Nonostante un gruppo molto giovane, l’Aurora Induno è riuscita ad ottenere la salvezza in una stagione dalle innumerevoli difficoltà. A trainare i più giovani verso quest’obiettivo, insieme al gruppo storico di Induno, è stato Andrea Giardino, classe ’96, che ricopre il ruolo di vice capitano.
Una stagione faticosa, come la descriveresti considerando anche quelli che erano i vostri propositi?
“È stata una stagione decisamente travagliata; i propositi di inizio anno erano quelli di fare un campionato tranquillo. Dopo il girone d’andata pensavamo di poter stare sereni e di toglierci la soddisfazione di essere appena fuori dai playoff. Sapevamo che al di sopra di quello non saremmo potuti arrivare perché siamo una squadra giovane, con tanti Juniores saliti quest’anno in prima squadra. A gennaio abbiamo perso qualche giocatore e nel ritorno abbiamo faticato molto di più ma il gruppo non si è mai disunito. Abbiamo peccato di esperienza ed abbiamo subito un po’, senza riuscire a salvarci prima”.
Parlando con compagni e dirigenti si capisce come abbiate giocato con tanta pressione nelle ultime giornate, quanto è stato difficile reggerla?
“Per noi del ’96, che componiamo il gruppo storico, la pressione era quella di dare un esempio ai più giovani. Dovevamo metterli a loro agio, soprattutto quando sono stati chiesti i punti per la salvezza; questa è stata la più grande pressione ma loro sono stati bravi e sono soddisfatto di ciò che hanno fatto. Bisognava essere attenti agli atteggiamenti che si assumevano ed alle parole che si usavano anche in partita, dimostrando che si è in grado di gestire le situazioni”.
A livello personale, invece, ti ritieni soddisfatto o pensi che avresti potuto fare meglio?
“Mi ritengo soddisfatto di quanto fatto nel girone d’andata: anche i due goal che ho segnato, soprattutto quello col Tre Valli che è valso tre punti ma anche di quello fatto alla Cuassese. Nella seconda metà di campionato avrei potuto incidere di più, sia come esempio sia sotto il punto di vista delle prestazioni. Tutto sommato mi posso ritenere soddisfatto, nonostante abbiamo raggiunto la salvezza alla penultima giornata”.
Come hai detto, alla fine siete riusciti a raggiungere comunque la salvezza; potete sorridere?
“Onestamente da sorridere c’è poco, anche perché abbiamo dimostrato di poter fare molto di più. Il ritorno ci ha riportato con i piedi per terra e questo ci deve far pensare che per l’anno prossimo debba essere fatto qualcosa in più. Ci serve qualche innesto offensivo perché ci è mancato un attaccante da 15-20 goal e sull’esterno ci manca qualcosa, mentre dietro ci siamo comportati bene nonostante qualche goal concesso di troppo. Vedo il bicchiere mezzo vuoto e penso che a livello societario si sarebbe potuto fare qualcosa in più, mentre se parliamo della squadra sono molto contento”.
Hai spiegato quello che servirebbe in più, invece cosa pensi vada mantenuto?
“Terrei lo spirito di gruppo che abbiamo dimostrato anche nei momenti difficili: il giovedì si usciva sempre a mangiare insieme e la domenica, nonostante magari tre o quattro gare senza punti, c’era voglia di stare insieme e di provarci. Questo è quello che vorrei vedere anche il prossimo anno: la voglia di stare assieme uniti da una passione comune”.
Pur ricoprendo il ruolo di difensore sei riuscito comunque a segnare due reti e sei stato uno dei migliori realizzatori della squadra, come ti fa sentire?
“Mi sembra già tanto; fare goal mi è sempre piaciuto, soprattutto su palla inattiva, perché è una soddisfazione personale e di squadra. Se segna un attaccante rientra nella normalità, mentre se a farlo è un difensore c’è quella gioia in più”.
Cosa ti senti di dire alla tua squadra?
“Voglio ringraziarli; a partire dai compagni che mi hanno accompagnato nelle difficoltà che abbiamo vissuto e che conosciamo solamente noi, fino al ds Edoardo Facco che si è dimostrato un amico oltre ad essere un dirigente. L’ultimo ringraziamento, ma non meno importante, va al mister che non si è mai demoralizzato ed ha cercato fino alla fine di dare una scossa alla squadra”.
Andrea Vincenzi