Federico “Fritz” Passerini, professione “top player”. Passano gli anni, ma la guardia del BasketBall Gallarate continua ad essere un classico “pericolo pubblico” nel basket delle serie minori. Non a caso, il front-office gallaratese nel costruire la squadra la scorsa estate ha subito messo le mani su questo giocatore che, giusto per confermare le aspettative, occupa la quarta posizione nella classifica marcatori della CGold e gira alla media di 13 punti segnati per partita. Tanti, soprattutto se inseriti nel contesto di una squadra “sistemica” come Gallarate in cui i palloni vanno distribuiti con grande attenzione e generosità tra i numerosi e talentuosi attaccanti.

“Giocare di squadra e mettere tutti quanti in condizioni di essere protagonisti: questa è oggi e – conferma Passerini -, sarà ancora di più in futuro la nostra vera forza. Un aspetto, la produttiva coralità del nostro gioco, che tutti hanno potuto apprezzare nel corso della bella gara che abbiamo giocato e vinto sabato scorso contro Gazzada che, a margine, si è dimostrato avversario degno di considerazione e grande rispetto. Tuttavia, è pur vero che quando abbiamo alzato il ritmo sui due lati del campo, abbiamo fatto il vuoto producendo un paio di break decisivi per vincere la gara”.

Strano che, giunti quasi alla fine della prima fase, tu stia parlando ancora di prospettive future di crescita
“Considerazione forse strana, ma non fuori luogo perchè – continua Federico -, a causa della lunga catena di infortuni subiti, nessuno ha avuto la fortuna di vedere all’opera il vero BBG. In questi quattro mesi infatti non abbiamo mai, sottolineo mai, giocato al completo e a partire dal serio infortunio capitato a Clerici nel primo turno di campionato è stato un susseguirsi di guai, acciacchi, problemi che, di fatto, hanno colpito tutti i componenti della squadra. Insomma: come si usa dire siamo ancora un cantiere aperto, ovvero un gruppo che deve ancora allenarsi tanto insieme, a ranghi completi e a lungo per conoscersi meglio l’un l’altro e, in definitiva, migliorare il nostro modo di stare in campo che è già più che discreto, ma ovviamente è perfettibile”.    

Tuo bilancio agli sgoccioli della prima fase?
“Al netto delle considerazioni precedenti, direi più che positivo. I numeri dicono 11 vinte e 2 perse, ma è giusto evidenziare che in occasione delle due sconfitte – a Milanotre e Saronno -, siamo scesi in campo con un organico dimezzato e, per di più, mal ridotto. Quindi aspettiamo con una certa impazienza il “retour-match” contro entrambe le formazioni per verificare il nostro valore. Sempre che, è ovvio, noi si riesca a schierare la formazione-tipo”.

Cosa pensi dei valori espressi finora dal girone Verde? Giusti così?
Sì, senza dubbio perché Saronno, che pure ha avuto tanti guai, finora si è dimostrata la più forte grazie anche al gran rendimento prodotto dai suoi giovani che hanno buttato sul parquet talento, fisicità, atletismo, personalità e qualità tecniche. In questo preciso momento Saronno è certamente un passo avanti a tutti, ma io sono convinto che, una volta ad organico pieno e in uno stato di forma accettabile, noi potremo giocarcela alla pari contro la formazione allenata da coach Biffi. Poi, un gradino sotto Saronno e noi c’è Busto, certamente una squadra di alto profilo, ma con un paio di posizioni nel roster che, personalmente, non mi convincono. Infine, nell’aspra lotta per conquistare i due posti che garantiranno il girone-playoff vedo favorite Milanotre e i miei ex di Gazzada. Queste due formazioni, a mio modesto parere, sono le più attrezzate”. 

Massimo Turconi

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