Classe ’69, residente a Rescaldina, professione responsabile vendite per l’estero, ma quando si tratta di schiacciare il pedale dell’acceleratore Paolo Palanti non si tira certo indietro e con la sua Audi RS 3 LMS DSG (del team Elite Motorsport) è al comando della classifica di Coppa Italia Turismo TCR nella sua classe (DSG) e al secondo posto assoluto in Seconda Divisione.

La passione per i motori c’è sempre stata, ma l’imprinting con il motor sport è arrivato tardi: il merito, in questo senso, va a Maurizio Jeropoli e ad Anotonio Ieropoli che con la loro ASD Living Kart hanno consentito a Palanti di dar sfoggio alle sue qualità al volante. “Dopo qualche anno di kart – ci racconta il pilota milanese durante una sua trasferta lavorativa a Danzica (Polonia) – ho deciso di iniziare una trafila motoristica partendo dalle categorie minori con potenze non elevate, tra cui il campionato Kia riservato alle auto alimentate a GPL. Stagione dopo stagione, però, sono salito di livello passando a macchine più potenti fino ad arrivare, nel 2019, al Campionato TCR, il meglio per quel che riguarda il mondo GT. Fino al 2021 ho partecipato al TCR Endurance dividendo l’auto con un altro pilota: nel 2020, a causa della pandemia, abbiamo potuto correre solo una gara mentre nel 2021 abbiamo preso parte al TCR DSG Endurance Europe con la Cupra”.

Adesso, però, si è aperta per te un’esperienza nuova nella Coppa Italia Turismo, dico bene?
“Esatto. Per la prima volta ho a disposizione un’auto molto potente, sui 350 cavalli, e corro da solo: devo dire che, per le mie caratteristiche e per il mio stile di guida, questo campionato è perfetto. Non dovendo dividere l’auto con un compagno posso settarla solo ed esclusivamente in base alle mie sensazioni, riuscendo così ad esprimere il meglio. Ho faticato nella prima gara al Mugello perché non ero abituato guidare senza l’ABS, e capire i tempi di frenata non è facile, ma già a Vallelunga è andata decisamente meglio”.

Procediamo con ordine: ci racconti cosa cambia nel CIT rispetto all’Endurance?
“Innanzitutto la lunghezza. Nel TCR Endurance le corse sono di due ore e si divide l’auto con un altro pilota, mentre la Coppa Italia Turismo prevede due gare sprint di 25 minuti e si corre da soli. Sono tutte macchine TCR, ma in una categoria si usa il cambio sequenziale e nell’altra il DSG; inevitabilmente, per quanto le auto siano della stessa potenza, il sequenziale ti dà vantaggio in accelerazione arrivando a velocità massime più elevate. Il feeling con l’Audi? Avevo già corso con l’Audi in passato e mi ha fatto piacere tornarci al volante dopo l’esperienza con la Cupra; il feeling con la vettura è ottimo”.

Mi pare di capire che ti trovi meglio a correre da solo…
“Sono totalmente responsabile di ciò che faccio, ho pieno potere nel settaggio della macchina e in pista non devo fare troppi calcoli: le gare sprint sono brevi, intense, e bisogna solo spingere senza considerare strategie o quant’altro.  A livello di approccio? Nello sprint parti e o fai la prestazione o la fai comunque (ride, ndr). Nell’Endurance puoi gestire con più calma la partenza e superare nei pit, mentre nello sprint devi subito aggredire la corsa e trovare il giusto ritmo fin dal primo metro. Passare allo sprint dopo tre anni di Endurance non è facile e io stesso devo migliorare molto”.

Tornando alla Coppa Italia Turismo, possiamo dire che come inizio non andata affatto male?
“L’inizio è stato molto positivo, anche se il Mugello non è una pista che mi è congegnale, diciamo che con quel tracciato non ho un gran feeling; sono comunque riuscito a portare a casa otto punti. A Vallelunga ho invece vinto la prima gara nella mia categoria arrivando secondo nell’altra, classificandomi sesto assoluto in entrambe le corse. Grazie a questi risultati sono, per ora, in testa al campionato e secondo nella Seconda Divisione”.

Prossimo appuntamento a Misano il 19 giugno; sensazioni?
“Misano, al contrario del Mugello, è una pista che mi piace molto perché ha bene o male le stesse caratteristiche di Vallelunga. Mi aspetto di andar forte e spero di ottenere un buon risultato. Per me sarebbe fondamentale considerando che a novembre correremo proprio a Misano l’ultima gara, in sostituzione di Monza, e a settembre la penultima si terrà ancora a Vallelunga. Varano? È il quarto appuntamento della stagione: si tratta di una pista particolare, forse un po’ piccola, ma in cui c’è margine per far bene”.

Quando si pensa al mondo dei piloti, un giovanotto di 52 anni (53 il prossimo 31 maggio, ndr) non è la prima figura che viene in mente. A questi livelli conta di più l’esperienza o la spensieratezza?
“In primis conta il divertimento. È fantastico mettersi alla prova contro piloti di ogni età e provenienti anche dall’estero; sono iscritti un team spagnolo e uno turco, e devo riconoscere che il livello di competitività è davvero molto alto. Sicuramente i giovani sono più spensierati e non si fanno problemi ad entrare in curva in maniera più aggressiva; se sei più stagionato pensi maggiormente alle tue responsabilità anche dal punto di vista dei costi. Alla fine, comunque, trovare il giusto connubio è l’arma vincente”.

Sogno nel cassetto?
“Ovviamente provare a vincere il campionato della mia categoria. Bisogna sempre porsi un obiettivo per dare il massimo: so che non sarà facile, ma ci proverò fino in fondo”.

Matteo Carraro

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