La Castanese in questo momento rappresenta una società con idee e valori espresse soprattutto nei propri giocatori. Ragazzi giovani uniti a un gruppo consolidato di veterani, costituiscono un ottimo mix per unire spensieratezza ed esperienza. Tra questi spicca Dario Braidich, attaccante classe 1997′, quindi non un novellino ma con ancora molta esperienza da fare in questa categoria.
Dario, state andando molto bene finora nonostante le due sconfitte consecutive:cosa unisce più di tutto questo gruppo?
“Vogliamo innanzitutto salvarci, questo è il nostro obiettivo principale e pensiamo solo a fare bene partita dopo partita. Stiamo andando bene, è vero, ma non abbiamo fatto nulla, vogliamo stupire lavorando con umiltà verso il nostro obiettivo. Ultimamente siamo stati un po’ sfortunati, speriamo di riprenderci subito e di ricominciare a fare punti. Il gruppo? Mi trovo benissimo qui, lavoriamo tutti bene, è perfetto”.
Come ti senti fisicamente e mentalmente?
“Sto bene, l’importante è giocare e non avere infortuni, purtroppo le passate stagioni diversi problemi fisici mi hanno un po’ rallentato, ora mi sento bene e sono fiducioso per continuare così, anche a livello psicologico”.
Domenica affronterete il Fossano, come state preparando questa importante sfida?
“Siamo concentrati e vogliamo fare punti, per noi è uno scontro diretto e non sarà semplice. Questo è un campionato dove ogni domenica devi dare tutto per far punti. Non dobbiamo avere ansie o paura ma fare la nostra partita tranquilla, torneremo presto a macinare risultati positivi”.
Finora hai segnato 6 gol, mai così bene: dove vorresti arrivare continuando così?
“Sono felice e orgoglioso di quanto sto facendo ma la stagione è lunga e non voglio fermarmi. Mi trovo bene qui e questo si nota alla domenica quando riesco a rendere. Un sogno? Mi piacerebbe arrivare nei professionisti, è tosta ma so che lavorando sodo potrei raggiungere questo traguardo, vedremo a fine stagione quanti gol avrò segnato e come la squadra avrà terminato, ma sono sicuro che andrà bene in ogni caso”.
Niccolò Crespi
