Jacopo Magoga ha scelto il San Michele ed il San Michele ha scelto Jacopo Magoga. Nel mezzo il benestare di una Solbiatese che con la formula del prestito ha deciso di dare più spazio ad un al centrocampista/esterno classe 2000 che merita in primis di giocare. Vuoi per le qualità, vuoi per l’entusiasmo, la dedizione, ma vuoi anche per l’educazione, un valore che non passa mai di moda.
“È stata una scelta raggiunta unanime tra me e la Solbiatese, era giusto che io avessi la possibilità di giocare di più e a Solbiate oggettivamente con dei mostri sacri davanti è stato difficile ritagliarsi dello spazio, tutte le volte che mi sedevo in panchina e vedevo i vari Anzano, Scapinello, Pellini, sapevo benissimo che solo alzarmi sarebbe stato un lusso”.

Partiamo dal tuo presente: come mai proprio il San Michele?
“È una squadra con cui avevo già un buon rapporto, ci conoscevamo a vicenda, mi stavano seguendo da un po’, quando si è presentata l’opportunità ho detto subito di sì perché sapevo che avrei avuto a che fare con una società seria, avrei ritrovato il mio amico Pozzolini e sarei rimasto anche vicino casa”.

Impressioni confermate dopo i primi allenamenti?
“Confermatissime. Gli ultimi arrivati siamo io e Caliman e d’un tratto ci siamo ritrovati inseriti in un gruppo molto affiatato, si lavora bene e con ritmi alti, il che è molto importante soprattutto in questo periodo in cui il campionato è ancora lontano, mister Lorenzi ha una carriera che parla per sé ed è molto bravo in questo, e poi devo dire che nonostante io arrivi da una squadra strabiliante anche qui c’è tanta qualità”.

Hai seguito da fuori il campionato di prima categoria? Che te ne pare?
“Dopo averla giocata con la Solbiatese sono rimasto molto affezionato alla prima categoria, è un bel campionato, mi ha stupito il Bosto, non mi aspettavo una partenza lampo così, credo però che Valceresio ed Ispra siano le squadre più attrezzate e non a caso occupino quelle posizioni, fa strano vedere il Ferno più in giù, hanno una rosa parecchio competitiva, forse li ha un po’ penalizzati il campo all’inizio, sono certo risaliranno”.

Prima parte di stagione difficile, invece, per il San Michele, 13 punti ed appena fuori palla zona playout…
“Ci si aspettava di più, quello è sicuro, diciamo che è stato un girone non esaltante ma anche un po’ sfortunato, tanti infortuni, un reparto difensivo da reinventare subito proprio per questo, partite perse in maniera rocambolesca, purtroppo il calcio è fatto anche di queste cose, ma ci sono tutti i mezzi per fare bene a partire dal recupero con l’Arsaghese e per risollevarci”.

Ti sei posto degli obiettivi per questa tua nuova esperienza?
“Sembrerà una frase fatta ma i primi obiettivi sono quelli di squadra, prima viene sempre il collettivo, io invece sono uno che vive step by step, di sicuro voglio portare qui la mia umile esperienza accumulata in promozione, voglio rimettermi in gioco e riacquistare un po’ di fiducia, e poi… e poi sono scaramantico non posso dire altro”. (ride ndr)

Ecco un altro calciatore scaramantico, ma siete tutti così? 
“La colpa è di Catanese, è lui che mi ha influenzato: un rito per ogni cosa, questo non si può dire, questo non si può fare, e poi alla fine ecco il risultato”. (altra risata ndr)

Riaffacciamoci sul mondo nerazzurro: cosa ti porti dietro?
“Devo dire che quando ho lasciato Solbiate ero un po’ rammaricato, un pezzo del mio cuore è lì, spero un giorno di potermelo andare a riprendere, questa scelta è la cosa migliore e ne sono convinto però so che sto lasciando un gruppo eccezionale, unico, in questi mesi ho cercato di rubare il più possibile a tutti i giocatori che avevo di fronte, ma proprio a tutti, facile dire Anzano, Torraca, Scapinello…a proposito io sono cresciuto al Franco Ossola il sabato pomeriggio con la serie B negli occhi, Scapinello lo vedevo giocare, al primo allenamento me lo sono ritrovato lì e mi sono chiesto se fosse tutto vero”. “Ogni domenica sarà il primo risultato che guarderò post partita, gli auguro di vincere il campionato il prima possibile, la Solbiatese sembra il Real Madrid, spero che anche i giovani abbiano il loro momento, vedi Cardani, Giglioli, Frontini, sono fortissimi, mister Gennari ha un compito difficile nelle scelte ma sono certo che saprà dargli le chance che meritano”.

Riassumendo le tue prossime domeniche: prima il San Michele, poi il risultato della Solbiatese e al terzo posto quello del Città di Varese?
“Ho giocato nelle giovanili del Varese e come detto ne sono stato tifoso, lo sono tuttora, la sfortuna di quest’anno è avere nel girone una corazzata come il Novara perché adesso la squadra sta facendo bene, è bello rivedere passione intorno al mondo biancorosso, ma sarebbe ancora più bello rivedere nella città giardino l’accoppiata basket – calcio ad alti livelli”.

Per chiudere cosa ti auguri per questo 2022?
“Il mio primo obiettivo è laurearmi in economia, mi mancano pochi esami e devo raggiungere questo traguardo, e poi mi auguro di tornare ad essere stanco e pieno di acciacchi la domenica sera, rivivere la partita a pieno, tornare a parlare solo di calcio, ecco la normalità che tanto ci manca oggi sarebbe perfetta”.

Mariella Lamonica

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