Ultimo ballo dell’anno in casa biancorossa con Sassari che idealmente chiude un cerchio dato, che i sardi vennero a Varese proprio a inizio stagione con la Supercoppa in quella che fu la prima gara casalinga dell’Openjobmetis.
Anche Sassari è profondamente rinnovata da quella Dinamo che giunse alle pendici del Sacro Monte in Supercoppa non avendo più fra le sue fila Clemmons, Battle, Mekowulu e Borra, oltre a coach Cavina esonerato a metà novembre e sostituito da Piero Bucchi.
Rispetto alla scorsa annata ci sono ancora l’ex varesino Gandini e capitan DeVecchi, tornato dopo l’infortunio al ginocchio, così come Stefano Gentile, giocatore fantastico per impegno e capacità di non sbagliare quando conta che a gennaio ha avuto un rinnovo triennale che lo terrà in Sardegna fino al 2025, ovvero a 36 anni: altro giocatore bandiera per la Dinamo.
Uno dei punti di forza è l’intelligente Bendzius, giocatore versatile sui due lati del campo e autore di un’altra super stagione con 15 punti e il 45% dall’arco mentre l’ala Burnell ha un po’ deluso le attese, segnando 4 punti in meno rispetto alla scorsa annata e abbassando anche le percentuali al tiro. Un altro che è andato a strappi è Kaspar Treier, giocatore che può performare sia da ala piccola che da ala forte: 3,4 punti in poco meno di 10′ sul parquet. In cabina di regia è arrivato a stagione in corso Gerald Robinson, originario di Nashville, che torna in Italia dopo la passata annata a metà fra Virtus Roma e Pesaro. Prelevato dalla Bundesliga dove a Chemnitz produceva 10,9 punti e 6 assist di media, con Gentile e Logan forma un buon pacchetto con, all’occorrenza, Chessa, che può dare qualche minuto in regia.
In guardia è tornato l’esperto croato Kruslin, che produce punti, ha una buona mano da fuori come spesso capita agli slavi e sa dare il suo contributo in difesa. Sotto canestro troviamo il casse 2000 Ousmane Diop, che alla prima annata in A ha prodotto finora 5,6 punti con 3,5 rimbalzi in circa 15′ di media e il gran ritorno di Miro Bilan. Galeotto fu un amore mai veramente sbocciato con Mekowulu e così, con la guerra a fermare il basket e non solo in Ucraina, la Dinamo non si è lasciata sfuggire l’occasione di riportare in Italia il croato. Lasciata Prometey, con cui poteva centrare le final eight di Basketball Champions League, Bilan non ha impiegato molto a farsi notare: il nativo di Sebenico con la sua tecnica, conoscenza del gioco, abilità nel passare e mettere in ritmo i tiratori sul perimetro viaggia a 15,3 punti e 7,3 rimbalzi di media.
Occhio a..David Logan
Come si fa a non voler bene a un pistolero che a 39 anni suonati continua a trapanare il canestro come se non ci fosse un domani? Anche quest’anno viaggia in doppia a 13,9 punti di media che, però, è il dato più basso in Serie A, ma ci pare sia ampiamente di valore alla luce dell’età di Logan. La mano è sempre calda, anzi rovente dall’arco per il nostro talentuoso Logan che punge col 35% dai 6,75 con una media di 7,5 tiri a partita da oltre l’arco. Diciamo che non è certo timido. Ed è anche costante: mai sotto i 7 punti e solo 6 volte non è andato in doppia cifra: sul suo apporto coach Bucchi può sempre contare. Per lui è un ritorno a Sassari. Già, perchè Logan è uno degli eroi del primo, storico scudetto della Dinamo: l’anno del triplete 2014-15 in cui i sardi conquistarono la Supercoppa (11 punti e 5,5 assist di media per lui), la Coppa Italia (di cui Logan venne nominato Mvp) e, infine lo scudetto. Logan incide con una super serie contro Trento, con 7 punti nel supplementare di gara 7 in semifinale contro Milano e le bombe nel finale di gara 6 contro Reggio Emilia, una gara epica che vide ben 3 supplementari prima del successo sardo. Nel suo palmares ci sono anche 2 scudetti in Polonia, 1 coppa di Grecia, 1 coppa d’Israele, 1 coppa di Germania, la Coppa Italia di A2 e la promozione in A con Treviso. Campioni così fanno solo bene agli occhi.
Matteo Gallo