A fine anno è sempre tempo di dare i numeri e consegnare le pagelle: in un campionato che non ci stancheremo mai di dirlo ci ha esaltato come non mai, come sono andati gli alunni di prima categoria? Squadra per squadra, voto per voto, stiliamo la “nostra” classifica.

Ispra 9.5: a dicembre ci eravamo lasciati con un quesito: “Specchio specchio delle mie brame, sarà l’Ispra la più bella e vincente del reame?” Ora abbiamo le risposte. Al ballo di fine anno la squadra del patron Binda sfila sul tappeto rosso e si presenta con il vestito delle grandi occasioni e la corona in testa ricoperta di diamanti. La più bella e vincente del reame è proprio quella squadra che aveva chiuso al 2^ posto in classifica. Sono bastati 52 punti acciuffati proprio all’ultima giornata per realizzare il sogno promozione. Dopo la sconfitta con il Bosto e l’esonero di mister Pasetti a due giornate dal termine, qualche tentennamento c’è stato, ma la realtà dei fatti racconta di un miglior attacco (62 reti) e della seconda miglior difesa (31 reti) che hanno fatto la differenza; mai, però, come l’abbia fatta il gruppo, unito nelle difficoltà, consapevole di poter fare qualcosa di grande. 
L’Ispra è…con pieno merito e tanti applausi, campeones.

Bosto 8.5: sembrava impensabile migliorare quel 3° posto con 25 punti, già un ottimo risultato a dicembre, ed invece il girone di ritorno li ha visti addirittura fare meglio. Al triplice fischio della regular season il Bosto si è ritrovato in 2° piazza con 49 punti, 48 gol fatti e 33 subiti e con il grande merito di aver saputo fermare l’Ispra a 3 giornate dal termine, dando ancora più pepe ad un finale di stagione esaltante. Per il resto che dire? Mister Epifani riceverà anche il riconoscimento di “Miglior allenatore dell’anno” grazie alle preferenze raccolte dai suoi colleghi, la ciliegina sulla torta sarebbe riuscire ad avere ragione anche del Mozzate nel primo turno playoff, ma se così non dovesse essere quella torta sarà comunque buonissima. 
Il Bosto è…un pasticciere con i fiocchi.

Valceresio 8: l’affanno delle ultime settimane non può offuscare un cammino fatto di continuità, gruppo e giovani ormai diventati una costante ed ora, ora più che mai, c’è un playoff che ha un enorme peso specifico. Mai come in questa stagione la banda di mister D’Onofrio è sembrata tanto vicina al colpo grosso, mai come in questa stagione qualità ed esperienza hanno trovato il giusto mix per poter correre in un campionato fatto di mille avvicendamenti e di una enorme certezza: la Valceresio è sempre stata là, in alto, davanti a (quasi) tutti, punto di riferimento fra le squadre da battere. E punto di riferimento lo è stato anche Antonio Ippolito che nonostante le 35 candeline già spente qualche mese fa non ha fatto mancare il suo apporto numerico, 17 gol, ed il suo apporto mentale, sembra incredibile ma è ancora quello a cui si può chiedere la corsa in più. Il playoff con il Ferno è un’occasione da capitalizzare per dimostrare, in primis a se stessi, che quel passo è stato fatto.
La Valceresio è…il punto esclamativo.

Pro Azzurra Mozzate 7: mezzo voto in più rispetto all’andata per aver creduto nei playoff anche quando tutto sembrava perduto. Nonostante una classifica cortissima un mese fa i ragazzi di mister Tripodi erano fuori dall’obiettivo playoff, poi il successo pesante in casa con il Ferno e la vittoria sul campo del San Michele sono valsi un’enorme bombola d’ossigeno a cui i mozzatesi si sono attaccati alla ricerca di fiato per tornare a correre. La 5° piazza a pari punti proprio con il Ferno (dietro solo per la classifica avulsa) vale un playoff in casa del Bosto e a Capolago non sono ammesse distrazioni: un posto in finale, dopo una stagione così fuori dall’ordinario, varrebbe tantissimo e forse metterebbe una pezza su quel buco al sapore di “Si poteva fare di più”. 
La Pro Azzurra Mozzate è…crazy (nella buona e nella cattiva sorte)

San Marco 7: hai capito la San Marco! Ottava posizione con 39 punti (record per la società), 34 gol fatti e 34 subiti, salvezza conquistata con 2 giornate d’anticipo ed un appellativo quello di “Ammazza-grandi” conquistato sul campo a suon di successi proprio con le grandi. Ma a questo punto sarà mica che anche la San Marco sia diventata grande? A vederla giocare pare proprio che mister Efrem e i suoi ragazzi siano cresciuti, maturati, più consapevoli e forse è davvero giunto il momento di iniziare a guardare la colonnina di sinistra perché assaporare i piani alti potrebbe non essere più un lusso per una società che invece fino ad oggi ha collezionato salvezze. 
La San Marco è…promossa a pieni voti all’esame di maturità.

NFO Ferno 6.5: avete mai visto una Ferrari non pigiare troppo sull’acceleratore ma affidarsi ad una velocità costante per raggiungere la meta? I ragazzi di mister Stincone hanno fatto più o meno così, della serie “Chi va piano, va lontano”. Il lontano corrisponde al traguardo playoff e per di più in trasferta, il cambio passo non c’è mai stato ed il primo posto non è mai sembrato troppo alla portata. I numeri confermano la solidità difensiva (30 gol subiti miglior retroguardia del girone) ma appena 41 fatti, troppo pochi per competere con le super big. Ora c’è la possibilità di svoltare una stagione intera con il playoff in casa della Valceresio, ma resta un campionato al di sotto delle aspettative seppur positivo. 
Il Ferno è…un quadro da un milione di dollari, senza cornice.

Arsaghese 6.5: “C’è qualcosa che non va” cantava Vasco Rossi, ma forse sarebbe meglio dire “C’è qualcosa che non è andata”. Una beffa incredibile il finale di stagione, perchè dopo una rincorsa a perdifiato i Contaldo boys erano riusciti a riacciuffare i piani alti salvo poi pagare dazio per conto della classifica avulsa. Ma forse è proprio la classifica avulsa che dovrebbe suscitare qualche riflessione, della serie “Non vincere gli scontri diretti, nuoce gravemente alla salute”. I numeri sottolineano come l’attacco abbia stentato un po’ (40 gol fatti), mentre la difesa è stata brava a concedere pochi lascia passare (33 reti subite). Alla fine di tutto restano due dati essenziali: gli applausi per non aver mollato un centimetro nemmeno quando tutto sembrava perduto, e la consapevolezza che questa squadra, il prossimo anno, potrebbe essere protagonista.
L’Arsaghese è…una hit dell’estate

San Michele 6.5: dopo l’insufficienza non grave al giro di boa, i gialloneri di mister Lorenzi hanno cambiato musica e messo a registro un girone di ritorno di tutt’altro spessore. Alla fine la posizione è la 9° con 38 punti (43 gol fatti, 42 subiti) ma la realtà racconta di una continuità prepotente e di qualche scivolone qua e là è costato, a conti fatti, i sogni di gloria di poter partecipare alla post season. Il disegno astratto di cui si parlava qualche mese addietro non è ancora diventato un capolavoro ma resta un progetto di buone prospettive, c’è da affinare la tecnica ed apporre una firma d’autore poi forse Bilato & co potranno esporre nei grandi musei. 
Il San Michele è (ancora)…un pittore di ottima prospettiva.  

Luino 6.5: vietato farsi ingannare dalla posizione in classifica (10° piazza, 48 gol fatti  46 subiti) il campionato del Luino è stato tutt’altro che una passeggiata in penombra. Quello che forse ha “fregato” sono state partenza ed arrivo, nel mezzo una serie di ostacoli superati con tenacia ed un pizzico di classe, tanto da presentarsi sul rettilineo d’arrivo con i bookmakers pronti a raccogliere quote importanti. Già perché ad inizio anno pronosticare un playoff sarebbe stato quasi utopistico; eppure, più scorrevano le giornate, e più la proporzione inversamente proporzionale vedeva le quote abbassarsi, mentre la posizione in graduatoria saliva. Trascinati da Emanuele Cosso ed i suoi 21 gol, i rossoblù potrebbero aver messo fieno in cascina per quello che verrà, a patto di non incespicare più sui blocchi di partenza. Onore, comunque, a mister Iori e al ds Cracas per il lavoro svolto.
Il Luino è…un maratoneta (che deve allenarsi da centometrista).

Tradate 6: ahi ahi ahi Tradate, cosa è successo? Quando chiudi l’andata al 4° posto e con ancora tanta benzina nel serbatoio, ti aspetti un girone di ritorno all’altezza o quanto meno una bagarre fino alla fine. Ed invece il motore si è inceppato sul più bello e la collezione di 5 sconfitte consecutive tra marzo ed aprile è stato il segnale lampante che questa squadra stesse dicendo addio al sogno playoff. Un vero peccato anche perché quando hai dalla tua parte il secondo miglior attacco del campionato (54 reti fatte, 40 subite)) ed un bomber come Stefanazzi capace di trasformare in oro tutto ciò che tocca (23 reti, capocannoniere 21/22) pensi che la post season sia quasi una formalità ed invece in un campionato tanto tirato, sono stati i dettagli a fare la differenza, vedi dimissioni di mister Fera che hanno ulteriormente complicato i piani in un finale di stagione in cui tutto era ancora possibile.
Il Tradate è…un “Gratta e Vinci”: “ritenta e sarai più fortunato”

Faloppiese Ronago 6: commentare il campionato della Faloppiese è un po’ strano perché guardi la classifica e vedi un playout, osservi il percorso degli ultimi due mesi e ti chiedi quasi come sia possibile vista la sfilza di successi consecutivi che porterà ora i comaschi a giocarsi l’ultimo atto con la doppia chance. 11° posto con 29 punti (ben 19 in più rispetto ai 10 dell’andata) ed una freschezza divenuta scialuppa di salvataggio proprio quando i giochi sembravano fatti. Buona parte del merito potrebbe averla mister Giglia, bravo a rimettere ordine nel momento del caos, ma non si può non citare Di Iorio e le sue 12 reti: “Chapeau” per dirla alla Cassano. Ed ora al via l’ultimo atto.
La Faloppiese Ronago è…una partita a scacchi ancora in corso.

Cantello Belfortese 5: che cosa è cambiato rispetto ad un girone fa? Poco, troppo poco. 12° posto in classifica, 25 punti collezionati, appena 23 reti messe a segno e 35 subite (e questo è un dato che si avvicina alle migliori difese del girone), un’infermeria sempre piena, ed un bandolo della matassa incastrato fra mille fili. Il tempo dei bilanci arriverà fra una decina di giorni, la tabellina del “cosa ha funzionato” e “cosa non ha funzionato” non richiederà grandi sforzi mnemonici per essere compilata, ma prima del tempo delle analisi c’è il tempo del “tutto per tutto”: il playout con la Faloppiese vale una stagione e non ce ne vorranno i tifosi non juventini ma mai come in questo “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”.
Il Cantello Belfortese è…all’ultimo appello  

Antoniana 5: quando si è scelta l’esperienza di un tecnico come Senziani, probabilmente a Busto hanno sperato che insieme al gioiello del mercato invernale D’Ascanio, il “miracolo” potesse davvero compiersi. Lottare, questa volta, non è bastato. L’Antoniana dopo una serie di salvezze incredibili retrocede direttamente in seconda categoria (13° posto, 17 punti, 24 reti fatte e 49 subite) e si potrebbero dire molte cose al riguardo ma forse l’unica che davvero ha un senso, dopo un girone d’andata troppo compromettente, è aver onorato la maglia fino alla fine, con t-shirt “strizzabili” al termine di ognuno di quei novanta minuti di guerra. 
L’Antoniana è…da matita rossa agli scrutinii finali

Jeraghese 5: onorare un campionato anche quando tutto è già deciso è il maggior vanto di cui può nutrirsi questa squadra (per info chiedere al Bosto), capace di sfidare la prima categoria anche quando i molti indizi del precampionato lasciavano intendere che fosse difficile tendente all’impossibile. La matematica non è un’opinione, però: 7 punti, 19 reti fatte, 78 subite lasciano poco spazio all’immaginazione. La banda di mister Baratelli retrocede in seconda categoria con un buon bagaglio d’esperienza e ha tutte le intenzione di rinforzare un progetto proiettato sul medio – lungo termine dove l’obiettivo prossimo sarà quello di ritornare qui e probabilmente non con il ruolo di comparsa. 
La Jeraghese è…rimandata alla prossima avventura.

Mariella Lamonica

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