Partito con l’obiettivo di salvarsi, dopo il salto di categoria dalla Promozione e inserito in un girone dove più della metà delle squadre hanno speso cifre ingenti per puntare almeno ai playoff, il Gavirate è riuscito nell’impresa di ottenere la matematica permanenza in Eccellenza addirittura con una giornata di anticipo. Un risultato eccezionale il cui merito va attribuito in gran parte alla coppia Cristian Caon-Fabio Fumagalli, rispettivamente allenatore e direttore generale dei rossoblù. Il primo ha saputo sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione della società offrendo una proposta di gioco che avrebbe meritato di produrre anche più punti di quelli conquistati. Il secondo ha operato con oculatezza sul mercato scegliendo i giocatori in modo mirato per allestire una rosa che si è rivelata più competitiva di quanto pronosticato dalla maggior parte degli addetti ai lavori. Archiviata anche l’ultima giornata del torneo, a mente fredda il tecnico ha tracciato un bilancio della stagione con un occhio già puntato al prossimo campionato.

Ora che è passata l’adrenalina del campo stai riuscendo a goderti questo straordinario risultato?
“Sono soddisfatto perché so cosa c’è stato dietro e col senno di poi ne è valsa la pena, anche se rimane la frustrazione di tante domeniche dove abbiamo seminato tanto e raccolto poco. Questo retrogusto amarognolo faccio fatica a digerirlo. Sono orgoglioso del percorso fatto con questi giocatori che hanno dato tutto e che ho voluto ringraziare personalmente. È stato bello poter fare la trasferta tutti insieme a Voghera all’ultima giornata senza avere il vincolo del risultato, anche se poi nel secondo tempo li abbiamo messi in difficoltà costruendo le occasioni per pareggiarla. Chi merita però un ringraziamento speciale sono i membri dello staff: l’allenatore in seconda Cristian Genovesi, il preparatore atletico Valerio Povia, il match analyst Ivan Ginepro, l’osservatore Daniele Faroni, il preparatore dei portieri Andrea Callegarin, il fisioterapista Nicolò Pra Floriani, i magazzinieri Roberto, Roberto, Franco e Lorenzo, e ovviamente il ds Fabio Fumagalli in rappresentanza della società, che ci ha sempre supportato anche nei momenti più difficili facendo spesso da parafulmine”.

Domenica al Parisi abbiamo assistito all’addio al calcio di Giuseppe Miele, elemento cardine della tua formazione. Significa che per l’anno prossimo ci sarà da rivoluzionare la squadra?
“Si è chiuso un ciclo perché tanti calciatori sono arrivati al termine della loro avventura a Gavirate, chi per età come Miele, chi per problemi fisici che difficilmente gli permetteranno di giocare ancora in questa categoria, chi ancora per ragioni familiari. È un gruppo che andrà rifondato”.

Verrà rifondato con o senza Cristian Caon?
“Questo ancora non so dirtelo, nei prossimi giorni ne parlerò con la società e prenderemo insieme una decisione”.

La salvezza l’avete costruita in gran parte in casa, dove avete conquistato 24 dei vostri 34 punti.
“Assolutamente si, specialmente quando siamo tornati a Gavirate perché nella prima parte della stagione abbiamo giocato sul sintetico di Vedano Olona, che sicuramente ci aiutava dal punto di vista della qualità del gioco ma questo non si concretizzava nei risultati. Vuoi perché proponevamo un calcio molto sbarazzino ma con poco equilibrio, ma anche perché non era il nostro stadio e ci mancava il supporto del nostro pubblico. Il campo del Vittore Anessi è molto grande e i giocatori hanno dei riferimenti che li aiutano a posizionarsi sul campo”.

Siete arrivati alla sosta natalizia in difficoltà, perché la vittoria col Settimo Milanese era stata preceduta dalle sconfitte con Accademia Pavese, Base 96 e Rhodense. Poi da gennaio avete svoltato nonostante la partenza di Besirevic. Qual è stata la chiave che vi ha permesso di cambiare marcia?
“Abbiamo trovato un maggior equilibrio e siamo stati più bravi a compattarci sotto la linea della palla in fase di non possesso, oltre a un paio di innesti di valore come Martinoia, Ragone e Meo che ci hanno dato sicuramente una mano ad alzare il livello. Non dimentichiamoci che in questi mesi siamo stati particolarmente sfortunati anche sul piano degli infortuni, elemento che da ancora più valore al risultato raggiunto”.

Domenica cominceranno playoff e playout. Vuoi dirci il tuo pronostico?
“Per quanto riguarda i playout credo abbia più chances il Pavia perché gli bastano due pareggi, ma sicuramente tifo Base 96 visto che ho vissuto lì due anni molto belli della mia carriera da calciatore e un pezzo del mio cuore è rimasto lì a Seveso. Sono persone perbene e hanno avuto questo colpo di coda nel finale con Settimo Milanese e Rhodense che può dargli una spinta emotiva importante consentendogli di fare il colpaccio. Non escludo che possa essere la grande sorpresa di questo finale di stagione. Riguardo ai playoff invece sono tre squadre toste: forse la Castanese è quella meno quadrata ma ha un potenziale offensivo straordinario. A sensazione direi che la Vogherese forse è quella più completa ma in gara secca può succedere qualsiasi cosa. Di certo tutte e tre meriterebbero di andare a giocare i playoff nazionali perché hanno fatto un cammino importante, per cui chiunque passerà credo avrà buone chances di vincere anche i playoff nazionali”.

Che ricordi ti ha evocato invece la promozione della Varesina, visto che qualche anno fa da calciatore hai vestito la maglia delle Fenici aiutandole a salire in Serie D?
“Mi ha fatto molto piacere perché è la categoria che meritano, ma credo che se continueranno a lavorare bene potranno anche salire nei professionisti. Conosco benissimo la famiglia Di Caro e l’organizzazione che c’è nella società, sono sicuro che anche il settore giovanile beneficerà di questa promozione permettendogli di tenere anche i ragazzi con più qualità che altrimenti vengono attratti dalle squadre professionistiche”.

Alex Scotti

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