Andrea Zampieri è a Induno ormai da diverse stagioni ma, dopo il difficile anno passato, il capitano bianco-blu sente delle sensazioni diverse per questo campionato. Una squadra completamente ridimensionata ha trovato nuove consapevolezze ed un mister di livello che hanno alzato le ambizioni del difensore.

A differenza della passata stagione quest’anno sta andando molto bene, quanto incide giocare liberamente senza avere la pressione di non poter sbagliare?
“L’intera situazione è molto diversa perché rispetto all’anno scorso abbiamo recuperato dei giocatori che ti possono fare la differenza come Robustellini, Bogdan e Savo. Il girone di ritorno era stato un dentro o fuori continuo, sapendo che sarebbe potuta andare male perché non era tutto nelle nostre mani, mentre ora giochiamo solo pensando a noi stessi ed al nostro campionato. Fin qui abbiamo raccolto ottimi risultati anche contro squadre di alta classifica, unito a qualche scivolone che denota come qualcosa dell’anno scorso sia rimasto. Non abbiamo ancora acquisito la giusta personalità, dobbiamo essere più consapevoli dei nostri mezzi e fare la nostra partita contro tutti. Sappiamo di avere punti di forza e che vincere aiuta a vincere ma, rispetto all’anno scorso dove tutto andava male, stiamo andando meglio ed i tre o quattro risultati utili consecutivi mandano un messaggio anche agli avversari”.

Quanto hanno inciso i nuovi innesti in questa buona prima parte di stagione?
“Penso che uno dei punti chiave di quest’anno sia stato recuperare chi non c’era nel girone di ritorno: tre rientri da infortuni possono cambiare tanto nel valore della squadra. Tutti i ragazzi che sono arrivati sono stati un fattore, ci stanno dando una grossa mano e tanti giovani si stanno confermando. Penso a Scalamandre, che si è integrato molto bene ed ha portato anche a livello numerico il suo apporto, così come Edwin Gonzalez con la sua qualità, ma anche a Vettorello. Sono stati tutti un valore aggiunto per questa squadra”.

Non era semplice ripartire bene dopo un cambio di allenatore, com’è stato vivere dallo spogliatoio il passaggio di consegne?
“Quando si separano allenatori e giocatori non è mai bello, ma la responsabilità è di entrambe le parti. Per noi è stato un test importante e credo che sia stato un altro fattore che ci ha fatto crescere: abbiamo parlato tra di noi ed abbiamo deciso di risolvere la cosa tra le mura dello spogliatoio. Dopo due partite dove siamo stati un po’ disorientati abbiamo risposto alla grande, sapendo di dover dare qualcosa in più ed assumendoci la responsabilità del futuro del nostro campionato. Non sapevamo chi sarebbe arrivato, ma Criscimanni è stato un grande valore aggiunto con la sua esperienza e la sua bravura, anche perché è arrivato dopo un confronto con la società. Siamo stati bravi nel dimostrarci all’altezza di questa sfida e ne siamo stati protagonisti, soprattutto nelle due uscite senza allenatore dove, se non hai la giusta maturità di squadra, diventa difficile da gestire. Questa reazione della squadra mi ha dato veramente molta fiducia in questo gruppo”.

Sei ad Induno ormai da diversi anni, c’è qualcosa di diverso rispetto alle tue altre esperienze tra le fila bianco-blu?
“Il gruppo è sempre stato fantastico, ma penso che con il passare del tempo si sia consolidato e, quindi, chi arriva riesce ad integrarsi sempre meglio. Adesso in tanti, quando sentono parlare di Induno, recepiscono che siamo una famiglia, in cui tutti siamo importanti ma nessuno indispensabile. Un’altra differenza è il livello qualitativo della squadra, perché secondo me siamo sopra la media degli anni passati. Induno è un ambiente in cui c’è armonia, sia con la squadra che la società: tutti vanno d’accordo con tutti ed ogni problematica viene risolta in spogliatoio. Per arrivare a questo punto c’è voluto tempo e tanto lavoro, ma ora siamo più consapevoli dei nostri punti di forza e di quelli deboli, ci manca solo un po’ di costanza nei risultati”.

Dove pensi che possiate arrivare in questa stagione?
“Se prendessimo consapevolezza di tutti i punti di forza, senza subire le partite ma facendole, credo che potremmo toglierci diverse soddisfazioni ed arrivare lontano. L’obiettivo era arrivare ad una salvezza anticipata, giocandocela con tutti a prescindere da quanto siano attrezzati: noi scendiamo in campo sempre per vincere e, rispetto all’anno scorso, ho la sensazione di poter lottare ad armi pari con tutti. La grossa difficoltà è trasmettere questa fiducia ad ogni membro della squadra, voglio riuscire a far passare questo messaggio perché io ci credo. Basti guardare alle partite in cui abbiamo lasciato dei punti per strada: nella maggior parte dei casi sono per demeriti nostri piuttosto che meriti degli avversari”.

Qual è, invece, un tuo personale sogno da coronare con l’Induno?
“Detto sinceramente, ne ho un po’: sono qui da tanto tempo ed abbiamo anche fatto bene in qualche campionato, ma a livello di risultati ci è mancato qualcosa. Mi piacerebbe toglierci qualche soddisfazione, arrivando a giocarci anche le prime posizioni. Come seconda cosa sarei felice di vedere che questa società, dal grandissimo potenziale per componenti e passione, crescesse piano piano fino a diventare un punto di riferimento per tutte le famiglie ed un punto di partenza per i piccoli calciatori. La Prima Squadra poi diventa la vetrina e, di conseguenza si potrebbe puntare a diventare un riferimento anche in qualche categoria più importante. Ho molto a cuore questa società e so che per arrivare a quel livello ci vuole tempo, ma qui è come essere in famiglia e mi piacerebbe anche entrare nella parte gestionale una volta finito di giocare. Un’altra cosa che mi piacerebbe molto sarebbe veder coltivati i ragazzi più giovani, perché crescono con un attaccamento diverso alla maglia. Nell’immediato, invece, vorrei partite con il piede giusto contro il Cantello, fare dei punti potrebbe essere un bel regalo di Natale posticipato; fare risultato contro di loro credo manderebbe un segnale a tutti del fatto che siamo qui per giocarcela”.

Andrea Vincenzi

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