Oddo (2.5), Javorcic (2.37), Vecchi (1.79). Cioè, gli unici 3 allenatori del Girone a poter vantare (playoff compresi) una media punti superiore a quella di Massimo Sala (1.73 con 19 punti in 11 gare). Giudicare il lavoro di un tecnico su un arco di soli 64 giorni (tanti ne sono trascorsi tra l’esonero di Prina e la sconfitta di Trieste), sarebbe riduttivo e poco omogeneo. Le condizioni create dal cambio in panca, la necessità di fare risultato, la scossa nervosa compressa nell’ultimo stint di stagione presuppongono un doveroso asterisco sul giudizio. Ma la base di valutazione c’è e non può essere ignorata. Prolusione chiaramente utile a capire se l’anno che verrà potrà rivedere alla guida biancoblu il ticket Sala/Le Noci.

Fatto salvo l’enigma societario (premessa necessaria ad ogni ragionamento sulla Pro Patria del futuro), i crediti guadagnati dal binomio tigrotto giustificherebbero la conferma. Prematuro per parlarne? Sì, se restiamo ancorati all’orizzonte della (attesa) nuova proprietà. No, se ne facciamo una questione di mera programmazione. Qualche settimana fa facendo quattro chiacchiere con Sandro Turotti, il Biellese ci aveva confessato (augurandosi di non svelare nulla di riservato), di non aver mai avuto dubbi sulla preparazione tecnica di Sala. Ma di essere rimasto fortemente colpito dalla sua capacità di gestione caratteriale. Propria e del gruppo. Evidentemente non scontata. Soprattutto perché (forse), era stato uno dei minus di chi l’aveva preceduto. E questa è farina del sacco dello scrivente.

Sia come sia, il primo passo sarà l’upgrade del patentino per non doversi più avvalere della deroga. Il Corso allenatori previsto per l’estate dovrebbe garantire la certificazione. Al passo con la forma, andrà poi coniugata la sostanza. “Equilibrio, ordine e disciplina”, oppure “Lavoro, poche parole e nessun alibi”. Questo il credo (più volte ribadito), dell’attuale guida tecnica biancoblu. Del tipo, tanta ciccia e pochissima retorica. Per dirla con una grande maestra di pensiero del nostro tempo, la bustocca Anna Maria Mazzini in arte Mina: “E se domani, e sottolineo se…”, la Pro Patria volesse inseguire la continuità, beh, converrà non cercare altrove quello che si ha già in casa.        

Giovanni Castiglioni  

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