Occhi lucidi, voce che arriva perfino a tremare in certi momenti, un turbinio di emozioni che quasi faticano ad essere espresse. In una parola: passione. Ed è proprio la passione per il Città di Varese ad animare Gianluca Porro, un tecnico giovane ed energico che è stato chiamato a prendere in mano una squadra di Serie D per difendere quel posizionamento playoff che scricchiolava. Il risultato? La quinta posizione è diventata la quarta e, con la vittoria sul Saluzzo, è arrivata la matematica certezza della post-season con il primo turno che vedrà i biancorossi contrapposti al Casale (in trasferta, a meno di clamorosi ribaltoni all’ultima giornata).
L’umiltà di mister Porro lo ha portato, nell’immediato post partita, a ringraziare squadra e società senza concedersi il lusso di spendere parole su sé stesso. Eppure in questo gruppo c’è tanto del tecnico classe ’79: l’energia, la passione (quella fiamma che qualche mese fa sembrava in procinto di spegnersi) e anche il lasciarsi trascinare dalle emozioni. Forse banale, ma non scontato, sottolineare la bolgia negli spogliatoi, ben udibile anche da fuori, che testimonia la vitalità del gruppo biancorosso troppo spessa nascosta dai silenzi dei mesi precedenti. Anche i sorrisi dei giocatori, all’uscita del tunnel dell’Ossola, sono le specchio del volto di mister Porro e Marco Menduni non manca di sottolinearlo: “Avanti col sorriso, forza Varese!“.
Basta musi lunghi è l’imperativo imposto implicitamente dal tecnico biancorosso. Chiaro che sorridere quando si vince è facile, ma non bisogna dimenticarsi anche dei volti post Sanremo: arrabbiati per la sconfitta, sereni per la consapevolezza di aver dato tutto e di star cominciando a virare. La svolta, decisa, c’è stata perché il Città di Varese ha ritrovato sé stesso e le ultime quattro partite restituiscono il valore di una squadra che voleva (com’è giusto che sia) puntare in alto: tre vittorie, un pareggio a Casale e zero gol subìti.
Risultati, uniti al bel cammino della prima parte di stagione sotto la guida di Ezio Rossi, che hanno portato i biancorossi ai playoff, risultato che di per sé vuol dire tutto e niente. Perderli non compromette il risultato sportivo, vincerli non assicura la promozione in Serie C e, inoltre, i biancorossi non sarebbero nelle primissime posizioni della graduatoria per i ripescaggi. Resta però la soddisfazione di aver tagliato un primo importante traguardo sportivo, un risultato che Luca Sarno celebra scrivendo: “Che passo in avanti rispetto allo scorso anno“. Anche Sonia Cocco si dimostra entusiasta: “Grandissimo Pastore… e immensi i ragazzi che non hanno mai smesso di crederci… SEMPRE FORZA VARESE!“.
Domenica prossima la trasferta aostana contro il Pont Donnaz chiuderà la regular season e l’ultimo scoglio sarà un bel banco di prova per il Varese in vista del Casale, occasione per far riposare alcuni elementi e dar spazio a chi magari ha giocato meno. Poi ci saranno i playoff e lì, in partita secca, conteranno solo le motivazioni, la testa, le gambe, il cuore e la voglia di vincere. Al momento, però, la tifoseria è divisa tra chi è convinto di poter giungere al ripescaggio in Serie C e chi preferirebbe iniziare a pensare già alla prossima stagione per giocare una Serie D da dominatori. Quest’ultimo è il caso di Luca Testi che scrive: “Anche vincere i playoff non serve a niente!“. Sono però in molti, tra una chiacchiera e l’altra nel prepartita di ieri, a pretende un Varese di nuovo nel professionismo, a cimentarsi con un primo (difficile, lo si sa già) anno in Serie C, con la voglia di inseguire una salvezza, un risultato sportivo più alto dei playoff di Serie D, respirando quelle atmosfere che il mondo biancorosso non si è certo dimenticato. Discorsi futuri che saranno affrontati da fine maggio; il presente, utile o meno che sia a seconda dei punti di vista, impone di concentrarsi sui playoff. Superfluo specificare che mister Porro e il suo Città di Varese ci stiano già pensando.
Matteo Carraro