Il Torneo Città di Cagliari per la Pallacanestro Varese si conclude con un bilancio tutto sommato positivo, nonostante la doppia sconfitta con Milano e Panathinaikos, che ha condannato i biancorossi al quarto posto su quattro nella classifica finale.

Un risultato che però non deve condizionare il pensiero e le impressioni che le prime uscite della squadra di coach Matt Brase hanno lasciato sul parquet cagliaritano. Due prestazioni in antitesi una con l’altra, deludente quella contro Milano, entusiasmante e rammaricante, solo per l’esito finale, quella contro il Panathinaikos. Due partite che però hanno un filo conduttore una con l’altra, un elemento costante delle due gare: le prove di Jaron Johnson.

Il numero 92 biancorosso si è già caricato la Pallacanestro Varese sulle spalle. Sia contro Milano che contro i greci, Johnson ha messo in mostra tutte le sue qualità, tecniche e fisiche, ergendosi a vero e proprio leader in campo della squadra di coach Matt Brase. 20 punti contro l’Olimpia, 21 contro il Pana, ma più di tutto è la sostanza e l’efficiacia che il nuovo esterno della OJM ha saputo mettere in campo in tutte e due le partite disputate.

Un giocatore di categoria superiore, capace di creare situazioni di pericolo dal nulla ogni qual volta chi trova la palla in mano, un interprete perfetto del gioco cash and shoot che Brase vuole instaurare nella Pallacanestro Varese e che Johnson pare conoscere alla perfezione. Sarà che i due avevano già lavorato insieme, ma tanto è frutto delle qualità e dell’intelligenza cestistica di un giocatore di caratura europea, sul quale i biancorossi hanno puntato la fiche più pesante del mercato (unico tra gli stranieri con lo stipendio a tre zeri, che dovrebbe aggirarsi sui 200.000 dollari).

Un investimento che, al netto di queste sole due partite, sembrerebbe ben fatto, per un giocatore che ha dimostrato non solo di avere un superbo tiro da tre punti, ma di essere anche un ottimo penetratore, capace di attaccare il ferro con forza ed efficacia.

Un lavoro offensivo che trova applicazione anche in difesa, dove Johonson, al netto delle difficoltà mostrate da una Varese fin troppo leggera, orfana di Owens e Reyes, ha saputo adattarsi all’esigenza, mostrando di poter giocare, all’evenienza, anche in marcatura sui 4 avversari.

Insomma, il jolly perfetto per questa OJM che cerca unti di riferimento per questa nuova stagione ma che sembra aver trovato subito il suo leader, direttamente da Kazan con licenza di stupire, Jaron Johnson.

Alessandro Burin

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