C’è grande curiosità intorno alla Pallacanestro Varese che verrà. Le novità portate dal mercato, sia in panchina con la coppia Brase-Galbiati, che sul campo, con il trio di americano Ross-Brown e Owens, hanno acceso l’entusiasmo e la curiosità dei tifosi biancorossi, trepidanti di scoprire la nuova squadra che scenderà in campo il 2 ottobre prossimo contro Sassari, inaugurando il campionato 2022/2023.

Una squadra che parte da alcune caratteristiche ben precise: rapidità, corsa, versatilità e tanta potenza di fuoco offensiva per un roster non ancora completo a cui manca un ultimo tassello. Un gruppo a forte marchio USA per filosofia di gioco ed impostazione, che però solo il tempo saprà dire quanto ben si adatterà al campionato italiano e alle difficoltà dello stesso.

Per scoprire meglio la nuova creatura biancorossa, la prima dell’era Scola-Arcieri, abbiamo parlato con Matteo Jemoli, Responsabile Scouting dei biancorossi nonchè profondo conoscitore del mercato italiano ed europeo.

Che Pallacanestro Varese sta nascendo?
“Sta prendendo forma un gruppo che ha voglia di correre, giocare ad alto ritmo, facendo del proprio punto di forza il tiro da tre punti. L’idea alla base del nostro mercato è stata quella di cercare e trovare giocatori, soprattutto sugli esterni, che fossero in grado di tirare e così abbiamo fatto. Brown ha tiro, Ross anche, Woldetensae pure e con De Nicolao abbiamo lavorato per migliorare su questo fondamentale, cercando di costruire un pacchetto esterni pericoloso e che possa aprire il campo. Tra i piccoli cercavamo e cerchiamo tutt’ora giocatori che sappiano giocare in pick’n’roll. Nel reparto lunghi invece abbiamo prediletto la verticalità ed Owens in questo è un profilo perfetto, avendo la capacità di difendere e giocare con grande dinamismo. Vogliamo una squadra che ci permetta di non avere dei ruoli fissi, che abbia molta duttilità e che possa giocare senza problemi anche con tre/quattro piccoli per correre il più possibile”.

Andando sui singoli, che tipo di giocatore è Colbey Ross?
“Colbey parte con l’idea di essere playmaker ma ha anche ottime qualità offensive. A Nymburk giocava con una guardia molto votata al tiro a fianco e questo lo ha aiutato a crescere nell’interpretazione del ruolo, capendo quando è il suo turno per andare alla conclusione o quando invece lasciare spazio ai compagni. Questo bilanciamento tra saper far giocare la squadra e mettersi in proprio, assumendosi responsabilità nella giocata, è stata una delle caratteristiche che più ci è piaciuta di lui. Ci è sembrato un buon giocatore di pick’n’roll, bravo a trovare sia il roller che le sponde. Infine è un play che sa difendere bene sulla palla nell’1vs1”.

Da Ross a Brown, giocatore di grande esperienza e qualità tecnica. Cosa vi aspettate da lui?
“Sicuramente Brown ha una grande conoscenza del gioco e questo penso lo aiuterà ad adattarsi al meglio al nostro campionato ed al modo di giocare che gli sarà richiesto. E’ un buon difensore ma la sua caratteristica più importante è la qualità nel tiro. Sa fare diverse cose in attacco, può mettere palla per terra ed essere pericoloso. Ha giocato in squadre di grande livello e la sua conoscenza nel basket europeo sarà di aiuto per ragazzi che sono “novelli” per il nostro torneo, come può essere Ross. Penso che sarà un importante valore aggiunto anche per i giovani come Librizzi e Woldetensae; li potrà aiutare a capire come intepretare al meglio le singole partite ed i momenti più importanti all’interno delle stesse”.

Arrivando ad Owens, il dubbio più grande che tutti hanno e si fanno è sulle condizioni di questo giocatore che arriva da un anno di inattività e soprattutto sulla sua prestanza fisica, visto che parliamo di un ragazzo di 206 cm per soli 93 kg..
“E’ chiaro che noi ci aspettiamo che questa sua struttura fisica per lui non si riveli un problema ma anzi, sia una qualità in più che gli permetta di essere sempre più agile e versatile. La dinamicità ed il fatto di voler giocare a ritmo alto ci hanno portato verso questa tipologia di giocatore come lungo. Nella vita non si può avere tutto e quindi è chiaro che magari Owens farà un po’ più fatica contro qualche centro un po’ più strutturato anche se, tolte Bologna e Milano, non mi sembra che in Italia ci siano pivot così tanto più grossi di lui. Sono più le squadre che cercano di giocare con lunghi più atletici e dinamici invece che con centri statici. Un po’ di sofferenza ci potrà essere ma la mettiamo sul piatto della bilancia con la sua mobilità. E’ un prendere e lasciare che c’è come su tutti i giocatori”.

Prima ha detto che avete cercando e state cercando giocatori rapidi e dinamici, quindi il mercato verterà ancora su questa linea?
“Sì, cerchiamo un giocatore con queste caratteristiche. Dobbiamo e vogliamo trovare l’opzione migliore in questo momento. Ad oggi puoi cercare profili che magari fino ad un mese e mezzo fa erano inarrivibili mentre oggi diventano più abbordabili. Cercheremo di prendere la miglior opzione possibile che si incastri al meglio con i ragazzi in squadra”.

Andando sul campionato, c’è qualche squadra che in questo mercato l’ha impressionata particolarmente?
“Beh, tolte Milano e Virtus Bologna che fanno un campionato a parte, direi che Tortona su tutte mi ha stupito. Ha costruito un roster forte e completo in ogni reparto, partendo da rinnovi importanti come Macura, Daumn, Cain, Filloy e andando ad inserire giocatori di altissimo profilo. Brescia penso sia una squadra intetressante; hanno lavorato bene sui rinnovi, riuscendo a trattenere Petrucelli, Cobbins, Gabriel, Laquintana e centrando il ritorno di Della Valle. Ripartono da uno zoccolo duro a cui hanno aggiunto due giocatori molto forti come Massinburg e Caupain. A loro aggiungo Venezia, che ha alzato molto il livello, mentre Treviso mi stuzzica molto: hanno cambiato tanto puntando su giocatori di qualità ed esperienza nel nostro campionato come Banks, Sorokas e Cook. Diciamo che in generale ci sono squadre che hanno deciso di puntare molto sulla conferma di uno zoccolo duro del gruppo della scorsa stagione e altre che invece hanno cambiato tanto”.

Settimana scorsa c’è stata la pubblicazione del calendario per l’anno prossimo, che idea si è fatto?
“Io sui calendari non mi scervello mai più di tanto. Alla fine, l’inizio di stragione è pieno di incognite, c’è la possibilità che fai colpi con squadre sulla carta più forti che magari sono ancora in fase di rodaggio in vista delle coppe ed altre, sulla carta più abbordabili, che invece iniziano al massimo e perdi. Sicuramente nelle prime tre giornate troveremo squadre un po’ agli aintipodi come strutturazione del roster, con Sassari e Brescia che hanno puntato sulla continuità e Trento che invece ha cambiato tanto”.

Alessandro Burin

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