Con il senno di poi è facile ravvisare nelle scorse settimane i segnali di ciò che si è concretizzato nella mattinata di ieri: da quanto tempo Ezio Rossi stava meditando di lasciare il Città di Varese? Di sicuro la scelta non è arrivata dall’oggi al domani ma, tralasciando le motivazioni personali del tecnico, era evidente (a maggior ragione col senno di poi) come il rapporto tra Rossi e il mondo Varese si stesse incrinando.

A scanso di equivoci, come sottolineato ieri dal presidente Stefano Amirante, il rapporto (soprattutto personale) tra le parti è sempre stato ottimo e anche per quanto riguarda la squadra, al netto di (legittime) diverse vedute, si può dire lo stesso. Per il mondo Varese intendiamo quindi il clima che si respirava nell’ultimo periodo al “Franco Ossola”, a testimonianza di un amore mai del tutto sbocciato fra il tecnico torinese e il pubblico varesino. Più volte, attraverso la nostra rubrica dei commenti social, Rossi è stato bacchettato dai tifosi per alcune scelte iniziali, per alcuni cambi sbagliati o non effettuati e, talvolta, anche per una presunta mancanza di personalità della squadra. Piaccia o non piaccia Ezio Rossi ha il suo carattere, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, e l’ha portato a Varese facendosi apprezzare o meno a seconda dei casi.

Di certo, negli ultimi tempi, il numero dei difensori di Rossi si era assottigliato, i mugugni di disapprovazione erano sempre più frequenti, e lo stesso allenatore cominciava a mostrare segni di insofferenza. Il tutto legato ai risultati. Se i giri a vuoto del Varese fossero stati spalmati nell’arco del campionato, forse l’umore del pubblico sarebbe ben diverso, ma arrivare a sei partite consecutive senza vittoria è uno smacco non da poco se ti chiami Varese. Le vittorie danno fiducia e, viceversa, i risultati negativi la diminuiscono; forse anche Rossi ha iniziato ad averne meno, ritenendo di non poter dare altro a questo gruppo. L’immagine, in tal senso, è stata quella di domenica scorsa: dopo un primo tempo così e così, il tecnico ha lasciato la squadra da sola negli spogliatoi per passare l’intervallo in panchina. A pensare. A rimuginare sul prossimo passo che, in questo caso, è stato compiuto all’indietro. Anche il post-partita è stato alquanto sbrigativo: una dichiarazione lampo e parola poi all’uomo simbolo del momento Marco Pastore.

In un lungo posto di commiato pubblicato su Facebook (che riportiamo integralmente in basso) proprio Rossi ha ammesso di aver voluto compiere questo passo indietro per il bene di tutti, chiudendo così i doversi e sinceri ringraziamenti al Città di Varese che sedici mesi fa lo aveva accolto affidandogli le chiavi della rinascita. Un anno e mezzo (quasi) dopo la rinascita è ben avviata e, dall’ultima posizione in classifica, si è passati all’attuale quarta piazza, con il sogno playoff (alias ripescaggio in Serie C) sempre vivo e da continuare a coltivare.

Per alimentare il sogno serviva però un cambio di rotta che fin qui non c’è stato. Il cambio c’è stato invece in panchina, ufficializzato ieri, con Gianluca Porro subentrato per il finale di stagione. Già post-Derthona si cominciavano a respirare delle avvisaglie in tal senso e, qualora con il Bra fosse arrivata una sconfitta, la decisione sarebbe stata praticamente immediata; dopo il pari di domenica, invece, Rossi si è preso del tempo per pensare ancora al suo futuro, sfruttando la giornata di lunedì per riflettere su mille aspetti.

Proprio nel tardo pomeriggio di lunedì ecco il segnale che avrebbe già dovuto far capire molte cose. Sul suo profilo Instagram, intorno alle 17.00, Ezio Rossi aveva pubblicato come storia una fotografia che ritraeva il Monviso (visto da Varese), una montagna a lui cara che, in qualche modo, sa di casa. Il tutto accompagnato dalla celebre canzone dei ManeskinTorna a casa“, riportando il passaggio: “Corriamo via da chi c’ha troppa sete di vendetta, da questa terra ferma perché ormai la sento stretta. Ieri ero quiete perché oggi sarò tempesta. Quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire…“.

Solo quindici secondi, che però dicono tanto. Rossi a Varese non aveva più la tranquillità di cui aveva bisogno, evidentemente qualche rapporto esterno si era incrinato, e il freddo che si faceva sentire unito anche alla nostalgia di casa lo hanno portato a prendere la decisione di rassegnare e dimissioni. Lunedì le avvisaglie, martedì la certezza: rescissione consensuale e strade che si separano. L’ultimo passaggio, come anticipato, è stato affidato ancora ai social, attraverso il post per salutare il Città di Varese e la città di Varese.

Ciao Varese Città Giardino

Ti ho scoperto stupenda con il tuo centro elegante, la natura lussureggiante che ti circonda, i tuoi laghi e il Sacro Monte.

Grazie Città dì Varese
Grazie a Stefano Amirante, Stefano Pertile, Antonio Rosati e Filippo Lo Pinto per la fiducia e il sostegno anche nei momenti difficili e la stagione scorsa ce ne sono stati molti.

Grazie a Danilo Vago, Alessandro Merlin, Andrea Scandola, Gianni Califano, Vincenzo Basso, Valter Banfi, Gionata Dalla Fiore, Riccardo Cipolat, Micael Mazzacane, Federico Mauro e Issam Sartit per la collaborazione professionale ma soprattutto per le qualità umane che mi avete sempre dimostrato.

Grazie al mio staff persone magnifiche e collaboratori eccellenti Neto Pereira, Paolo Bezzi, Paolo Bertoletti, Roberto Sassi, Marco Trovarelli e Mario Vella.

Grazie a tutti gli steward/tifosi del gruppo Fuck the Cancer per la loro passione ma soprattutto per la loro comprensione ed equilibrio nei momenti difficili.

Grazie soprattutto ai giocatori un gruppo dì ragazzi splendidi, professionisti esemplari che non si sono mai risparmiati in ogni allenamento e in ogni partita in cui sono scesi in campo, abbiamo vinto, perso, riso e pianto, fatto cose belle ed errori umani, mai ci siamo arresi.
16 mesi fa eravamo ultimi in una società neonata, ora vi lascio in zona playoff con una società che sta crescendo, sperando di aver contribuito ad indicare la giusta via…
Rincorrete i vostri sogni con tutta la forza che avete, ma come dico sempre ai più giovani continuate a studiare e ai meno giovani guardatevi attorno perché la serie D è spesso un mondo illusorio.

Vi abbraccio tutti come nelle foto che ho postato.
Faccio un passo indietro, spero per il bene di tutti, che pochi potranno capire, tranne chi mi è più vicino.
Quindi Grazie a Silvia, Alice e Niccolò.

Buona fortuna Città dì Varese.

Matteo Carraro
(foto FB Ezio Rossi)

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