Il settore giovanile di una società, in qualsiasi categoria, mostra la progettualità e la qualità del lavoro di un club. Avere dei giocatori in Prima Squadra provenienti dalla filiera è il risultato di un percorso svolto con una corretta organizzazione, che parte dai più piccoli fino ad arrivare alla Juniores.

Tutto questo non sarebbe possibile senza la giusta metodologia e competenza da parte dello staff. Fausto Zanesi è responsabile del settore giovanile della Besnatese ormai da quattro anni e i risultati sembrano andare dalla sua parte. La Prima Squadra, composta da parecchi elementi usciti proprio dalla filiera, si trova a un passo dai playoff in Promozione e anche le altre selezioni stanno compiendo un buon cammino nei rispettivi campionati. L’obiettivo è quello di continuare a ricercare allenatori dotati di conoscenze e mantenere alto il livello, con la speranza un giorno di avere una squadra completamente composta da giocatori provenienti dal settore giovanile.

Quali sono le principali difficoltà nel gestire il settore giovanile?
“Non ho riscontrato particolari difficoltà sinceramente. La metodologia che abbiamo intrapreso, da quattro anni a questa parte, penso sia quella giusta. Può essere difficile riuscire a trattenere i più bravi quando arrivano le società più importanti; ma penso anche che sia giusto che chi dimostra fin da subito di avere una marcia in più possa sfruttare al meglio le proprie opportunità”.

Come si possono aiutare i ragazzi nel loro percorso di crescita?
“Penso che affiancare loro persone competenti, in particolare laureati in scienze motorie, sia fondamentale. Soprattutto i più piccoli hanno bisogno prima di tutto di imparare coordinazione e le basi del calcio; la tattica la lasciamo a quelli più grandi. Ai bambini è importante insegnare anche il concetto di squadra; che si vinca o si perda il mister toglie quelli più bravini per dare spazio a tutti. Solo così si possono aiutare tutti a crescere e migliorare”.

Quali sono le principali difficoltà nel passaggio alla Prima Squadra?
“I ragazzi che sono in prima squadra, e ce ne sono già parecchi, non stanno avendo particolari difficoltà ad integrarsi. Il segreto penso sia farli crescere con calma ma dare loro presto la possibilità di allenarsi e giocare con i più grandi. L’Under 18 in questo ricopre un ruolo fondamentale: deve essere il luogo dove avviene la definitiva maturazione ed essere la rampa di lancio verso la prima squadra”.

Quanto può aiutare lo sport in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo da due anni a questa parte?
“Da padre, più che da responsabile del settore giovanile, posso affermare che lo sport è stato fondamentale in un momento come questo. Stare chiusi in casa per così tanto tempo non aiuta di certo i bambini. Non vedevano l’ora di tornare a giocare e adesso che hanno ripreso li vedo anche più sereni di prima. Sono pochi quelli che non si sono ripresentati e tutti quelli che hanno ricominciato l’hanno fatto con grande voglia. Vedere i bambini tornare a sorridere correndo dietro ad un pallone è stato bellissimo”.

Quali sono gli obiettivi per il futuro?
“Vogliamo continuare a crescere e costruire un ambiente dove i bambini possano intraprendere un percorso verso un miglioramento continuo, fino ad arrivare in prima squadra. Cerchiamo di trovare tanta qualità negli allenatori e nelle allenatrici che sembrano avere una marcia in più coi più piccoli. Vogliamo che tutte le nostre selezioni arrivino al top, con la speranza, anche se so che è molto difficile, di arrivare in futuro ad avere una squadra formata solo da giocatori usciti dal settore giovanile”.

Giovanni Enrico Civelli

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