Carisma, esperienza, concretezza in fase di finalizzazione: la stagione di Emanuele Pappalardo è iniziata nel verso giusto, con quattro gol in otto partite. Attaccante classe 1987, l’anno scorso è stato tra i protagonisti della cavalcata del Castello Città di Cantù verso i playoff di Promozione, mettendo a segno la bellezza di 23 reti.

Nella sua carriera ha spaziato dalla Serie D alla Prima e Seconda Categoria, vestendo per tanti anni la maglia del Cantù San Paolo, e ha disputato diversi campionati di Eccellenza a Oggiono. Ora, il ritorno in questa categoria, dalla quale mancava dalla stagione 2015/16. Da ripescata, la sua squadra si sta rivelando l’outsider sorpresa del girone: al quinto posto con 15 punti, i gialloblù hanno saputo imporsi su formazioni come Pavia, Sestese e Verbano, oltre a tenere a bada corazzate del calibro di Vogherese e Oltrepò. Domenica, la prima sconfitta di questo avvio di stagione contro un attrezzato Club Milano, un incidente di percorso che i ragazzi di mister Bertoni vogliono archiviare il prima possibile.

Partiamo proprio dalla sfida di Pero. Considerando che insieme alle pavesi siete l’unica squadra ad aver subito solo una sconfitta, il bicchiere probabilmente resta mezzo pieno…
“Domenica abbiamo disputato un primo tempo non ai nostri soliti livelli, contro una squadra giovane ma forte, forse una di quelle che mi ha impressionato di più in questo inizio di stagione. Nel secondo tempo abbiamo fatto qualcosa in più, agguantando il pareggio a venti minuti dalla fine, ma dopo il loro secondo gol al trentottesimo non c’è stato niente da fare. Abbiamo perso, e gli acciacchi di alcuni giocatori in settimana non hanno di certo aiutato, ma è stata una sconfitta che ci ha fatto rendere conto del fatto che possiamo giocarcela con tutti”.

Vi aspettavate un inizio di campionato di questo tipo? La continuità rispetto alla scorsa stagione, in panchina e a livello di rosa, si sta dimostrando di grande aiuto?
“Il fatto che non abbiamo cambiato molto – anzi, quasi nulla – è importante. Di rinforzi esperti è arrivato solo Scaccabarozzi, mentre per il resto la campagna acquisti si è concentrata su giovani di qualità che si stanno dimostrando abbastanza interessanti. Quanto al mister, parlando in base alla mia esperienza di tutti questi anni, è molto valido e preparato, forse uno dei migliori tecnici che abbia avuto nella mia carriera. Diciamo che la società ha fatto bene a confermare il gruppo. Ci eravamo prefissati l’obiettivo di salire di categoria in due/tre anni e l’abbiamo centrato al primo; con l’aiuto del ripescaggio, è vero, ma è stato comunque un traguardo conquistato sul campo. Siamo una squadra che in settimana si allena bene e questa è la nostra forza. Penso che abbiamo avuto un approccio positivo alla categoria, sebbene non siamo stati molto fortunati a livello di calendario, visto che in otto partite abbiamo incontrato le prime sette in classifica”.

E a questo proposito, finora, ben pochi sono riusciti a fermare – o arginare – le pavesi. Voi ce l’avete fatta con tutte e tre. Questi risultati vi hanno dato più fiducia e consapevolezza?
“Senz’altro. La consapevolezza è il fattore più determinante. Affrontare subito queste squadre e riuscire a tenere botta facendo buone prestazioni è stata un’iniezione di fiducia importante e ha dato una grossa mano a livello di stimoli, quindi dobbiamo essere bravi a continuare su quest’onda”.

Anche sotto l’aspetto personale, la stagione è iniziata bene, con già quattro reti all’attivo. Vista la tua esperienza, ti senti un po’ il trascinatore di questo gruppo?
“Trascinatore no, perché paradossalmente penso che sia il giovane a trascinare il vecchio facendogli sentire che la sua esperienza è importante. Per tutta la mia carriera ho sempre avuto dei compagni più esperti che prendevo come punto di riferimento; poi, con il passare degli anni, mi sono sentito anch’io in dovere di assumermi questa responsabilità nei confronti di chi ha bisogno di qualche consiglio o chiarimento. Certo è che per farlo devi essere credibile, sia in campo che fuori, e questo è proprio il mio obiettivo”.

Parlando appunto di numeri, le tue stagioni sono state sempre abbastanza prolifiche. Qual è quella che ricordi con più piacere?
“Le mie stagioni più belle sono state quelle in Eccellenza e Serie D a Cantù. Il gruppo si era poi spostato a Oggiono e aveva fatto bene anche lì, quindi gli anni migliori, per me, sono stati quelli. Pensando al presente, credo molto in questo gruppo che si è formato l’anno scorso e che a tratti rispecchia il mio di tanti anni fa. Il fatto è che quando si sta bene nel gruppo – inteso come gruppo in campo, a livello di gioco; se poi si sta bene anche fuori dal campo, tanto meglio – si riesce a fare tutto quello che c’è da fare. Sotto quell’aspetto, penso che il nostro gruppo abbia una marcia in più”.

Domenica vi aspetta la Vis Nova in casa. Sulla carta, potrebbe essere l’occasione perfetta per tornare a fare punti. Loro, però, si sono sicuramente galvanizzati con la prima vittoria stagionale contro il Gavirate. Che partita ti aspetti?
“Sarà una partita molto difficile. Oltre al Binasco, la Vis Nova è l’altra squadra che secondo la classifica si potrebbe considerare abbordabile, una definizione che in realtà in Eccellenza, e soprattutto in questo girone, è un po’ rischiosa, perché non esistono partite facili. Noi sappiamo che venire a giocare in casa nostra non è semplice e cercheremo sicuramente di fare bottino pieno. È vero che contro lo stesso Binasco il risultato era stato rotondo, ma indipendentemente dall’avversario bisogna sempre cercare di fare la partita, altrimenti diventa complicato con tutti”.

Ultima domanda: dove può e vuole arrivare questo Castello Città di Cantù?
“Trovarci abbastanza in alto dopo otto partite non può essere un caso. So che la risposta che sto per dare può sembrare preconfezionata, ma quello che dobbiamo fare è pensare una partita alla volta, preparandoci ogni settimana in base all’avversario da affrontare. Dire che l’obiettivo sia la salvezza non mi piace, perché nessuno gioca per salvarsi. Io scendo in campo per vincere tutte le partite e fare del mio meglio; se siamo più bravi, vinceremo; se siamo tanto bravi quanto l’altra squadra, pareggeremo; se gli avversari sono più bravi, vinceranno loro. Di domenica in domenica vedremo, poi a maggio tireremo le somme”.

Silvia Alabardi

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