Il titolo, letto così, potrebbe sembrare a dir poco ossimorico, ma tant’è. In casa Openjobmetis Varese infatti è doveroso andare ad analizzare e sottolineare come la nuova struttura di squadra ed anche la nuova anima che si sta costruendo nel gruppo di coach Roijakkers basi le proprie fondamenta sulla coppia baltica Sorokas-Vene.

Lituano il primo, lettone il secondo, i due biancorossi senza fare proclami o senza troppe moine hanno cambiato e stanno cambiando il destino della Pallacanestro Varese a suon di concretezza, solidità ed intelligenza, cestistica e non, per due ragazzi mai sopra le righe fuori dal campo.

In campo la storia invece cambia ed i due salgono eccome sopra le righe dell’ordinarietà, partendo anche solo da una semplice constatazione: da soli stanno facendo sembrare normale una situazione di deficit nel roster, soprattutto Sorokas. E’ vero che Caruso sta crescendo partita dopo partita, ma Paolo sono mesi ormai che si è assunto questo ruolo di 5 adattato, in silenzio, dimostrando con i fatti di poterci stare e non temere nessuno.

Le vittime sono illustri, passano da Konate e Delia, a Cain, con Watt e Williams. Centri naturali, diversi per caratteristiche ma che in comune hanno tutti una cosa: essersi schiantati contro il nove biancorosso. Sorokas sta colmando il proprio gap nel pitturato con l’abnegazione, le qualità tecniche di 4 che lo rendono lungo imprevedibile e soprattutto un’enorme intelligenza cestistica che lo porta prevale sugli avversari. Impressionante in questa crescita è il dato dei rimbalzi nelle ultime tre giornate, con Paolo sempre tra i primi di squadra, come i 6.8 di media ad oggi dimostrano.

L’altro elemento del duo è quel Siim – Sander Vene che tutti conoscevamo bene ma che ci sta stupendo un’altra volta come solo lui sa fare. Non giocava da un mese e mezzo quando è arrivato ma per entrare in forma ci ha messo una settimana. Non conosceva il gruppo e ne è diventato leader nel momento più difficile. Non avrà più l’atletismo di qualche anno fa, ma la pericolosità in campo è rimasta la stessa.

Due giocatori diversi ma anche molto simili, oltre che per l’aspetto fisico anche per il carisma e l’atteggiamento quotidiano, che li stanno ergendo a modello di un gruppo che si sta scoprendo sempre più squadra; ed allora oggi come non mai è proprio vero che il vento del nord ha riacceso magicamente la fiamma biancorossa, per condurla verso la salvezza.

Alessandro Burin

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