posso dire che lo scorso anno mi avevano colpito, per il gioco, la Valceresio ed il Luino. Paradossalmente contro il Bosto non avevo giocato né l’andata né il ritorno; nessuna squadra mi aveva impressionato all’inverosimile, però ho visto diversi valori e delle buonissime formazioni”. 

Come siamo messi a “pressioni”? 
“Intendi dire se la soffro?”

Esatto
“Ecco sì, sono uno che sente molto le partite”. 

Te lo chiedo perché con la partenza di Tasco potresti essere un po’ il nuovo punto di riferimento del Bosto, ma anche perché quel “tutti vogliono Di Iorio” ti trasformerà inevitabilmente in un osservato speciale…
“Questo me lo aspetto e ci può stare. Con la “pressione” dovrò imparare a conviverci, ma d’altro canto avere gli occhi puntati addosso mi gasa tantissimo: so che dovrò dare il 110%, ma se uno vuole fare un campionato di vertice ed essere protagonista, non può essere diversamente”. 

Da buon calciatore oltre la pressione sarai anche scaramantico…
“Non posso negarlo…”

Quindi chiudiamola senza promesse ma almeno con l’obiettivo personale che ti sei posto.
“Mi piacerebbe superare i 15 gol dello scorso anno. Bucare la rete così tante volte in una situazione non semplice come quella dell’ultimo campionato è stato impegnativo e allo stesso tempo gratificante ma, come ho detto, sono qui per crescere e per seguire le mie ambizioni ed io non vedo l’ora di iniziare”.

Mariella Lamonica

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