Genio e sregolatezza alias Andrea Pavanello. L’attaccante approdato ad inizio stagione in quel di Ispra è uno di quei numeri dieci senza regole capace, però, di concedere la giocata giusta al momento giusto, quella che talvolta risolve una partita o un’intera stagione. 
Cresciuto nelle giovanili del Bosto, poi approdato al Varese fino ad arrivare alla Primavera di Devis Mangia, Pavanello è un talento conosciuto in promozione, in eccellenza, in serie D ed oltre confine, in Svizzera, tutti campionati dove ha sempre lasciato il segno a suon di gol o di “mattate”.
“Ma adesso ho una moglie ed una bimba di 2 anni, ho messo la testa a posto – afferma l’attaccante – con la maturità di oggi probabilmente mi sarei tolto qualche soddisfazione in più in passato”. Rimpianti? “No, forse ni, il treno è passato ed io me la sono goduta, va bene così, non perdo il sonno a pensare a cosa sarebbe successo se… è stato quello che è stato”.

E ad Ispra cosa ci fai?
“Ma sai quante volte me lo chiedo anche io? Qui sono tutti bravi ragazzi, io non c’entro nulla, fortuna ci sono Oldrini e Verde a fare un po’ di casino con me negli spogliatoi” (ride ndr).

Ed io che pensavo fossi arrivato per aiutarli a vincere il campionato…
“Vincere il campionato? No dai, siamo una buona squadra ma non siamo così forti, ci sono rose più attrezzate di noi come Ferno e Valceresio, noi abbiamo già chiuso bene il girone d’andata, ora dobbiamo pensare a chiudere altrettanto bene il girone di ritorno, nella speranza di ripartire davvero a febbraio”. 

Chissà se ogni tanto riesci anche a fare il serio…
“Poche volte in effetti”.

Però proviamoci. Dove può arrivare quest’Ispra?
“Ok, ci provo. Siamo una buona squadra, davvero, abbiamo un’arma importante dalla nostra che sono i giovani e quando hai giovani forti abituati alla categoria significa essere un passo avanti, io li “bastono” proprio perché so quanto possono dare, e poi abbiamo alcuni senatori di qualità, però questo non basta, ci sono i dettagli e in un campionato così livellato come questo sono fondamentali”.

Tipo la partita persa con la San Marco all’ultima di dicembre?
“Lì eravamo già in vacanza, quella è un giornata no, con tutto il rispetto per la San Marco sia chiaro, i dettagli sono quelli che se non curi non ti fanno vincere una gara come quella con la Valceresio, dominata, e che alla fine ci è fruttata solo un punto”.

In generale che campionato ti sembra questo? La prima categoria non la conosci molto tranne che per la parentesi Luino.
“È un campionato difficile, livellato, nessuna gara è scontata, la San Marco che fa tre punti con noi non è un caso, è una squadra che ha altri valori ma che sputa sangue, se la domenica non ti presenti con la testa giusta fai fatica e puoi perdere con chiunque”.

Quindi torniamo al discorso testa e maturità: tu la domenica come ti presenti?
“Io sono giocatore della domenica, al giovedì vado a 2 km/h, ma la domenica corro, il problema è se fosse il contrario, sai quanti giocatori del giovedì ho visto?”.

Trent’anni quest’anno ed una lunga serie di esperienze alle tue spalle, se ti chiedessi uno dei momenti più belli?
“Derby Magenta – Corbetta in eccellenza, segno ad un quarto d’ora dalla fine e vinciamo una partita sentitissima, d’istinto questo è uno dei momenti più belli che mi viene in mente, ma ce ne sono tanti”.

Ce ne sono tanti e con tante maglie diverse: Pavanello è quell’attaccante che non si affeziona mai?
“Non dico bugie, è così, non sono uno che si affeziona facilmente, ho sempre bisogno di nuovi stimoli, di fare nuove esperienze, di cambiare, oggi sono in prima categoria anche perché è un impegno meno faticoso rispetto ad altre categorie, volevo dedicarmi alla famiglia, ma magari ad agosto cambio idea e torna più in su, finché il telefono squilla non mi precludo nulla”. 

Torniamo a parlare di Ispra: mister? Compagni? Come ti trovi?
“Il mister è uno fantasioso, un po’ come me, ed io di solito mi trovo meglio con questo tipo di allenatori, c’è un bel rapporto fra noi, mi permette di spaziare, al Varese ad esempio ero molto più prima punta, oggi preferisco partire a sinistra, poi magari vado anche a destra, sono fatto così nella vita figuriamoci in campo, questo ad Ispra posso farlo, il mister ed i compagni me lo permettono”.

Così come ti hanno permesso di calciare i rigori…
“Io lo so dove vuoi arrivare, non mi freghi. Ma secondo te posso giocare ad Ispra e non calciare i rigori? Io sono ossessionato dal gol. Golisciano è un giocatore fortissimo, ha un sinistro invidiabile, ci conosciamo da quando siamo piccoli e sinceramente mi chiedo come sia possibile che un calciatore con questa qualità non sia arrivato in altre categorie, e sono serio qui, avere un compagno così mi permette di esprimermi al meglio e anche di calciare i rigori” (ride ndr).

Ossessionato dal gol e dal successo: chi festeggerà a maggio?
“Io a maggio sarò al mare in Toscana”. 

È una risposta dal duplice volto questa, lo sai? 
“Cerchi sempre di fregarmi, ma te lo ripeto io sarò pure ossessionato dal gol al contrario della società che non è ossessionata dal successo, c’è tutto per far bene e ci mette nelle migliori condizioni possibili per farlo, vedremo cosa succederà”.

Dopo questa dichiarazione quanto ci metterà il presidente Binda a chiamarti?
“Mi sa che trova occupato” (altra risata ndr). 

“Ma ora posso farti io una domanda?”.
Certo dimmi. 
“Perché scrivi sempre Gaballo & co?” 
Perché lui è il capitano e di solito lo scrivo di chi ha la fascia.
“Quindi per veder scritto Pavanello & co devo rubargliela? L’unica volta che ho fatto il capitano è stato nei pulcini del Bosto, un contentino che mi ha dato il mister per compensare con il numero dieci che invece aveva ceduto ad un mio compagno, avevo il numero otto e la fascia da capitano, sarò durato mezza partita, non so quanto mi convenga”.

O gli rubi la fascia o ti prendi l’Ispra, a te la scelta, Andrea Pavanello.

Mariella Lamonica

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