Sport, Territorio e Passione, tre parole che sono lo slogan di Orgoglio Varese e che ben riassumono uno dei membri di questa realtà, ovvero l’azienda Maghetti di Casciago, ad oggi gestita dalla famiglia Fusaro.

Una realtà che negli anni si è consolidata sempre più sul territorio, unendo la passione per il lavoro con quella per Varese e provincia, mostrandosi quanto mai sempre più attiva in campo sociale e sportivo, per sostenere tutte quelle società o realtà che con un aiuto possono fare tanto per i bambini ed i ragazzi del territorio varesino.

Le parole di oggi di Luigi e Luca Fusaro, ci raccontano la storia dell’azienda e le evoluzioni future che potrà avere in questo tempo di grandi cambiamenti.

Quest’anno saranno 50 anni di attività, ci racconta come si è sviluppata nel corso degli anni?
“Dal 1982 in poi è stata una crescita graduale e progressiva dell’azienda, sia nel numero dei dipendenti, passati dai 2 iniziali ai 50 di oggi, e di struttura fisica, passando dalla prima piccola sede in via Orrigoni a Varese, per arrivare fino ad oggi qui a Casciago, con una struttura di 9000 mq. In questi anni gli investimenti fatti sono stati tanti, così come i sacrifici, soprattutto di mio papà. Posso dire che abbiamo lavorato correttamente, contornati da persone per bene che lavorano con fiducia e con profitto tutti i giorni. Un lavoro anche di investimenti che ha portato la nostra realtà in provincia e non solo, che può dire la sua”.

Se dovesse identificarli, quali sono i punti di forza o i valori principali dell’azienda?
“Qualità, servizio e correttezza. Questi tre valori ci hanno sempre contraddistinto. La qualità ed il servizio perché sono essenziali nel nostro lavoro, basti pensare che noi, come tempi d’intervento, siamo secondi solo alle forze dell’ordine e alle ambulanze, intervenendo dalle due alle tre ore dalla chiamata, se non anche prima. In questo molto ci ha aiutato la tecnologia che ci semplifica la vita. La correttezza perché siamo persone che non vendono fumo ma quello che dicono o promettono, fanno. Agli inizi tanti promettono l’oro che luccica, noi invece quello che facciamo lo facciamo bene e anche di più, ci mettiamo sempre quel quid in più perché lo facciamo con passione”.

Quali sono gli obiettivi per il futuro?
“Ci piacerebbe espanderci ed allargare il nostro raggio di azione oltre la Provincia e la Regione. Un progetto, che speriamo possa partire al più presto non appena dal mondo, inteso come pandemia avremo maggiori garanzie, è quello di aprire in una zona strategica, che potrebbe essere dall’Emilia Romagna in giù, un distaccamento. Questo perché abbiamo molti clienti con reparti produttivi distanti. Sarebbe una scommessa che sicuramente miriamo a fare”.

Un’azienda tra le più importanti nel settore dei distributori automatici attivissima anche nel sociale e nello sport. In riferimento a questo, perché l’ingresso in Orgoglio Varese?
“Noi siamo con Orgoglio Varese fin dall’inizio. Abbiamo deciso di aderire subito grazie al rapporto con Marco Zamberletti, per cui ho massima stima e fiducia, che ci ha presentato il progetto. La cosa bella, che ci è piaciuta subito, è stato il rivolgersi con concretezza e segni tangibili alle società minori, a club che fanno fatica a recuperare l’attrezzatura o l’abbigliamento per le attività quotidiane. Noi siamo un’azienda sempre rivolta al sociale, come durante la pandemia dove abbiamo cercato di dare una mano a chi ne avesse bisogno con la donazione di mascherine ad esempio. Tutto il rapporto con Orgoglio Varese e quindi in primis con il Cavalier Rasizza e con Marco Zamberletti, è un qualcosa che si basa totalmente sulla fiducia: se ci sono persone serie sedute ad un tavolo con cui discutere si possono scalare i monti. Loro due sono persone di cui ci si può fidare e a cui diamo in mano il portafoglio senza problemi perché sappiamo che tutto finisce dove è stato promesso. Le società che aiutiamo sono realtà che hanno sinceramente bisogno e noi siamo felici di poter fare la nostra parte ed andremo avanti a farlo”.

Non solo Orgoglio Varese, ma come Maghetti siete una realtà molto attiva in campo sociale in prima fila, con la Fondazione Renato Piatti ad esempio o fornendo strumentazioni all’Ospedale di Circolo. Perché avete deciso di esporvi ed impegnarvi così tanto?
“Le aziende generano benessere, sviluppo ed anche nel contesto della provincia e regione dove si lavora, aiutare nel possibile chi deve essere aiutato. Lo sport è viatico di educazione e socializzazione per i ragazzi e questi sono i principi che ci tendono sempre a fare del volontariato, aiutare chi è in difficoltà ed essere presenti sul territorio. Non lo si fa per sponsorizzare l’azienda ma per etica, perché vogliamo farlo e lo facciamo con il cuore, aiutando chi ha realmente bisogno da tantissimi anni, da quelli che erano i tornei della scuola Europea di Varese in Belgio, ad altre iniziative nel mondo del ciclismo. Ci fa piacere ed andremo avanti a farlo soprattutto dove ci sono i bambini che sono il nostro futuro”.

Alessandro Burin

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