Se lo chiamano “Il Sovrano”, un motivo ci sarà. Con diciassette gol in trenta giornate, Alessandro Anzano non si è di certo smentito e ancora una volta ha saputo come lasciare il segno, ricoprendo un ruolo decisivo nella stagione fuori categoria della Solbiatese. Promossi a pieni voti in Eccellenza, con un notevole distacco dalla seconda classificata, i neroblù di mister Gennari sono pronti a disputare un’altra annata di alto livello. Non a caso, tra le prime conferme della rosa vi è proprio quella dell’esperto attaccante classe 1981, leader di un gruppo di talento e personalità, rimasto addirittura imbattuto per tutto il campionato.

Cosa si può dire di una stagione da armata invincibile?
“È stata perfetta, perché vincere un campionato con quattordici punti di vantaggio a sei giornate dalla fine è qualcosa di straordinario. Poi, il fatto di esserci riusciti senza aver mai perso una partita è stato ancora più bello”.

Per giocatori come te, scendere in Promozione per sposare il progetto è stata una scommessa, e non potevate vincerla meglio di così. Avete sentito la pressione del “non poter sbagliare”?
“Con i giocatori che avevamo, non dico che fossimo obbligati a vincere, ma l’obiettivo era sicuramente quello, quindi il nostro primo posto non è stato uno scandalo; anzi, rispetto agli altri partivamo nettamente favoriti, ma poi si sa che vincere non è mai facile, visto che ci sono squadre, anche in campionati superiori, che spendono tanto per comprare giocatori di livello e poi non riescono a fare bene. La società aveva fatto grossi investimenti a inizio anno ed era stata molto chiara su ciò che si aspettava, e direi che l’obiettivo è stato raggiunto alla grande“.

Il tuo rinnovo è stato uno dei primi: dopo i risultati ottenuti, è stata una scelta facile?
“Una ventina di giorni fa, i direttori Gorrasi, Barban e Agrelli mi hanno chiamato per parlare del futuro. Diciamo che l’età è quella che è e non sono il giocatore che ero fino a quattro o cinque anni fa, però da parte loro c’era la volontà di andare avanti insieme, quindi ci ho pensato bene e, siccome ho ancora voglia di giocare, ho scelto di rimanere qui, anche se avevo ricevuto altre offerte”.

A ottobre spegnerai quarantun candeline: sono i gol il tuo elisir di giovinezza?
“Fisicamente no, ma dentro sono più giovane dei diciottenni (ride, ndr). Quest’anno avrei anche potuto segnare di più, ma vuoi per mancanza di lucidità, vuoi per errore mio, non ci sono riuscito. Comunque sono contento, perché fare diciassette gol in Promozione a quarant’anni non è male”.

Oltre a te, anche Torraca e Scapinello hanno già risposto… sì. Il vostro è stato un attacco stratosferico da cinquantuno gol in tre: dire che sia “collaudato” forse è un eufemismo.
“Lì davanti mi trovo benissimo, sia con Beppe (Torraca, ndr) sia sopratutto con Denis (Scapinello, ndr), con cui ho giocato più volte insieme. Poi la società cercherà sicuramente anche qualche altro attaccante per poter affrontare un campionato molto più complicato di quello di quest’anno”.

In base ai risultati di questa stagione, secondo te quali saranno le squadre di vertice? Tra l’altro, con la tua lunga carriera, in Eccellenza ritroverai tanti compagni e avversari…
“Tantissimi. Ormai è da ventiquattro anni che gioco in queste categorie e in qualsiasi squadra ci sarà qualcuno con cui ho giocato insieme o che ho incrociato su altri campi. Riguardo alle favorite, non sono una persona che guarda molto le altre squadre, perché preferisco pensare a quella dove andrò a giocare io (ride, ndr)”.

Assist per la prossima domanda: viste anche le conferme, a cosa punterà la Solbiatese?
“Sicuramente sarà un campionato molto più competitivo. L’ho fatto per anni e so bene che il livello si alza, ma questo non sarà un problema perché la società allestirà una squadra che potrà giocarsela con tutti. Ci faremo trovare pronti e scenderemo in campo a viso aperto, con la massima serenità e tranquillità, sperando di divertirci e basta”.

Pensando a chi invece non potrai incontrare nel girone, da ex, hai festeggiato anche tu per la promozione della Varesina?
Sono contentissimo che abbiano vinto perché è un ambiente che conosco bene. Ho giocato con loro per tre anni, anche in Serie D, e sono in buonissimi rapporti con tutti. Sicuramente faranno benissimo anche il prossimo anno perché sono una società seria e organizzata che saprà farsi trovare all’altezza”.

Silvia Alabardi

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