![manuel caputo](https://varesesport.com/wp-content/uploads/2022/05/whatsapp-image-2022-05-19-at-17.21.58-1-e1653395580373.jpeg)
Arbitro e calciatore, due ruoli di uno stesso sport che tuttavia appaiono come estremamente distanti l’uno dall’altro. Il primo, chiamato a far rispettare le regole ed essere una presenza quasi invisibile all’interno di una partita, il secondo invece, tenuto a giocare e ad essere protagonista in campo. Sembra alquanto inusuale dunque vedere un giocatore dividersi tra la divisa della sua società ed il fischietto da arbitro, ma in realtà questa è la storia di Manuel Caputo, giovane centrocampista classe 2006 del Morazzone, che da qualche mese ha iniziato la sua carriera da arbitro. Insieme a lui abbiamo voluto raccontare la sua storia.
La tua è sicuramente una storia non così frequente da incontrare. Cosa ti ha spinto ad intraprendere il percorso da arbitro?
“Ho sempre giocato a calcio, e l’idea di frequentare il corso da arbitro è nata per caso, quando un giorno mio papà tornando dal lavoro mi ha raccontato di alcuni sui colleghi che facevano gli arbitri nel fine settimana e delle loro partite, e da lì mi sono interessato, iniziando a seguire la pagina AIA di Busto Arsizio e svolgendo poi successivamente il corso. Qui ho trovato un personale assolutamente preparato, ed un presidente come Diego Carrara che ha saputo accogliermi al meglio”.
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In quali partite sei stato impegnato fino ad ora come arbitro?
“Ho iniziato a marzo, dirigendo la prima partita di Under 14 a Robecchetto con Induno tra Ticinia e Canegrate. La cosa bella è che per le prime partite non ti mandano mai da solo, ma sei accompagnato da una figura che è il tutor, e nel mio caso ho avuto occasione di conoscere Marco Costa, un tutor preparatissimo e che mi ha aiutato davvero tanto. In questi mesi sono poi passato ad arbitrare anche incontri di Under 15 e Under 16, e da poco anche di Under 17”.
Una nota dolente da direttore di gara tuttavia immagino siano le proteste provenienti dagli spalti…
“Purtroppo, o per fortuna, il gioco del calcio è il più seguito in Italia, e le persone che lo seguono molto spesso si ergono a direttore sportivo, presidente, credendo sempre di avere ragione. Il ruolo dell’arbitro è quello di sbagliare il meno possibile, tuttavia è normale che qualche errore possa capitare, specialmente ai ragazzi più giovani e alle prime armi, così come magari capita ad un giocatore di sbagliare uno stop o un passaggio. Purtroppo questo tipo di pensiero dai genitori molte volte non viene fatto, e penso che ci sia ancora tanta cultura morale ancora da imparare sugli spalti”.
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Ti è mai capitato invece da giocatore, alla luce di questo tuo percorso, di riuscire a metterti nei panni di un arbitro?
“Mi è capitato giusto un paio di settimane fa, al termine di una partita ero andato dall’arbitro che ci aveva diretto per parlargli e tranquillizzarlo, perché lo vedevo agitato dopo una gara in cui erano successi diversi episodi e proteste dagli spalti. I genitori dei propri figli molte volte non pensano che ad arbitrare ci sia una persona e non un robot che non fa errori; o magari che prima di parlare dovrebbero almeno conoscere il regolamento”.
C’è differenza tra la tensione che provi prima di una partita da giocatore e quella prima di una partita da arbitrare?
“La tensione è uguale, perché comunque da calciatore c’è la paura di sbagliare, di essere richiamato dall’allenatore o essere sostituito; mentre da arbitro si ha anche qui una grandissima responsabilità, probabilmente la più grande. Lo sottolineo ancora, un arbitro è anche lui un essere umano come un calciatore, ha anche lui i suoi pensieri prima di una partita ed i rituali di preparazione in quell’ora e un quarto prima che arriva al campo”.
Per concludere, qual è il tuo pensiero finale su questa tua esperienza?
“Il corso da arbitri è sicuramente da provare anche per conoscere al meglio il regolamento e sfruttare al massimo le varie opzioni e le varie facce che ci mostra il calcio. Questo ruolo da una responsabilità che a quest’età nessun lavoro e nessuna scuola ti riesce a dare. Volevo infine approfittarne per pubblicizzare l’inizio del nuovo corso della sezione di Busto Arsizio che sarà il 14 giugno, dove si darà la disponibilità a tutti i ragazzi che lo vorranno di conoscere il ruolo dell’arbitro”.
Francesco Vasco