La verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. La (premessa) promessa è impegnativa. Ma a 40 anni dalla fucilata di Goodwood per Beppe Saronni la voglia di aprire il libro è superiore a qualsiasi reticenza. L’ultima opera di Beppe Conti ha fatto così da innesco al flusso di ricordi che l’iridato 1982 ha servito a nastro nel corso del 2° Panathlon Day del Panathlon Club La Malpensa in cartellone lunedì sera grazie alla sponda di Banca Generali presso il Ristorante Villa ReNoir di Cerro Maggiore. Per l’occasione, al due volte vincitore del Giro (’79 e ’83) è stata assegnata la prima edizione della reintitolata Fiamma Panathlon – Sergio Allegrini. Massima onorificenza del Club da questo 2022 dedicata al compianto Past President e Segretario Internazionale, nonché figura iconica del movimento panathletico rappresentato nella circostanza dalla moglie Franca e dal figlio Andrea in un battesimo del riconoscimento benedetto dal Presidente del Distretto Italia (ed amico personale) Giorgio Costa. Ma anche il Governatore di Area 2 Lombardia Attilio Belloli ha inviato un suo contributo video.

Ma procediamo con ordine. Grazie alla DeLorean messa in moto alla presenza del Presidente della FCI Cordiano Dagnoni e dalle sollecitazioni della prima firma ciclistica de La Prealpina Sergio Gianoli e del cerimoniere e Vice Presidente del Club Sergio La Torre, il Saronni Graffiti ha toccato i primi giri di pedale (“Mi dicono che da ragazzo ero cicciottello. Per forza, prima di andare a scuola e ad allenarmi, mi alzavo alle 5 per dare una mano in panetteria. Ne ho mangiato di panini…”), l’epoca degli sceriffi (“Una delle mie prime vittorie in pista fu contro Felice Gimondi. Mi toccò scusarmi per la mancanza di rispetto. Allora ai veterani si dava del lei, se non del voi”), la difficoltà ad essere profeta in patria (“Ho vinto la Bernocchi solo quando il traguardo non era a Legnano”), la corsa rosa dell’83 (“Qualcuno provò a farmela perdere con il Guttalax nella cena. Le forze dell’ordine presidiarono l’albergo della squadra per impedirlo”), e (ovviamente) il titolo di campione del mondo (“A differenza di Praga l’anno prima, lì Moser non corse contro nessuno”). Ecco, il leggendario dualismo con il rivale/nemesi/miglior nemico trentino è ancora piccantissimo. Toccando il piano strettamente sportivo (“Corremmo il Trofeo Baracchi in coppia. Partimmo avendo condiviso solo il fatto di portare il cappellino o meno”), quello della contrapposta tifoseria (“Quando si correva dalle sue parti, i suoi sostenitori facevano la posta di notte sotto le finestre dell’albergo per non farmi dormire”), sino alla produzione vitivinicola (“Fa degli ottimi vini. Ma quando ordino qualche cassa, pur sapendo che mi dà un gran fastidio, Dino Zandegù che le commercia infila nella fornitura qualche bottiglia di “51,151”, il brut dedicato al suo record dell’ora”). Insomma, cassetto della memoria letteralmente senza fondo.

A corredo del Panathlon Day (garantito dal supporto del District Manager di Banca Generali Guido Stancanelli e dal Consulente Finanziario Giacomo Bergamaschi), sono stati premiati il decano del Club (ex atleta e DS della Legnanese e Collare d’Oro al Merito del CONI), il 92enne Pino Pagani e l’Amministrazione Comunale di Legnano rappresentata dall’Assessore alla Quotidianità Monica Berna Nasca. Alla serata hanno fornito un contributo anche l’Amministratore Delegato e Consigliere della Fondazione del Varesotto Carlo Massironi e il Curatore del Museo del Ciclismo di Parabiago Antonio Patanè.

A proposito, per celebrare con frutto l’evento, il Presidente del Club La Malpensa Giovanni Castiglioni ha anticipato in chiusura di meeting il prossimo ingresso nel sodalizio di Beppe Saronni. Una fucilata panathletica dopo la più celebre iridata di 40 anni fa.              

Giovanni Castiglioni     

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