Basta poco per ritrovare il sorriso: due pareggi, due vittorie, otto punti e salvezza ad un passo. L’ultimo mese targato CAS Sacconago ha riportato il buon umore tra i biancoblu dopo una stagione vissuta tra alti e (troppi) bassi, e la fiducia per un finale di stagione in crescendo dovrà essere portata sul campo per le ultime cinque partite.

“L’ultimo mesetto ha portato entusiasmo – conferma il ds Claudio Colombo – perché fare risultato vedendo i propri sforzi ripagati dà sempre ottimismo. Non abbiamo magari fatto la stagione che ci aspettavamo, ma la salvezza diretta è alla nostra portata e vogliamo conquistarla in fretta; la vittoria di domenica scorsa ci ha dato ulteriore consapevolezza”.

Parliamo proprio di domenica. Il 2-1 al fotofinish in rimonta contro l’Accademia Inveruno quanto è stato importante?
“Oserei dire fondamentale, perché abbiamo conquistato tre punti importanti che ci hanno permesso di agganciarli in classifica. Dopo le ultime belle prestazioni, domenica è arrivata la conferma: vincere in quel modo, rimontando l’iniziale svantaggio, è sintomo del fatto che i ragazzi stanno mettendo tutto ciò che hanno e finalmente si vedono i frutti. Anche mister Cau sta dando un grosso contributo e, in questo momento, non potrei essere più felice di così”.

A proposito di vittorie, possiamo dire che sia stato il 3-1 alla Besnatese a dare la scossa?
“Sì, indubbiamente è stato un turning point importante. Dopo un primo tempo brutto siamo rientrati negli spogliatoi meritatamente sotto di un gol, ma nella ripresa ho visto una squadra trasformata che ha conquistato una fenomenale vittoria in rimonta. Come ho detto prima non ci aspettavamo una classifica del genere ed è logico che sia subentrato un po’ di sconforto nelle settimane precedenti, ma in ogni caso sapevamo di avere qualità importanti e di poter mettere in difficoltà chiunque. Quella vittoria ci ha ridato la fiducia che mancava e lo abbiamo dimostrato anche contro l’Inveruno, continuando a giocare malgrado lo svantaggio e inseguendo la vittoria fino al 90’: la partita poteva anche finire in parità, non ci sarebbe stato nulla da dire, eppure abbiamo voluto con forza quei tre punti e li abbiamo portati a casa”.

Adesso testa all’Olimpia Ponte Tresa, altro delicato scontro diretto: che partita vi aspettate?
“Una battaglia. Sarà una partita durissima perché loro sono ultimi, ma io non dimentico che all’andata ci hanno battuto 3-0. Malgrado la classifica so che hanno buoni giocatori e ogni squadra può dire la sua, come dimostrano gli ultimi risultati: noi abbiamo battuto la Besnatese, il Cassano ha vinto col Meda, per cui ogni giornata sarà impegnativa e potrà riservare sorprese. Per cui mi aspetto una partita maschia, in cui saranno la corsa e la grinta a farla da padrone: noi vogliamo arrivare al risultato a tutti i costi, ma anche loro avranno tanta voglia di vincere”.

Dopo l’Olimpia, ecco Union Villa Cassano e Gallarate; tre partite contro le attuali ultime tre della classe. In questa fase è meglio incontrare chi sta sopra o chi sta sotto?
“Partiamo col dire che facendo bene nelle prossime tre partite avremo la quasi certezza di poter finire l’anno tranquillamente, godendoci una meritata salvezza; in caso contrario ci ritroveremmo invischiati al 100% nella lotta per non retrocedere e, in tal caso, dovremo assumerci le nostre responsabilità. Bisogna essere onesti: se una squadra ha ottenuto pochi punti, come noi, significa che qualche difficoltà c’è stata. Ovvio che a questo punto sei chiamato a giocarti qualcosa di importante e, di conseguenza, metti in campo una grinta diversa da quella che può avere una squadra a metà classifica”.

Estendendo il discorso alla vostra stagione, dal vostro punto di vista cosa non ha funzionato?
“In questi casi è sempre difficile essere oggettivi e razionali, ma è innegabile che siamo stati sfortunati a livello di infortuni: calciatori che dovevano essere la nostra colonna portante hanno avuto stop importanti e la loro assenza ci ha tolto sicurezza. Penso a Oldani, un pilastro della difesa che avrà giocato sei o sette partite prima di farsi nuovamente male al ginocchio, a Napolitano, nostra bandiera a centrocampo che avrà giocato cinque partite, o allo stesso Berton, la nostra punta di diamante che è stato a lungo a mezzo servizio; ora è tornato e ha fatto gol pesantissimi come quello di domenica o quello al 90’ contro il Gallarate. Dal mio punto di vista la rosa del CAS è assolutamente discreta, ma è ovvio che certi giocatori riescano a spostare gli equilibri e il fatto di non averli ci ha penalizzato”.

Un commento sul cambio della guida tecnica?
“Reputo Gabriele Saporiti un ottimo allenatore e un’ottima persona, e sono straconvinto del fatto che la reazione del girone di ritorno l’avrebbe ottenuta anche lui. Di sicuro mister Cau ha un rapporto diverso con i calciatori, più “complice”, in quanto è qui da sempre; credo sia questa l’unica differenza anche perché Saporiti ha dato tutto sé stesso. Con lui mi sento ancora di tanto in tanto e i rapporti sono rimasti ottimi; diciamo che all’epoca ero più arrabbiato con i giocatori che non stavano rendendo come potevano. In questi casi o si cambiano dieci giocatori o il mister fa un passo indietro perché si accorge di non poter dare di più, e Saporiti ha avuto il coraggio e l’umiltà di farlo. Gli auguro davvero il meglio per la sua carriera”.

E sul nuovo vecchio allenatore cosa possiamo dire? Cosa rappresenta il CAS Sacconago per Luciano Cau?
“Io sono il suo direttore sportivo, ma bisogna specificare che siamo amici da sempre e ho fatto da testimone al suo matrimonio; il rapporto umano che ci lega è speciale e non è condizionato da quello professionale, che è comunque ottimo. A inizio stagione, per motivi personali, aveva scelto di rinunciare alla panchina: siamo comunque rimasti in contatto e, nel momento in cui le cose non andavano bene, ha dato la sua disponibilità a tornare anche perché si era liberato dai suoi impegni. Luciano al CAS è di famiglia: è stato giocatore prima e allenatore poi, e conosce da sempre il presidente Gallazzi che era stato il suo ds tempo fa. Noi tre formiamo un bel gruppo e siamo davvero uniti”.

E invece per Claudio Colombo cosa rappresenta il CAS?
“Senza che si offenda il pres. (ride, ndr) il CAS è la mia squadra. Io per motivi lavorativi mi occupo solo della Prima Squadra, ma grazie alla libertà che mi lascia si è creato un bellissimo rapporto di fiducia reciproca e la vivo come se fossi il secondo presidente; sia chiaro, non lo voglio usurpare (ride ancora, ndr). Il CAS è il mio svago, il mio divertimento; tante volte mi fa incazzare e rimanere male, ma tante altre volte mi regala gioie… è il calcio, e non posso farne a meno”.

È quindi questa la vostra più grande forza? L’unione?
“La forza del CAS è saper toccare le corde giuste, cosa che Luciano ha fatto molto bene nel momento in cui è tornato. Siamo una famiglia, chiunque arriva si integra subito, siamo sempre allegri e abbiamo voglia di stare insieme… in Promozione ovviamente.  I giocatori sanno di appartenere a questo campionato e ognuno sta dimostrando con forza di voler conquistare il prima possibile la salvezza. Negli anni abbiamo creato un bellissimo ambiente in cui tutti si fidano di tutti e ai ragazzi non facciamo mancare mai nulla; magari non avremo chissà quali strutture, ma in cucina siamo fortissimi e il giovedì sera non si può rinunciare alla cena di squadra post allenamento”.

Matteo Carraro

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