Consiglio di Stato oggi. Sentenza probabilmente solo domani. A meno di inconsueta rapidità dell’organo di giudizio, la definitiva (?) chiusura del caso Campobasso/Teramo si compirà solo nella tarda mattinata di venerdì 26. Giornata in cui (pomeriggio/sera) dovrebbero venire compilati anche i calendari del prossimo Campionato di Serie C al via il 4 settembre (salvo diversamente). Senza entrare nel merito di una vicenda intricata più per ragioni formali che per profili sostanziali e destinata a fare giurisprudenza (salterà il sistema delle licenze sportive?), gli scenari all’orizzonte vanno in due direzioni.

Esclusione – In caso di conferma della determinazione della FIGC (su assist Covisoc), avremmo il canonico format di categoria a 60 squadre. Visto il precedente ripescaggio (non in discussione) di Torres e Fermana.  

Reintegro – Se invece il Consiglio di Stato dovesse imporre il reintegro di uno o di entrambi i club ricorrenti, la Lega Pro 2022/23 avrebbe 61 (o 62) società ai nastri di partenza. Stando a quanto dichiarato in questi giorni dal Presidente Ghirelli, la ratio sottostante alla composizione dei Gironi non dovrebbe cambiare con raggruppamento A (quello della Pro Patria) immutato, B a 21 partecipanti con il Teramo e idem il C con il Campobasso. Ma sul punto dovrebbe in ogni caso pronunciarsi il Consiglio Direttivo. Così come sul plausibile aumento delle retrocessioni per poter riportare nel 2023/24 l’alveo delle squadre a quota 60. Tema su cui peraltro non si può escludere un diretto intervento federale.

Come andrà a finire? Giusto per buttarla lì, il rinvio al Consiglio di Stato sembra andare incontro alle istanze dei club reietti e il Campobasso ha chiaramente più chance del Teramo. Anche se la logica legale giustificherebbe un destino comune. Quindi, Serie C a 62. Ma è solo un azzardo.                                                     

Giovanni Castiglioni

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