Passione, fiducia e voglia di far bene: queste sono le caratteristiche principali Edoardo Facco, DS dell’Aurora Induno da ormai diverse stagioni. Lo scorso campionato i biancoblu hanno faticato molto, ma il cammino del 2021/22 non ha certo avvilito il dirigente, che è invece convinto di poter riscattarsi con una buona stagione.

Cosa l’ha spinta a diventare Direttore Sportivo e perché ha scelto l’Aurora?
“Per rispondere bisognerebbe tornare indietro di otto anni. Sono arrivato qui con la squadra della Casmo insieme a mister Angelè perché l’Aurora era retrocessa e voleva tornare in Seconda. Sono stato qui per tre anni come vice allenatore poi, dopo l’arrivo di Ambrogio Baj, sono diventato team manager e Malfarà mi aveva chiesto di diventare anche osservatore dei bambini sui campi. Con l’avvento del Covid e con l’addio di Baj, la società mi ha affidato il ruolo di DS ed ho accettato perché avevo un buon rapporto con le altre società e i ragazzi della squadra. Quest’anno sono sicuro che potremo fare bene”.

Tutti sanno quanto lei sia legato all’Aurora Induno, cosa significa sentirsi addosso questi colori?
“Per me l’Aurora vuol dire molto: sono legato a Masini, come a molte altre figure storiche della società. In queste stagioni ho trovato un grande supporto da diverse persone: da Andrea Rocci a Simone Franzoso, passando per i consiglieri Volpi, Frittoli e Buongiorno. Per me significa voler sempre migliorare, non solo in campo ma anche nella struttura che abbiamo a disposizione: vogliamo lavorare tutti per creare di meglio, perché questa società ha più di sessant’anni e credo che si possa fare di più”.

Tanti giocatori hanno detto di avere un ottimo rapporto con lei: quanto è importante andare d’accordo con il gruppo squadra?
“Secondo me è importante avere un rapporto che sia di rispetto, amicizia e fiducia. Quest’estate mi ha fatto molto piacere vedere come molti giocatori abbiano espresso il forte legame che li lega a me ed alla società per rimanere in questa squadra. È bello vedere come ci sia una differenza tra dentro e fuori dal campo: quando si gioca si rispettano i ruoli che si hanno in società, ma al di fuori siamo tutti amici. Avendo ancora 29 anni tendo a volermi divertire con i ragazzi e, secondo me, più il DS è partecipe e meglio è. Per arrivare a questo ho imparato dai dirigenti del passato, da cui ho appreso molto, ma bisogna ringraziare anche i ragazzi, perché molti sono coinvolti anche in attività extra calcistiche come la gestione del bar, le pulizie o, addirittura, la tosatura del campo e degli arbusti. C’è grande collaborazione all’interno della società”.

Da dirigente dell’Aurora, ha un sogno nel cassetto da coronare con questa squadra?
“Il sogno è quello di fare bene lavorando in tranquillità. Non ho un obiettivo vero e proprio, perché essere qui e lavorare con alcune persone, per quanto non lo posso definire un sogno vero e proprio, fa già enormemente piacere. A stagione in corso, se ne avremo la possibilità, inizieremo a sognare. Prima Categoria? Non può ad oggi essere definito un sogno perché ci sono troppi fattori che influiscono, tra cui anche quelli economici. So che si lavorerà anche per quello con la valorizzazione dei giocatori che abbiamo acquistato a zero come mi era stato questo e, in più, con la Juniores”.

Arrivando alla stagione che inizierà a settembre, avete deciso di cambiare il mister; a cosa è dovuta questo cambio e perché la scelta è ricaduta su Fumagalli?
“Il cambio è dovuto al fatto che Palombella non voleva più proseguire con noi: abbiamo avuto delle difficoltà e non si è potuto andare incontro alle esigenze del mister. Il rapporto è ancora molto buono e sappiamo che ci sarà sempre per noi in futuro, ma per il momento era giusto che ognuno proseguisse per la sua strada. Fumagalli, invece, ha dimostrato di poter meritare la nostra Prima Squadra: conosce tutti e la rosa è abbastanza completa per non doverla stravolgere sul mercato. Gli acquisti sono stati mirati a coloro che potevano sostituire quelli che sono stati gli addii, senza dimenticare che quest’anno avremo anche a disposizione la Juniores composta dei 2005 che il mister allenava in precedenza; ci sarà grande collaborazione tra le due squadre”.

Avete già portato a termine diversi acquisti e alcuni rinnovi. Lei stesso ha detto come il mercato sia quasi terminato per voi: cosa pensa che possano portare i nuovi arrivi alla squadra?
“I due ragazzi del Bosto dovranno portare freschezza e possibilità di dare al mister altri fuoriquota validi tra cui scegliere. Se non fossero arrivati da noi avremmo avuto poca scelta, invece così mister Fumagalli avrà molta più libertà per decidere chi schierare. I giovani della Juniores potrebbero aggregarsi alla Prima Squadra e, se non fossero pronti fin dall’inizio, potrebbero salire a gennaio. Abbiamo giocatori ben formati e vogliamo farli crescere per attingere da loro ed autofinanziarci perché, così facendo, potremo costruire un progetto che finora è stato impensabile. Gonzalez, in particolare, dovrà portare la sua classe e qualità perché è riconosciuto universalmente come un giocatore di un’altra categoria; lo conosco da dieci anni e so che è un calciatore nato, motivo per cui ho molta fiducia in lui anche perché ha proprio espresso la volontà di tornare a giocare con noi. Anche Savo potrà fare bene al suo rientro”.

Chi pensa che, tra i neo acquisti, possa avere il maggior impatto sulla squadra ad inizio campionato?
“Tutti possono avere un buon impatto, ma sarà il campo a stabilirlo. Credo proprio che Savo possa fare bene come punta, così come sono convinto che Padula ed Edwin possano dare un grande aiuto a centrocampo e Vettorello alla difesa. In campo ci sono anche altri giocatori di livello e il gruppo sarà ciò che fa la differenza. Un fuoriclasse da solo non fa vincere le partite, ma deve essere messo in mezzo ad altri buoni giocatori per esprimere al meglio il proprio gioco”.

Andrea Vincenzi

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