Si prova ad andare avanti, nonostante tutto, contro il covid, per non tornare alla stessa situazione di un anno fa. E’ questo il pensiero prevalente nel mondo dello sport ed in particolare, in questo caso, del basket giovanile, con il movimento che cerca di continuare a camminare e soprattutto a portare i ragazzi in palestra, come fatto in questi primi mesi dell’anno sportivo.

Tra le tante realtà in campo, siamo andati a trovare coach Giulio Besio, Responsabile del Settore Giovanile del BasketBall Gallarate, che ci traccia un quadro preciso e completo di quella che è stata l’attività del settore giovanile biancoblu in questi mesi e le prospettive per i prossimi, in attesa della ripartenza dei campionati ad oggi bloccati dal covid-19.

Siamo arrivati a gennaio, un nuovo anno ed allora è tempo di bilanci. Come sono andati questi primi mesi di attività a livello generale su tutto il settore giovanile?
“Sicuramente questi primi mesi sono stati molto positivi. Come avevo avuto già modo di dirti le tre squadre di fascia bassa, under 13-14-15, partecipano a campionati di Eccellenza. Questo, oltre che essere un fiore all’occhiello per la società, ci costringe a lavorare con determinate attenzioni, sotto tutti gli aspetti, principalmente la crescita tecnica e questo penso sia un valore aggiunto. Devo dire che i giocatori stanno lavorando molto bene, sono in netta crescita e sono rammaricato di questo stop imposto dal covid, che ha fermato un trend che stava andando al meglio, in particolare da un punto di vista dell’attività agonistica. Questo porta anche ad un approccio mentale diciamo più soft agli allenamenti dei ragazzi. Ora pare si riparta tra pochi giorni, speriamo bene”.

Ad inizio anno mi aveva detto che sarebbe stato difficile capire in che modo sarebbero arrivati i ragazzi in palestra dopo due annate complicate, sia da un punto di vista fisico che mentale. Che risposta avete avuto?
“Abbiamo avuto risposte positive che magari qualche mese fa non immaginavamo nemmeno. Su questo sono convinto che la qualità del nostro staff tecnico abbia inciso moltissimo. Ritengo che avere persone capaci di lavorare in campo, di fare proposte, di motivare, di lavorare con i ragazzi sia quello che fa la differenza. Sotto tutti gli aspetti e su tutti i gruppi. Non abbiamo visto un grande gap fisico, che comunque stiamo andando a colmare con il lavoro. Sul piano tecnico è più facile, perché i ragazzi hanno una voglia immensa di giocare”.

Ecco andando agli altri gruppi, under 16-17-19, com’è la situazione?
“Ottima anche qui. Gli under 16 fanno un campionato sotto età e molto positivo con Paolo Remonti. Stesso discorso vale per l’under 17 guidata da Chicco Riva. Un discorso a parte merita invece il gruppo under 19, che è un vero e proprio laboratorio. E’ come se fosse una Nazionale, formata da un insieme di giocatori che fanno esperienze sia con la Prima Squadra nostra che con quella di Casorate, ci sono tre fuori quota, insomma un bel gruppo che deve superare le difficoltà organizzative per allenarsi insieme ma che poi in campo dà i suoi risultati”.

Nei mesi scorsi ci eravamo sentiti riguardo la squadra under 15 che lei segue in prima persona. Si aspettava di essere così in alto in classifica alla prima esperienza nel campionato di Eccellenza per questo gruppo?
“Sinceramente no. Però i ragazzi se lo meritano. La cosa più bella in assoluto di questo gruppo è la serietà e l’impegno che ci mettono e che ci hanno sempre messo in allenamento. Questo ha portato ad avere una crescita continua, vedendo la pallacanestro in un altro modo, capendo che ci può essere anche qualcuno di più bravo e che posso alzare l’asticella del livello al quale voglio arrivare. Tutto ciò crea motivazione, tant’è che noi lavoriamo con un’intensità ed una voglia enormi. Io e lo staff siamo felicissimi del loro lavoro. Se devo trovare un aspetto che non ci è piaciuto tanto, è stato qualche timore reverenziale di troppo con squadre più blasonate di noi. Ci saremmo aspettati un atteggiamento più garibaldino e sfacciato che forse ci è mancato, dobbiamo migliorare su questo”.

Tornando al tema covid, come si lavora mentalmente sulla concentrazione dei ragazzi che vivono nell’incertezza?
“Serve l’abilita nel toccare i punti giusti. Se l’obiettivo del settore giovanile deve essere quello di far crescere ogni ragazzo è ovvio che se si fermano i campionati dispiace, però il percorso di crescita individuale può continuare. Io come allenatore posso crearti un percorso che tu giocatore puoi portare avanti di giorno in giorno per crescere sempre più. Il salto di qualità va fatto tanto sulla mentalità ed è quello che cerchiamo di fare”.

Alessandro Burin

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