Preventivabile: a Varese è un lunedì nero. Il 2-0 con cui la Real Calepina ha sbancato l’Ossola condannando il Città di Varese alla seconda sconfitta stagionale in cinque giornate (cinque punti per i biancorossi) ha scatenato l’ira dei tifosi che, in concomitanza con le voci sempre più insistenti sull’esonero di Gianluca Porro, si è riversata sul web.

La doverosa premessa è ricordare che questa rubrica non vuole certo né fomentare odio né scatenare polemiche. Semplicemente nasce per dar voce ai pensieri dei tifosi nei limiti della decenza e nel rispetto verso gli altri (motivi per cui certi commenti non possono essere riportati) e suscitare riflessioni (più o meno ponderate a seconda dei punti di vista) relative alla squadra biancorossa.

Chiuso il prologo, è interessante notare come nel momento in cui il possibile avvicendamento in panchina prende forma il focus della discussione si sposti dal tecnico alla società. Se dopo Casatenovo Porro era stato bersagliato da critiche, anche pesanti (che ad onor di cronaca non mancano nemmeno a questo giro), dopo la sconfitta contro la Real Calepina i tifosi s’interrogano sul progetto societario. Capostipite di questa linea di pensiero è Luigi Bottoglia: “Una società che era disposta a investire 600mila euro per il ripescaggio in Lega Pro, come minimo avrebbe dovuto investire meglio per rinforzare la rosa, non per indebolire! Vedi Novara“.

Vincenzo Garamella si chiede: “Che colpa ne ha il mister? Sono i giocatori che non sono all’altezza della categoria“. Il mercato estivo è stato giudicato da molti come “lacunoso” e “insoddisfacente“, al punto che Roberto Marasco lancia la provocazione: “Ormai a Varese giochi solo se abiti a Varese“. Il progetto di “varesinità” promosso dal presidente Stefano Amirante non sembra aver sortito l’effetto sperato e Vitto Ballerio dà la sua spiegazione in merito: “La città non ha risposto perché lo stadio fa schifo e il mercato è stato pessimo. Poi se inizi a fare queste prestazioni la gente non viene“. In questo senso, il raffronto tra i numeri registrati ieri allo stadio con quelli del palazzetto dello sport per la Pallacanestro Varese o della Acinque Ice Arena per l’Hockey Varese è impietoso.

Marco Grossoni rimpiange la precedente guida tecnica e, implicitamente, s’interroga sulla continuità del progetto biancorosso: “Cacciare Ezio Rossi… Il più grande errore… Dire di avere i soldi per il ripescaggio in Lega Pro il secondo errore… Scegliere Porro come allenatore il terzo errore…“. 50 e 50 per Daniele Talamona: “Porro sarà un bravo allenatore e una brava persona, ma giochiamo male male male. Società distante anni luce dai tifosi e dalla città“, mentre Marco Tigros si schiera apertamente con il tecnico: “Porro è un cuore biancorosso, sarà lui a pagare, ma io sto con il mister tutta la vita!“. Per l’eventuale dopo-Porro, inevitabilmente, non mancano le suggestioni e in tanti sognerebbero il ritorno di Giuseppe Sannino all’ombra del Sacro Monte (visto il probabile addio dalla Nocerina), ma bisogna puntualizzare che, avendo già allenato in Serie D nella stagione 2022/23, il tecnico campano non potrebbe occupare la panchina biancorossa.

Senza avventurarsi in voli pindarici, invece, Attilio (commentando la nostra diretta testuale) analizza la situazione in maniera più oggettiva criticando sia i tifosi sia la società: “Dopo Sanremo Mister Porro era il migliore, tanto è vero che qualcuno l’avrebbe confermato anche in una ipotetica Lego Pro. Ora è la causa di tutti i mali, nei tifosi non c’è un minimo di coerenza. Un altro problema è stato sbandierare che si partiva per vincere il campionato, ebbene, secondo me questo non si deve fare, mai. Forza VARESE sempre“.

La certezza è che un Varese che non vince non piace a nessuno e la freddezza del commento di Luca Papotti è emblematica: “Che pena“. Il sentimento negativo generale non tange Paolo Rigamonti che lancia un appello: “È appena cominciata, non mettiamo pressione“. La pressione, in realtà, c’è eccome ed è giusto che ci sia (a maggior ragione se ti chiami Varese), ma sarebbe opportuno avere a che fare con la pressione positiva (quella che, forte dell’unione d’intenti, ti stimola a far meglio giorno dopo giorno) piuttosto che quella negativa (sia in campo sia fuori).

Società, staff e giocatori: chiunque, chi più piccola chi più grande, ha la sua dose di colpe. I tifosi sono esigenti, a volte fin troppo, ma tutti hanno a cuore il destino del Varese: ogni tifoso è libero di dare all’uno o all’altro più o meno responsabilità per il rendimento attuale della squadra. Consapevoli, comunque, che alla fine sarà la società a decidere e, pertanto, spetta proprio alla società scegliere quale strada intraprendere e con che tipo di pressione vivere.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui