Una vittoria sudata, voluta, conquistata, con le unghie e con i denti. E’ questo che racconta il 93-90 con cui la Openjobmetis Varese supera l’Umana Reyer Venezia, volando al secondo posto momentaneo in classifica con 10 punti. Un successo frutto di un’altra grandissima prova di squadra, per un collettivo che ama giocare e stare insieme, in campo e fuori.
Ed è proprio questa coesione di gruppo, secondo coach Brase, il vero punto di forza della sua Varese, ciò che le ha permesso anche oggi di vincere: “E’ stata una partita molto combattuta. Non siamo partiti al massimo, poi ci siamo ripresi, abbiamo superato il momento di difficoltà e siamo riusciti a vincere. I ragazzi sono stati fantastici, si sono aiutati tantissimo, fornendo un’altra grande prova collettiva. Credo che i ragazzi abbiano capito quale dev’essere la strada da seguire in questo campionato. Sono orgoglioso sia della tenuta mentale che della gestione dei palloni piu pesanti che hanno fatto i ragazzi ed in questo Ross è stato bravissimo. Il piacere con cui questi ragazzi stanno insieme è qualcosa di unico. Stiamo crescendo tantissimo sotto il punto di vista mentale, non ci fermiamo a quello che abbiamo appena fatto ma pensiamo subito a cosa fare nell’azione successiva e questo ci porta ad essere sempre mentalizzati. Abbiamo tante cose su cui dover lavorare ancora, come la conquista dei rimbalzi difensivi, ma siamo in crescita e questo mi rende felice. L’apporto del pubblico poi stasera, è stato eccezionale. Il nostro palazzetto è il migliore in cui poter giocare a pallacanestro“.
Amareggiato invece coach De Raffaele che, sul +5 a pochi minuti dalla fine, ha visto sfuggire via due punti che sarebbero stati oro per la sua Venezia: “Abbiamo giocato una partita dai due volti. Troppo morbidi in difesa nei primi due quarti, molto meglio negli ultimi venti. Abbiamo perso la partita nelle cose semplici, troppe palle perse, noi 14 e loro 6 e troppe seconde occasioni concesse su cui Reyes ci ha fatto male. Complimenti a Varese per la vittoria davanti a questo bel pubblico, noi dobbiamo continuare a lavorare“.
Alessandro Burin