Un classico: quando le cose vanno male, o non girano per il verso giusto, la voglia di parlare è poca e il silenzio, in certi casi, vale più di mille parole. I mugugni di disappunto provenienti dalle tribune del “Franco Ossola” fin dai primi istanti della partita dovevano mettere in guardia su ciò che stava per verificarsi: una giornata no per il Città di Varese, sotto quasi tutti i punti di vista, e il Borgosesia è stato bravo ad approfittarne per sbancare Masnago con un prezioso 1-2.

Gli applausi ai granata, una squadra giovane e spensierata, eppure già matura (vedi la gestione del finale), vanno fatti: magari il Borgosesia non è stato brillante come all’andata, ma ha fatto il suo arrivando a festeggiare al triplice fischio. Roba che dalle parti del “Franco Ossola” era riuscita solo ad un certo Novara, e sappiamo come.

Archiviati i doverosi complimenti al gruppo di Lunardon, resta la prestazione opaca del Varese. Il motivo? Di sicuro mister Rossi non vuol sentir parlare di “sottovalutazione dell’avversario”, anche se a tratti è sembrato che la squadra avesse sottovalutato (ancora) gli avversari. Di certo una giornata no può succedere, a maggior ragione se si considera il percorso compiuto dai biancorossi nei mesi precedenti, eppure quella di ieri era una prova di maturità da non fallire.

I mormorii dalle tribune durante la partita e il silenzio innaturale al triplice fischio testimoniano che, dopo tanto tempo, il Varese è tornato ad assaporare quell’amaro gusto della sconfitta che i biancorossi avevano dimenticato. La delusione è tanta, da parte della squadra in primis e, ovviamente, da parte dei tifosi che hanno ben poco da dire. “Oggi proprio male…” scrive Okin Ganna, mentre Enrico Bellorini prova a dare una spiegazione più completa: “Una giornata storta capita, e comunque 11 angoli e un sacco di occasioni. Il problema, mi sembra di capire, sia sempre una punta che segni tanto; Mamah è tanta roba, ma quando non c’è o quando ha una giornata appannata, non abbiamo una seconda punta prolifica“.

Le infinite occasioni da gol mancate dai biancorossi, in particolar modo dagli attaccanti, rappresentano proprio la recriminazione più grande per i tifosi e anche Freddy Ambrosetti muove delle perplessità in merito al rendimento della coppia Di Renzo-Cappai: “L’impegno c’è stato, nulla da dire, ma se questa era la coppia di attaccanti titolare alla fine della campagna acquisti qualche domanda me la farei… ma quanti gol hanno sbagliato!?“.

L’augurio dei tifosi del Varese è che l’esordio del duo dall’inizio sia stato un semplice giro a vuoto in attesa di carburare e cominciare a macinare gol. Di sicuro, e qui si potrebbe quasi appellarsi al famoso scherzo del destino, la debacle biancorossa non poteva capitare in una giornata peggiore: con il mezzo passo falso del Novara si potevano rosicchiare due punti (il -9 sarebbe comunque rimasto una montagna praticamente insormontabile) e dimostrare con orgoglio di non volersi arrendere fino alla fine. Invece, per usare le parole di Alessio Ramponi: “Sarà per l’anno prossimo“.

Per carità, una sconfitta non cancella (e ci mancherebbe) quanto di buono fatto fin qui e il Varese non si è di certo arreso: il campionato è ancora lungo e la posizione playoff è ben salda tra le mani dei biancorossi. La Sanremese è lì a +4 (con una partita in più) e il discorso per il secondo posto è più aperto che mai: il Città di Varese ha lanciato la sua candidatura alla post season e, per smentire il precedente commento, le vie per la Serie C sono infinite… basta percorrerle nel modo giusto.

Matteo Carraro

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