Daniele Ferrandino – originario di Brandizzo – trequartista classe 1999 è cresciuto nel vivaio del Torino, ma non solo. A svezzarlo calcisticamente sono anche Pro Eureka e Alessandria che gli permettono il salto nel calcio dei grandi. La prima esperienza in D arriva con il Borgosesia. E dopo la breve parentesi in quel di Sesto San Giovanni, con la casacca della Pro Sesto, arriva il lancio definitivo con il Chieri. Sette gol segnati e otto assist forniti ai compagni con la società torinese dove ricopre tutti i ruoli del centrocampo e raggiunge quota 119 gettoni complessivi in categoria.

Da questa stagione hai iniziato a vestire neroverde, come ti trovi in Castellanzese e cosa ti ha spinto ad accettare la chiamata della società durante il mercato estivo?
“A Castellanza mi trovo benissimo; questa è una società ambiziosa che punta a fare bene sotto ogni punto di vista, sia in campionato che anche in qualsiasi altro ambito con uno sguardo volto sempre al panorama nazionale. Ero già stato contattato dai neroverdi lo scorso anno, ma purtroppo non si era riusciti a terminare la trattativa; quest’anno dopo la chiamata ho subito accettato senza pensarci due volte”.

Cosa ne pensi di questa stagione e della rosa neroverde? Dopo una prima parte di stagione decisamente complicata c’è stata un’inversione di marcia…
“Siamo una rosa assolutamente valida nei singoli e anche nel gruppo. È vero, non abbiamo iniziato nel migliori dei modi il campionato, ma adesso ci siamo tirati su le maniche e stiamo raccogliendo buoni risultati”.

La Castellanzese nel 2022 ha decisamente voltato pagina. C’è stato un momento di svolta definitivo a livello di spogliatoio?
“Un momento preciso direi di no, però tutti noi conosciamo il nostro valore e certamente non siamo quelli dell’andata. Caravaggio e Leon ci hanno dato molta fiducia, e da lì sicuramente qualcosa è cambiato”.

Dopo un infortunio ora sei pronto a tornare a dare man forte ai tuoi compagni. Quanta “fame” hai?
“Tantissima, questo per me è stato il primo infortunio in carriera. L’ho affrontato come penso che un infortunio vada vissuto: sapevo che il peggio era passato e ho guardato subito avanti. Domenica con il Brusaporto ho riassaporato il campo e non vedo l’ora di fare gol e assist per la squadra e per raggiungere il nostro obiettivo”.

All’attivo hai quattro reti (Brianza Olginatese, Brusaporto, Folgore Caratese e Sporting Franciacorta), quale è il tuo obiettivo personale?
“Non nego che avrei voluto fare una decina di gol in stagione, ma l’infortunio ha ostacolato questo obiettivo personale. Sicuramente però vorrei arrivare a 10 assist, e per ora ne ho collezionati sei. I gol? Sono a quattro, magari arrivare a sette…”.

Durante la sosta del campionato – causa torneo di Viareggio – c’è stato un test match con il Novara, capolista del girone A. Anche lì si sono viste cose decisamente buone…
“A Novara si sono viste buone cose, poi la gara con il Brusaporto: eravamo sotto e l’abbiamo ribaltata. Un po’ come con il Desenzano o il Sangiuliano, dove eravamo in inferiorità numerica ma abbiamo portato a casa una vittoria e un pari”.

Dopo il Legnano, il Crema. Se con le “big” la Castellanzese ha sempre fatto bene… poi arrivano le “piccole” con cui i neroverdi hanno sempre fatto fatica. A cosa è dovuta questa difficoltà?
“Il derby è sempre derby, è una partita a sé; loro sono una squadra forte ma sapevamo come affrontarli e lo abbiamo fatto. Dobbiamo capire che non è squadra grande o piccola il problema, con tutte dobbiamo e possiamo fare punti. Più punti facciamo più siamo sereni e prima raggiungiamo il nostro obiettivo”.

Oltre al calcio, come impieghi il tuo tempo?
“Io voglio fare del calcio il mio lavoro e cerco di migliorare giorno per giorno”.

Martina Crosta

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