Per chi non è un goleador di professione, segnare è sempre un qualcosa speciale; farlo allo scadere regalando i tre punti alla propria squadra, per quei colori praticamente tatuati sulla pelle, dev’essere qualcosa di sensazionale. Un turbinio di emozioni che sicuramente ha provato Samuele Martignoni nel momento in cui ha visto il pallone varcare la linea di porta: Saronno 1, Bensatese 2 e sipario calato sul match.

Ed è proprio da questo episodio che comincia la nostra chiacchierata con il centrocampista classe ’96, uno che la Besnatese ce l’ha davvero tatuata addosso (ma su questo ci ritorneremo), e sa cosa vuol dire crederci fino all’ultimo secondo. “Per chi come me non è abituato a segnare spesso – ci spiega Martignoni – togliersi qualche sfizio è davvero bello, e farlo nel finale conquistando tre punti d’oro su un campo davvero difficile lo è ancora di più. Dopo la gara d’andata, inoltre, avevamo parecchia voglia di rivalsa e, soprattutto, volevamo stare attaccati al treno playoff. Ho fatto esonerare un mister? Mi dispiace, dico sul serio, perché l’esonero di un allenatore non è mai una cosa bella; devo però ovviamente guardare al mio. Ci godiamo questa vittoria importantissima contro una diretta contendente”.

Adesso vi aspetta un’altra sfida “morbida” contro il Morazzone: cosa ti aspetti da domenica prossima, considerando che in campionato i rossoblù sono reduci da un pareggio e due sconfitte?
“Noi non possiamo fare calcoli: dobbiamo scendere in campo per vincere. Abbiamo dimostrato fin qui che, Solbiatese a parte, possiamo giocarcela con chiunque e la sfida d’andata lo dimostra; quel gol annullato all’ultimo ci brucia ancora perché avremmo potuto portare a casa una vittoria pesante. Di sicuro dovremo sfruttare il nostro entusiasmo frutto di tre vittorie consecutive, ma conoscendo il Morazzone so che sarà una battaglia: sono una grande squadra e avranno certamente voglia di rifarsi dopo gli ultimi risultati negativi”.

A proposito di risultati negativi, anche voi, dopo un ottimo inizio di campionato, avete attraversato un lieve declino; a cosa è stato dovuto?
“Infortuni. Ne abbiamo avuti davvero tanti; non a caso la società si è mossa in maniera oculata sul mercato prendendo giocatori di qualità. A livello di gioco, invece, concretizziamo poco rispetto a quanto costruiamo, e questo è un difetto che continuiamo a trascinarci dietro. Non a caso anche domenica abbiamo macinato gioco e le occasioni non sono mancate, ma il gol è arrivato solo alla fine su sviluppo di calcio d’angolo. Da questo punto di vista dobbiamo necessariamente migliorare”.

Venendo a te, invece, possiamo quasi dire che sei alla Besnatese da sempre… cosa significa per Martignoni questa piazza?
“Sono qui da sette anni e, al netto dei risultati, ciò che fa la differenza è l’ambiente familiare e tranquillo, che ti fa sentire in ogni momento ben voluto e protetto. Siamo tutti amici e il clima è sereno, ma non mancano conoscenza, competenza e voglia di fare. Di sicuro la Besnatese ha meno risorse e meno blasone di altre realtà, ma ogni anno riusciamo a far bene e chiunque passa da queste parti conserva un ottimo ricordo”.

So che sognavi di diventare un allenatore: coltivi ancora questo desiderio?
“Certo! Ho iniziato da tre settimane il corso UefaC: è impegnativo, ma lo sto portando a termine e voglio farlo al meglio. Nel frattempo qui a Besnate alleno i Piccoli Amici, per cui sto lavorando a 360° in questo senso e, essendo anche laureato in Scienze Motorie, voglio proseguire su questa strada”

Da dove nasce questa passione?
“Ce l’ho da sempre. Non possiedo chissà quali abilità tecniche, ma mi è sempre piaciuto analizzare e studiare la partita a livello tattico, con un piglio da allenatore per l’appunto. Nella mia carriera ho giocato da mediano, da mezzala e anche da difensore; ho girato tanti ruoli e la mia duttilità mi ha permesso di migliorare proprio l’intelligenza tattica. Mi piace studiare e mettermi alla prova”.

A questo punto non posso non chiederti un giudizio su mister Rasini: cosa pensi di lui?
“È il miglior mister che io abbia mai avuto. Non solo è preparato, esperto e competente, ma a livello umano, tecnico e tattico riesce ad esprimere il meglio e a farlo fare agli altri. Penso si veda da come giochiamo: palla a terra, fraseggio e idee chiare. Lo spogliatoio è unito, siamo tutti con lui e faccio i complimenti al ds Paolo Pozzi per averlo portato qui. Voglio però spendere due parole anche sul vice Andrea Mona: dato che mister Rasini ha preso una squalifica di otto giornate, da tre partite è lui a guidarci e, con tre vittorie all’attivo, direi che se la sta cavando bene”.

Obiettivo personale?
“Giocare il più possibile e togliermi tante soddisfazioni. Mi basta vincere, perché ci tengo ad arrivare a giocarmi qualcosa di importante con questo gruppo meraviglioso”.

Chiudiamo con una riflessione generale sul campionato. Solbiatese a parte c’è tanto equilibrio, per cui ti chiedo: chi si giocherà i playoff?
“Morazzone, Meda, Saronno e… spero noi. In realtà è un pronostico azzardato, perché siamo lì in sette e anche Cantù, Lentatese e Aurora non sono da sottovalutare. Domenica potrebbe già essere un crocevia importante dato che ci sono un paio di scontri diretti, ma le somme si tireranno alla fine. Una cosa è certa: mancano tante partite, ma noi ci siamo”.

Matteo Carraro

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