L’aggravarsi dell’emergenza epidemiologica sta causando non poche variazioni al calendario di tutte le categorie dilettantistiche. Se in un primo momento, all’antivigilia di Natale, il Crl si era espresso a favore della regolare ripresa del girone di ritorno di Eccellenza, nel tardo pomeriggio di giovedì è invece stato deciso lo slittamento di due settimane. Ciò significa rinvio a data da destinarsi (seguiranno ulteriori precisazione da parte del Crl) delle giornate inizialmente previste per il 9 e 16 gennaio e definizione dei recuperi di tutte le partite non ancora disputate a partire dal 26 gennaio (salvo diversamente concordato dalle società e previa comunicazione scritta pervenuta al Crl entro 5 giorni dalla data stabilita).
E così, dopo quattro mesi di relativa tranquillità, il calcio, lo sport e la vita di tutti i giorni ripiombano in uno stato di incertezza. Come si sta ripercuotendo questa situazione sulle società della nostra provincia? Quali i cambiamenti di programma, le prospettive e le sensazioni durante questa pausa invernale che purtroppo si protrarrà più del previsto?

La squadra più colpita è il Verbano, che proprio in questi giorni di festa ha dovuto fare i conti con un’impennata di casi. “In questo momento abbiamo circa dieci positivi – spiega il tecnico Sergio Galeazzi –. Abbiamo fermato tutto almeno fino al 3 gennaio, per poi vedere come evolverà la situazione e decidere al riguardo. La situazione è difficile e sento che anche altre squadre sono messe come noi o quasi. Avendo tutti questi casi non c’è la possibilità di fare niente e servirà del tempo per ritrovare la condizione. I ragazzi positivi dovranno stare per almeno due settimane a riposo e quando avranno rifatto il tampone valuteremo se potremo riprendere”.
Quando finalmente arriverà il momento, una buona notizia in casa Verbano è che i rossoneri sono l’unica squadra del girone ad aver disputato tutte le 15 partite del girone d’andata. Il calendario, per loro, dovrebbe quindi essere un po’ più agevole, ma alla luce della situazione attuale non si può escludere, purtroppo, un eventuale accumulo di recuperi anche nel girone di ritorno. “Dipenderà dalla Federazione quale sarà il seguito di questi rinvii e in base a quello ci regoleremo. Dopotutto già nel girone d’andata ci siamo abituati a giocare sette partite in tre settimane. In base al calendario ci organizzeremo e vedremo che tipo di preparazione fare, ma finché non ci sarà l’ufficialità, non ci muoveremo”.

Un approccio cauto anche in casa Sestese, come spiega il mister Fiorenzo Roncari: “Mi auguro di sbagliarmi e che i problemi rientrino presto, ma non sono molto fiducioso. Francamente per la situazione che si sta creando, e che è in continua evoluzione, penso che ripartire il 23 fosse sin dall’inizio l’idea più vicina alla realtà, anche perché ci sarà comunque stato il tempo di recuperare eventuali giornate che possano perdersi. Un po’ tutte le squadre stanno avendo qualche problema legato al Covid, magari non per contagi diretti, ma indiretti, per cui in questo momento allenarsi tutti insieme diventa difficile“.
La scelta dei biancazurri, infatti, è stata quella di aspettare. “Noi in questi giorni ci siamo fermati perché con la società si è deciso di non correre rischi. I ragazzi stanno lavorando individualmente, in attesa di riprendere in gruppo, e a breve definiremo quando ritrovarci, se prima o dopo il 6″.
Proprio il giorno dell’Epifania la Sestese avrebbe dovuto giocare a Voghera. Questo, come tanti altri match, rimarranno in stand-by fino a quando il Crl chiarirà il discorso dei recuperi. Come si potranno gestire i vari rinvii a girone di ritorno già iniziato? “In questa situazione di emergenza bisogna adattarsi alle situazioni. Quando si gioca a metà settimana, allenarsi è complicato, ma ci metteremo a disposizione. Del resto ci siamo già passati nel girone di andata, perché a parte tre settimane, non abbiamo mai giocato solo la domenica, ma anche di mercoledì per la Coppa, quindi siamo allenati a questo ritmo. Secondo me, però, sarebbe stato meglio posticipare il tutto almeno alla fine di gennaio. Avendo tanta esperienza nel calcio svizzero, credo che sia sensato finire a metà dicembre e riprendere a febbraio; oltre al discorso dei contagi, con le giornate che si allungano e le temperature più alte, si riducono anche i costi di esercizio per la società. Credo che almeno nel dilettantismo sia una strada che vada perseguita e sinceramente non capisco perché chi decide sui tempi e i modi abbia questa esigenza di finire ad aprile, proprio quando inizia ad esserci bel tempo”.

Il modello svizzero trova un sostenitore anche nel mister del Gavirate Christian Caon, pienamente d’accordo con lo slittamento del campionato. “La situazione purtroppo è difficile; stiamo provando a fare qualche allenamento, ma con grandi difficoltà, perché abbiamo già avuto alcuni casi e altri ragazzi sono in quarantena, quindi stiamo lavorando a ranghi ridotti. So che anche altre squadre si trovano più o meno nelle nostre stesse condizioni, ma noi abbiamo anche il problema dei tre recuperi, quindi siamo ulteriormente svantaggiati. Come faremo a gestire il calendario? Dal punto di vista dei rinvii abbiamo avuto sfortuna e per questo motivo credo che la classifica non rispecchi il valore delle prestazioni fatte. Spero almeno che questo differimento da una parte ci consenta di smaltire le positività e dall’altra, magari, di recuperare almeno una o due partite, anche se non sarà facile vista la situazione”.
Per il tecnico rossoblù la soluzione migliore sarebbe una diversa calendarizzazione del campionato. “Indipendentemente dal Covid, penso che maggio e giugno siano mesi da sfruttare. Capisco le esigenze della Federazione, ma secondo me bisogna riformare completamente i calendari; giocare a gennaio e febbraio, soprattutto durante una pandemia, è inutile e mi sembra una forzatura. Siamo arrivati bene fino a dicembre, ma se a dicembre fossimo stati fermi, ora saremmo più tranquilli e avremmo meno recuperi. Il problema è di natura organizzativa, perché è paradossale avere l’ultima giornata il 28 aprile e trovarsi a casa in mesi caldi come maggio e giugno, in cui si può giocare di più e in maggiore sicurezza, visto che si può evitare di stare nello spogliatoio riducendo al minimo il rischio di contagio. La Svizzera insegna che non c’è bisogno di fare tre mesi di stop in estate e che in inverno si dovrebbe fare solo un lavoro di gestione. Invece è probabile che a febbraio e marzo ci venga chiesto di fare turni infrasettimanali, quando sappiamo benissimo, almeno nella nostra realtà a Gavirate, che lavoriamo tutti e che giocare il mercoledì sera causa un ulteriore dispendio di energie, oltre al fatto che potrebbe portare ad altri problemi legati al Covid”.
Un altro problema rilevato dal tecnico è quello dei protocolli: “Purtroppo il calendario non è allineato con le normative. Con il return to play dei dilettanti 30 giorni dopo la negatività e gli impegni ravvicinati, vuol dire che un giocatore che è stato positivo perderebbe almeno 5/6 partite. Senza un adeguamento del protocollo, il campionato risulterebbe completamente falsato perché se una squadra è sfortunata potrebbe avere anche dieci giocatori non disponibili per molto tempo. Altrimenti ci vorrebbe il protocollo dei professionisti, che però ha costi rilevanti per tutte le visite specialistiche che comporta. Dovrebbero definire meglio tutto, compreso il numero massimo di positivi per poter scendere in campo, e portare il return to play a 15 giorni; se no sarebbe più sensato sospendere il campionato fino a marzo e spostare i playoff a luglio. Spero almeno che l’obiettivo sia di arrivare alla prossima stagione facendo tesoro delle vicissitudini di questi ultimi due anni per organizzare meglio il calendario e le normative”.
Considerata la situazione, gli allenamenti subiranno probabilmente qualche variazione: “Cambieremo qualcosa, magari a livello di carichi di lavoro, ma in linea di massima continueremo con le nostre tre/quattro sedute settimanali. Certo, visto che che non si giocherà fino al 23 ci adegueremo ulteriormente. Non potendo programmare nulla, viviamo un po’ alla giornata e cerchiamo di fare il meglio che possiamo. Tutti abbiamo voglia di giocare, anche perché nelle ultime cinque settimane sono più le partite non giocate che quelle giocate; quindi se si potrà, e magari riusciamo a recuperare qualcosa prima, ben venga, altrimenti vedremo di volta in volta”.

Situazione più rosea, almeno dal punto di vista dell’emergenza sanitaria, in casa Vergiatese, come spiegato da mister Paolo Crucitti: “Noi in questo momento ci stiamo preparando. Abbiamo ripreso gli allenamenti lunedì dopo aver fatto un giro di tamponi e non ci sono stati problemi. Da quel punto di vista non dovremmo avere difficoltà, ma sappiamo bene che in questa situazione le cose possono cambiare da un momento all’altro. In settimana stavamo caricando pensando che avremmo giocato il 6, ma poiché non sarà così possiamo e dobbiamo modificare il programma di allenamenti. Se potremo recuperare la partita col Gavirate prima del 23 è un conto, se invece si riprenderà direttamente in quella data è un altro. Staremo a vedere cosa succederà, ma comunque stiamo proseguendo bene e la squadra è quasi al completo, dato che solo un paio di ragazzi hanno qualche piccolo problema”.
Un clima abbastanza tranquillo e sereno, dunque, per i granata, che non dovranno recuperare altre gare del girone d’andata oltre a quella contro i rossoblù. Riguardo allo slittamento, da parte del tecnico vi è la piena accettazione di quanto deciso dal Crl. “Essendoci così tanti casi di positività, è giusto posticipare l’inizio del campionato: l’importante, però, è capire bene quando si potranno fissare i recuperi. La situazione non è semplice e mi auguro che il girone di ritorno posso andare avanti senza problemi. Dal punto di vista della squadra, io sono molto soddisfatto e fiducioso perché ho ritrovato un bel gruppo e stiamo lavorando molto bene”.

E si lavora anche in casa Varesina, come ci ha spiegato mister Marco Spilli: “Noi ci stiamo allenando con i ragazzi a disposizione e facciamo dei controlli ogni volta che riprendiamo l’attività. Il 19 avevamo riscontrato un paio di casi e a quel punto avevamo sospeso tutto, poi ci siamo ritrovati il 27, eccezion fatta per chi è ancora a casa, e dopo l’ultimo allenamento del 30 ci ritroveremo il 3 e faremo un altro giro di tamponi. Diciamo che siamo tornati un po’ alle procedure dell’anno scorso, anche per il fatto di dividere i ragazzi in più spogliatoi rispettando il distanziamento negli spazi chiusi”.
Anche il tecnico toscano si è dichiarato d’accordo con la decisione del Crl: “Credo che in questo momento fermarsi un attimo sia una cosa saggia; la situazione sembrerebbe ancora sotto controllo, ma giustamente, con questo boom di casi, visto e considerato che ci sono squadre, noi compresi, con diversi ragazzi positivi, la priorità è sistemare questa situazione, che credo che col tempo possa andare migliorando. Chiaro che serve un po’ di responsabilità, anche in forma individuale, e che bisogna portare ancora un po’ di pazienza, ma penso che rispettando alcune piccole regole la conclusione del campionato non sia a rischio”.
Campionato in cui la Varesina, insieme al Gavirate, ha disputato per ora solo 12 gare. “Ci mancano ancora tre partite dell’andata, ma non siamo preoccupati per il calendario – continua il tecnico rossoblù –. Le recupereremo nelle date che verranno stabilite e cercheremo di sfruttare appieno l’ampia rosa a disposizione, che in questi giorni si è ulteriormente allargata con l’arrivo di Scaramuzza, e forse giocare ogni tre giorni potrà essere anche un bene. Sicuramente visto quanto successo nei due inverni scorsi, giocare di più a marzo e aprile potrebbe essere una soluzione, ma noi dell’Eccellenza siamo legati alle date dei playoff nazionali e capisco che possano esserci delle difficoltà da parte del Crl nel coordinarsi con le altre regioni. Non so se ci saranno veramente i margini per valutazioni di questo tipo, ma nel caso noi saremo disponibili. Per quanto ci riguarda continueremo a lavorare con buon senso, volontà e sacrifico, perché non è semplice cambiare in corsa i programmi e non poter pianificare il futuro, ma abbiamo la prospettiva di tornare presto in campo, che è quello che ci piace fare”.

Silvia Alabardi

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