Con l’arrivo di Dušan Vlahovic alla Juventus, il passaggio di Davide Fasani dalla Castanese al CAS Sacconago è passato in sordina. Scherzi a parte, il giovane attaccante classe ’00 (tifosissimo della Juve ed entusiasta dell’acquisto del bomber serbo da parte dei bianconeri) ha scelto di scendere di categoria per mettersi alla prova e rilanciare la sua carriera mettendo le sue qualità al servizio del CAS in modo da portare il prima possibile la squadra di mister Gabriele Saporiti alla salvezza.
“Ero fermo ormai da un annetto – spiega Fasani – e non appena mi è capitata questa opportunità ho scelto di accettare. Il direttore sportivo Claudio Colombo mi ha fortemente voluto e qui al CAS posso conciliare il calcio con il mio lavoro di barista allo Scacco Matto di Inveruno. Per me e per la mia carriera è stata indubbiamente la scelta migliore”.
Arrivi in una situazione di classifica non facile: quali sono gli stimoli?
“L’obiettivo principale, inutile sottolinearlo, è la salvezza. Sono stato preso per fare gol e, di conseguenza, il mio obiettivo è quello: ogni partita sarà una storia a sé e dobbiamo scendere in campo con l’obiettivo di conquistare sempre i tre punti. Con queste prospettive gli stimoli emergono naturalmente”.
Qual è stato il primo impatto con la tua nuova realtà?
“Conoscevo Christian Finato perché è un mio vicino di casa, ma per il resto l’ambiente era totalmente sconosciuto. Christian mi ha consigliato di accettare e non mi pento: mi sto trovando bene con tutti, dalla società alla squadra, e ho subito percepito tanta grinta e voglia di riscatto. Credo che abbiamo le carte in regola per raggiungere la salvezza: fin qui, a quanto ho visto, sono mancati e gol e spero di contribuire a risolvere questo problema”.
Quali sono le tue qualità migliori?
“Mi so adattare a parecchie tipologie di gioco, ma la mia dote migliore è l’uno contro uno: con la mia velocità riesco spesso a saltare l’uomo e ad innescare potenziali occasioni pericolose per me o per i miei compagni. Per questo motivo preferisco giocare sull’esterno sinistro, ma sono arrivato qui con umiltà, pronto a fare qualsiasi cosa mi chieda il mister. Gioco aereo? Passiamo alla prossima domanda, sulle palle inattive non provo nemmeno ad andare a saltare (ride, ndr)!”.
Che rapporto c’è con mister Saporiti?
“Diretto e sincero. Il mister è una persona alla mano, con cui si può parlare liberamente di qualsiasi cosa: se ci sono problemi si risolvono. Mi ha chiesto di mettermi al servizio della squadra, cosa per cui sono già pronto e carico di mio. Sa che potrei soffrire giocando spalle alla porta, per cui credo che mi sfrutterà come esterno offensivo per portare cross e occasioni”.
Nella tua giovanissima carriera hai già assaporato la Serie D con la maglia dell’Inveruno e l’Eccellenza con la Castanese; qual è il bilancio?
“Ho dato molto meno rispetto a quello che potevo dare. Credo che il tutto sia riconducibile ad una questione mentale: sono uno che vive alla giornata, per cui se riesco ad entrare in campo con la testa giusta rendo in un certo modo, altrimenti faccio molta fatica. In questo periodo ho lavorato molto su me stesso da questo punto di vista, e so che qui al CAS avrò l’occasione per rilanciarmi. Sento la fiducia da parte di tutti e sono consapevole di cosa posso dare”.
Che differenze ci sono tra Serie D, Eccellenza e Promozione?
“In realtà non credo che ci sia una differenza così enorme e mi ricollego alla questione mentale: logico che più sali di categoria più si curano i dettagli e tutto ciò che riguarda il pre-partita, ma mi è capitato di vedere giocatori in Promozione che potrebbero tranquillamente stare in Serie D. In molti casi credo si tratti di scelte personali, dettate da specifiche esigenze”.
Venendo alla più stretta attualità, sei ottimista in vista della ripartenza del 13 febbraio?
“Sono discorsi che non mi riguardano: ci sono organi competenti che decideranno. Noi non possiamo far altro che andare avanti giorno dopo giorno sperando che il 13 si riparta a pieno regime; mi auguro che i nuovi protocolli possano garantirci la continuità di cui abbiamo bisogno”.
Prima del 13 febbraio ci sono però in programma un paio di recuperi, a cominciare dal big match di domenica prossima contro l’Accademia Inveruno. Per te è quasi un derby: cosa ti aspetti?
“Per me è una partita davvero sentita. Ad Inveruno ho passato dieci anni fantastici e ho solo bellissimi ricordi, ma il passato è passato: ora sono un giocatore del CAS e l’obiettivo sarà solo quello di portare a casa i tre punti. A livello personale spero di esordire con un gol per aiutare la squadra a vincere”.
Estendendo il discorso al girone di ritorno in generale, hai detto che l’obiettivo del CAS è la salvezza; il tuo personale?
“Sarò banale, ma viene prima il bene della squadra. Ovviamente ci tengo a far bene e le due cose, il mio rendimento e quello del CAS, saranno strettamente legate. Se proprio dovessi pormi un obiettivo diciamo che arrivare in doppia cifra sarebbe tanta roba”.
A proposito di doppia cifra, cosa ne pensi di Vlahovic?
“Un fenomeno. Lui e Halaand sono di un’altra categoria e sono felicissimo del fatto che Vlahovic possa venire alla Juve. Speriamo in bene!”.
Tornando a te, per concludere, qual è il tuo sogno?
“Sarò ancora banale, ma davvero l’unica cosa a cui penso è fare bene e finire la stagione alla grande: la mia vittoria più grande sarà salvare il CAS. Per pensare al futuro c’è tempo”
Matteo Carraro