Di per sé ci sarebbe poco da dire: la rabbia è il sentimento dominante, un’ira figlia di delusione, sconforto, umiliazione e tanto altro ancora. I tifosi del Città di Varese si sono svegliati arrabbiati, inaugurando una settimana come peggio non si poteva fare: il 2-0 contro il Ponte San Pietro brucia forse ancor più delle precedenti uscite, e i supporter biancorossi non hanno più voglia di ripetersi “la prossima andrà meglio“. Certo, la speranza è l’ultima a morire, ma a furia di ripetere questa frase, quasi come un’ossessione per sforzarsi di arrivare alla domenica successiva, ci si è ritrovati al terzultimo posto, ad un passo dal baratro della retrocessione diretta.

I tifosi del Varese sono arrabbiati, e, proprio per questo, molti commenti non possono essere riportati in questa sede. La pazienza è ormai esaurita da un pezzo e chi dovrebbe rappresentare a livello calcistico la città di Varese è sempre più distante dalla piazza.

I numeri sono impietosi – attacca Mauro Olivares. La mano del nuovo allenatore non si è vista. Mi chiedo su che basi si spacciava questa squadra per le posizioni di vertice del campionato. Per fortuna che basket e hockey stanno tenendo alto il blasone della città e l’umore di noi tifosi varesini“. Arrigo Bucci rincara la dose: “112 anni di storia di cui il Città di Varese NON è parte. L’unico legame con quella storia (i marchi e i trofei) stanno prendendo polvere in qualche magazzino e nessuno li ha mai reclamati. Per fortuna, mi viene da dire“.

Ben più drastico Michele Mottalini: “Il Varese è morto“, e non è da meno Fabrizio Binda: “Bravissimi, anche oggi complimenti. Calcio finito a Varese“. Leo Rossoni implora: “Per pietà… basta!! Società fantasma, squadra imbarazzante: rispetto per i tifosi del Varese!!” e Dan Di ci mette il carico: “Non ho parole per descrivere questo capolavoro di incompetenze a tutti i livelli. Tenere il calcio a Varese così è un insulto verso la storia di questa squadra. Poi sinceramente non capisco a chi giova tutto questo. Abbiate tutti la dignità di farla finita“.

I tifosi parlano di società fantasma (all’incontro in sede all’Ossola c’erano cinque tifosi e non è stato comunicato nulla in merito all’esito del confronto), ma sono ben propensi ad individuare uno, fra i tanti, responsabile ben preciso: Luciano De Paola. Il tecnico calabrese non è certo riuscito ad entrare nelle grazie dei tifosi visto che in otto partite ha racimolato cinque punti (frutto di una vittoria, due pareggi e cinque sconfitte) segnando otto gol e subendone 15. “Non ha portato nulla – tuona Matteo Metaldi – e ha sfasciato quel poco di buono che c’era… aria aria“. “Allora? – si chiede Alessandro Lazzari . Adesso che sono state fatte fuori le “mele marce” si vedono i risultati.. grande De Paola!“. Le dichiarazioni del tecnico, in particolare, non vanno proprio giù e Dario Tammaro lo palesa in maniera esplicita: “Allenatore, o difendi i tuoi ragazzi fino alla morte o vai via. Poi in spogliatoio dì loro quello che vuoi, ma davanti ai giornalisti non puoi sempre dare la colpa a dei ragazzi“.

Ha detto di avere una squadra di uomini che sa giocare a calcio! – continua Carmine Cubicciotti Dov’è questo calcio? Sono molto curioso di vedere quali sono questi 4 miracolosi acquisti che rivoluzioneranno tutto“. Nel prepartita lo stesso tecnico aveva promesso novità a partire da questa settimana e l’augurio è che sia effettivamente così perché i tifosi non hanno più voglia di ripetersi: “La prossima andrà meglio“.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui