Dietro i successi di ogni squadra c’è sempre l’operato del mister: i calciatori non giocano bene perché forti, ma perché vengono messi in condizione di esprimere al meglio le proprie capacità. È proprio questo il lavoro che sta facendo Nicola Viceconti che, trovatosi a lavorare con una squadra stravolta durante il periodo del covid, è stato in grado di trovare in breve tempo il modo giusto per far funzionare al meglio il Gorla Minore, portandolo momentaneamente al quinto posto nel Girone N di Seconda Categoria.

Attualmente siete in 5^ posizione, pensa che possiate riuscire a fare anche meglio?
“Ce lo auguriamo, dobbiamo puntare a stare più in alto possibile. Vorremo arrivare ai playoff, che sono l’obiettivo minimo, anche perché stiamo facendo una stagione importante. Siamo quinti pur avendo perso punti con squadre alla portata come Borsanese ed Arnate, e devo ammettere che questi incontri ci hanno un po’ condizionato. Siamo una squadra giovane e nuova, abbiamo sbagliato alcune uscite per ingenuità e poca conoscenza reciproca, altre, come quella con la Borsanese, perché ci siamo adagiati sugli allori dopo una bella vittoria. Restiamo comunque a sei punti momentanei dal primo posto: negarci la possibilità di puntare a vincere sarebbe sbagliato, vogliamo essere protagonisti in un campionato combattuto tra sette squadre”.

Avete perso alcuni punti con squadre meno quotate di voi, a cosa è dovuto?
“Bisogna essere sempre consapevoli del fatto che il campionato sia molto combattuto, anche le partite con squadre che sembrano alla portata nascondono diverse insidie. La prima su tutte è il campo, che non sempre ti permette di esprimere il tuo gioco, ma, se si vuole vincere, bisogna essere bravi ad adeguarsi in fretta altrimenti ne paghi le conseguenze. La squadra più costante è sicuramente la Sommese, che in 12 giornate ha dimostrato un equilibrio veramente ammirabile: anche nei momenti difficili non hanno mai perso, hanno dimostrato di essere la squadra più completa, ed è questo che sta facendo la differenza. Tutte le prime sono ottime squadre, se potremo giocare fino alla fine sarà un campionato formidabile”.

Negli scontri diretti avete un ottimo rullino di marcia, come spiega le vittorie con le prime?
“Sicuramente siamo una squadra che deve formarsi, abbiamo cambiato più di 30 giocatori in tre anni e questo ci ha portato a doverci conoscere, formare e prendere le misure ad una categoria che nasconde diverse problematiche. Eravamo più predisposti a giocare contro squadre che non si chiudevano, ma che ci affrontavano a viso aperto, e questo ha fatto sì che alcune uscite abbiano prodotto risultati importanti; ora dobbiamo essere bravi a migliorare anche nelle partite chiuse, dove non si riesce a fare il proprio gioco. Abbiamo perso con la Sommese, ma non avevamo nemmeno tutti i giocatori disponibili tra squalifiche ed infortuni. Sono fiducioso di poter fare un girone di ritorno importante, sperando che si possa concludere”.

Pensa che questa pausa possa rimescolare le carte in tavola?

È indubbio che alcuni colpi di mercato cambino gli equilibri, mi viene in mente Geron alla pro Juventute ad esempio. Penso che questa lunga pausa fosse necessaria per come si sta evolvendo la situazione relativa al virus, ma a livello mentale non è facile far rimanere concentrati gruppi di giocatori per così tanto tempo. Da un lato, però, sono contento perché penso che questa pausa sarebbe dovuta esserci fin dall’inizio del campionato per dare più riposo. Per tenere i ragazzi sul pezzo stiamo facendo un’amichevole a settimana, abbiamo cominciato con il Valle Olona, poi abbiamo affrontato l’Aurora Cerro, passando per Parabiago e continuando domenica con il San Marco, per poi concludere con il Villa Cortese: spero che fare partite di livello aiuti a mantenere alta la concentrazione e a stimolare i giocatori”.

Su cosa si sta concentrando il lavoro in vista della ripartenza?
“Noi siamo partiti il 3 gennaio in vista della ripresa del 13: facevamo tre allenamenti a settimana, ma abbiamo deciso di ridurli a due per limitare al minimo i rischi di infortuni e contagi. Principalmente stiamo facendo un lavoro di richiamo a livello fisico, mentre sotto l’aspetto tecnico tattico stiamo cercando di migliorare alcuni aspetti che ci hanno messo in difficoltà al girone d’andata. Vogliamo arrivare pronti al 13 febbraio: io, il mio secondo e tutta la squadra stiamo lavorando per questo.”.

Quali ritiene che siano i vostri punti forti?
“Come prima cosa c’è sicuramente lo spirito di squadra, un aspetto non sottovalutabile che in questi quattro mesi è cresciuto molto. Poi sicuramente c’è la fase di possesso che coinvolge centrocampo ed attacco, che è indubbiamente la nostra prerogativa principale: non è un caso che abbiamo in squadra il capocannoniere e che non abbiamo quasi mai finito senza segnare almeno una rete. Siamo una squadra molto più predisposta alla fase offensiva rispetto a quella difensiva”.

Ha citato il capocannoniere, un commento sulla stagione di Malatesta sin qui?
“Mattia lo conosco da tempo, lo allenavo a Castellanza nelle giovanili e l’ho visto crescere: ha qualità pazzesche, sia a livello tecnico, sia in fase di realizzazione. Ha purtroppo avuto dei problemi fisici che lo hanno condizionato e che lo hanno costretto a restare fuori per quattro giornate, ma questo aumenta il valore delle sue 13 reti. Non è più un ragazzino, glielo dico spesso, può essere un esempio e lui sembra aver colto questa cosa, diventando un leader sia in campo che fuori, anche durante gli allenamenti. Quest’anno sta facendo veramente bene, a prescindere dai suoi 13 goal, ha fatto la differenza con il suo cambio di mentalità perché sa di poter essere un trascinatore per i ragazzi più giovani, mentre prima, pur facendo la differenza ugualmente, non lo era”.

Andrea Vincenzi

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